Teatrorecensione — 13/05/2013 at 11:25

La tragedia dell’impossibile nell’Antigone di Cristina Pezzoli

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Mura scomposte e dall’apparenza metallica, scudi accatastati da una parte nella solitudine della loro collettività accolgono la sommessa musica che dà il via all’incipit dell’Antigone di Cristina Pezzoli che ha debuttato il 12 maggio al Teatro greco di Siracusa, in occasione del XLIX ciclo di rappresentazioni classiche prodotte dall’INDA. Dalla botola al centro della scena sorge l’Ombra di Giocasta che immerge lo spettatore in una sorta di narrazione favolistica, con tempi da filastrocca e cantilene che si palesano nella recitazione di Natalia Magni, in questo caso, ma che troveremo anche negli altri interpreti, ad eccezione del personaggio di Antigone, la protagonista impersonata da Ilenia Maccarrone. La Maccarrone infatti rivela una razionale compostezza nella resa scenica, la dizione e l’uso dell’enfasi vocale sono curate in ogni singolo dettaglio, tanto da rendere a tratti artificioso il suo intervento, facendo in modo che si allontani fortemente da un contesto di attori, in cui vengono esibiti accenti e inflessioni dialettali regionali, quasi a volere sottolineare l’unicità del personaggio, anche attraverso l’uso della parola.

Gli eventi narrati da Giocasta sono descritti non da uno scontro didascalico ma dall’affettuoso abbraccio di due fanciulli che interpretano i fratelli Polinice ed Eteocle, creando un forte contrasto con la cruenta vicenda narrata. Sull’ambiguità si gioca interamente questo dramma intimo e familiare, a tratti farsesco, in cui le musiche di Stefano Bollani fungono da ponte ideale per creare armonie, laddove i dissidi interiori dei personaggi aprono squarci di inquietudine. Il gioco degli attori bambini lascia il posto allo strazio di urla tremende, ben collocate nei costumi orientali, quasi afghani, di Nanà Cecchi “insieme alla regista – dichiara – abbiamo rivolto lo sguardo oltre i confini della Grecia, verso un mondo etnico, primitivo, senza tempo, che potesse universalizzare la tragedia di Antigone”.

La scenografia si arricchisce mediante l’uso di pezzi di armatura che vengono disposti a definire tombe e da mucchietti di sassi che servono per comporre la scritta “ΘΗΒΑI”, “Tebai” ovvero “Tebe” con i caratteri del greco antico, fuochi si elevano all’invocazione del dio Ares, mentre donne puliscono nervosamente le mura della città che crollano sulla scena, come un fiume esondato, imbrattato di sangue. Un tamburo tesse il tempo “nell’ora dell’oblio” accogliendo Creonte/ Maurizio Donadoni, indossando un abito grigio arricchito di pietre lucenti, come quello indossato dal Tetrarca nella Salomè di Carmelo Bene. Entrando il re Creonte pone un omaggio floreale alle tombe dei caduti, lasciando alle sue spalle una visione di scudi e lance, dimessa e accatastata enfasi di morte. Svanita l’iniziale vacuità del sogno, Eteocle assume le sembianze di un’armatura vuota trascinata su una lettiga di morte; l’armatura intrisa di sangue di Polinice a cui invece non verrà data sepoltura viene scaraventata fuori dalle mura, pur rimanendo visibile.

Seguiranno cori da musical su ritornelli come “Meraviglioso è l’uomo” e sembra quasi di scorgere tra le note, inni francescani, che però infine si connotano per rimembranze da operetta, su coreografie cosacche. I dialoghi disumani e serratissimi colorano ora di raggelante compostezza, ora di enfatica comicità danze e musiche da tammurriata napoletana. Un corridoio di luce evidenzia l’azione della figura ieratica di Tiresia interpretato da una portentosa Isa Danieli, dai lunghissimi capelli bianchi, usati come lacci per trattenere Creonte, spesso spaventato e in fuga.

Visto il 12 maggio presso il Teatro greco di Siracusa, Stagione INDA 2013. Repliche al Teatro greco di Siracusa fino al 22 giugno

Antigone di Sofocle

Traduzione Anna Beltrametti

Regia  Cristina Pezzoli

Scene  Maurizio Balò

Costumi  Nanà Cecchi

Musiche Stefano Bollani

Movimenti Walter Leonardi

Scenografo assistente  Antonio Cavallo

Progetto Luci Elvio Amaniera

Progetto audio Vincenzo Quadarella

 

Aiuto regista Luca Orsini

Costumista assistente e responsabile sartoria  Marcella Salvo

Direttore di scena Mattia Fontana

Assistente alla regia Franca Maria De Monti

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