La crisi economica di questi ultimi anni ha interessato ogni settore, ma quando si parla di teatro, ci si riferisce a una crisi ben più profonda, entra nell’animo culturale del nostro paese e scopre tutte le sue debolezze. L’Italia e gli italiani non sono amanti del teatro; la crisi del teatro è qualcosa di più profondo; purtroppo le persone spesso si sentono spinte ad andare a teatro solo quando le locandine espongono un nome importante della scena televisiva o cinematografica. Eppure le scuole di teatro ogni anno mettono in piazza numerosi artisti capaci, professionisti e soprattutto amanti di quest’arte antica, mai dimenticata ma che purtroppo spesso è stata sottovalutata, che vive all’ombra delle nuove mode del momento. I reality di vario tipo per esempio mettono in pubblico tanti giovani talentuosi, di solito, però questo talento è solo legato a un nome o a una trasmissione televisiva: allora ci si chiede che cosa ne sono stati tutti quei giovani che molti anni fa riempivano i palcoscenici teatrali?
Eppure le statistiche parlano chiaro. Un numero sempre in crescita di ragazzi dichiara di voler studiare recitazione e di entrare nel mondo dello spettacolo. Il teatro non è forse spettacolo? La verità purtroppo sta racchiusa in una scatola nera, che con pochi gesti delle dita arriva nelle case di tutti gli italiani in pochi minuti. La televisione sicuramente dona una notorietà più veloce, permette di arrivare subito al pubblico e non richiede il pagamento di un biglietto, inoltre offre un telecomando, che permette di cambiare canale se ciò che mostra non rispecchia i gusti personali.
Gli attori, registi, case di produzione e tutti gli enti e le organizzazioni che appartengono al mondo del teatro, sanno che cosa significa la parola “sacrificio”. Si rimboccano le maniche e cercano sempre diverse soluzioni innovative per portare nuovi spettatori ai loro spettacoli: prezzi stracciati, scenografie limitate e qualsiasi inventiva che possa stuzzicare la voglia di quanti dimostrano interesse per quest’arte scenica, andando così a vedere uno spettacolo teatrale. Per la prima volta il teatro non è un lusso di pochi eletti, ma diventa uno svago accessibile a tutti.
Il teatro addirittura arriva dentro la casa degli spettatori – se questi non vanno in teatro, allora è quest’ultimo che va a casa degli abitanti delle platee – Questo è stato il motto di quanti si sono lanciati in quest’avventura, quella del “Teatro a casa” che ha conseguito un discreto successo.
Una bella iniziativa che ha coinvolto numerose famiglie, le quali hanno acconsentito con entusiasmo a questo progetto, invitando nelle proprie case l’arte teatrale. Quest’attività promozionale del teatro in casa mette in scena gli attori in ambienti sicuramente diversi e particolari dal solito. Unisce le famiglie e congiunge tutti gli abitanti di quartiere, educando gli stessi a quest’arte, che sembrava essere lasciata nel dimenticatoio. Una valida iniziativa che punta al rilancio della cultura del nostro paese oltre che a quella economica.
Il teatro in casa è un’abitudine sempre più usata dalle compagnie. Quindi siamo di fronte allo spettatore che tra le sue mura domestiche assiste a uno spettacolo teatrale. Lo spettacolo si presta a ogni ambiente della casa: cucina, soggiorno, etc. Tutto di fronte ad amici e parenti nella più stretta intimità. Questa pratica si può trovare da nord a sud, attori che dopo lo spettacolo colloquiano con gli spettatori – amici. Dal punto di vista economico è dura oggi la vita dell’attore teatrale, paghe quasi inesistenti e poco pubblico. Allora ecco per salvare la cultura che il teatro si porta in casa. Lo slogan per tenere in vita il teatro è semplice ‘’ Aprite le porte di casa al teatro’’. Come per altri aspetti anche per il teatro ciò che determina le rassegne e gli spettacoli sono il denaro. All’interno di questa realtà si ha la volontà di promuovere artisti e compagnie indipendenti che arrivano da diverse culture: da Spagna, Cile, Serbia, Libano, Kuwait, Polonia e Italia. Tra queste vorremo ricordare Pasoliana uno spettacolo dedicato a Pier Paolo Pasolini dagli artisti milanesi del laboratorio A2°d, che parla dl connubio poco gratificante dei politici e del potere.
Progetti che hanno il fine comune per interessare il pubblico svogliato che non va al teatro. Un’idea che in Campania sta prendendo piega dove proprio il teatro e la cultura continua costantemente ad avere tagli. Così con ironia il drammaturgo Manlio Santanelli ha detto ‘’ se il pubblico non va a teatro, è il teatro che va al pubblico ’’. Luigi Grispello, presidente dell’Agis Campania, ha parlato di fondi stanziati tra il 2010 -2012 per il teatro partenopeo pari a 35,4 milioni, ma neanche la metà liquidata. La maggior parte del finanziamento è andata al Mercadante e al San Carlo, le piccole realtà non sono state considerate. Tutto ciò comporta giovani attori pagati meno di 100 euro, e di un lavoro che non è più professionale.
La seconda edizione de “Il Teatro cerca casa”, in scena negli appartamenti di Napoli e della Campania, ideata dal drammaturgo Manlio Santanelli e coordinata da Livia Coletta e Ileana Bonadies, ha riscosso un enorme successo di critica e di pubblico nella passata stagione teatrale. Tanti gli artisti che hanno aderito anche per la seconda stagione al progetto. Da Lello Serao a Mario Porfito, Antonella Ciola, Antonella Morea, Federica Aiello, Nello Mascia. Dalla zona Vomero a quella di Fuorigrotta, sono tanti gli appartamenti che hanno aderito al progetto “ Teatro in casa” Anche le zone periferiche e di provincia, come Sant’anastasia, Bagnoli e altre zone limitrofe, sono presenti con i loro spettacoli casalinghi. L’obiettivo di tale rassegna è di avvicinare sempre più persone al teatro. Importante anche l’incontro del dopo spettacolo, tra gli spettatori e gli attori. Spesso molte persone dove aver conosciuto gli attori e il regista, seguono gli artisti anche quando recitano nei teatri ufficiali. A differenza dei cartelloni tradizionali, quello del teatro in casa non è definito e si può arricchire di nuovi spettacoli. Sono numerosi gli appartamenti adatti ad ospitare tale rassegna e tanti artisti pronti per portare in scena i loro spettacoli teatrali.
Ti potrebbe interessare anche:
I parenti terribili: la famiglia “carrozzone” di Jean Cocteau secondo Filippo Dini
Le Ariette e il loro minestrone sono costruttori di un altro mondo.
Altri Libertini, Licia Lanera porta in scena il romanzo di Pier Vittorio Tondelli
La Rassegna del Teatro La Ribalta, "Corpi eretici" a Bolzano
Visto da vicino, nessuno è normale
La danza contemporanea alla P. Grassi: "Si mi piace ballare" e "Hopper Variations"