SESTRI PONENTE – Quando il teatro s’interroga su se stesso diventa autoreferenziale, si guarda nell’ombelico, si specchia facendosi ombra, riflette di luce propria accecandosi. Ma il progetto dei mantovani Teatro Magro è tutt’altro: è analisi di un sistema che si è ancorato nelle sabbie mobili autocreate, è ragionamento sulle dinamiche interne, è pensiero sui meccanismi nascosti, è discussione sugli ingranaggi incrostati reconditi.
Un ventaglio di occasioni questo “Senza Niente” che ci porta nel mondo, tutt’altro che magico del sottobosco, tutt’altro che impolverato di stelle, delle quinte della pasta teatrale. Avevamo visto “Il Presidente” a Kilowatt ’13, con Marina Visentini, stavolta ecco “L’Attore” con Alessandro Pezzali. Ci mancano “Il Regista” e “L’Amministratore”. Ci sarà modo per colmare il gap. Il presidente fa Il Presidente, l’attore fa L’Attore, il regista fa Il Regista, l’amministratore fa L’Amministratore. Chiamala finzione scenica declinata sulle note della realtà nel grottesco gioco della rappresentazione.
Qui il corpo longilineo e bianchissimo di Pezzali, un fuscello che mai si spezza ma armonioso si curva si curva flette, che cozza in un camouflage nero notte d’abbigliamento stretto a contenerne non tanto le carni nervose ma l’energia prodotta a dismisura, si impiega e si connette, in una patina d’ironia tangibile e appiccicosa come miele di castagno, ai vari modi di vedere, vivere, interpretare il teatro. Le diverse declinazioni, anime, punti di vista e svolta. La seriosità dello sguardo di Pezzali esaltano gesti ora minimi adesso esagitati in una commistione tra pensiero ed azione, parole taciute e gesti con rimandi. Potremmo chiamarlo un concentrato del teatro in nemmeno un’ora. Un Bignami sulle varie possibilità, molte volte in antitesi, l’una contro l’altra. Un succo, un frullato, una mousse, un trituramento, uno sminuzzamento a cercare la banalità, il pelo nell’uovo, la distonia, l’afasia e l’apatia di piccoli settori artistici che sottolineano fratture, che sollevano dubbi sull’erba del vicino, che snobbano, che alzano il dito all’insù per negare, che storcono il naso sentendo odore di bruciato.
Certo non si può dire che il teatro è il teatro, né che il teatro sia uno solo, né tanto meno che tutto quello che si fa in teatro possa essere considerato teatro. D’altro canto il nodo è millenario su che cosa può essere considerato “teatro” e ciò che invece deve essere messo forzatamente fuori da questo recinto, per alcuni ristretto per altri flessibile e malleabile. Ci sono i puristi ed i qualunquisti, i duri e puri ed i menefreghisti.
Ed allora il tentativo di Pezzali e del Magro è costruire una scaletta dove esaltare il ridicolo insito in ogni definizione, il Teatro Classico impostato ed impomatato, il Teatro Moderno dove rotolarsi a terra, quello Politico tremante ed angoscioso, il Teatro Sociale tutto storto e zeppo di francesismi, il Parrocchiale battendo le mani a tempo, il Teatro Danza di urletti, il Teatro di Strada tra hip hop ed il gioco delle tre palle, il Mimo con le ombre e la fune invisibile, il Teatro Scolastico messo in piedi da docenti con il sistema nervoso ormai game over impegnati in un musical su Ovidio, e ancora il Circo a correre come forsennati e il Teatro Antico in greco, la spassosa Commedia dell’Arte in uno scambio tra Pantalon e Arlechin, il Teatro dell’Infanzia dove l’attore odia i piccoli che non stanno attenti, il Teatro Comico con barzellette trite e sporchissime, e i Burattini e il Teatro Tragico, la Performance tagliandosi le vene, il Teatro Dialettale mimando un water, il Teatro Cinese, quello dell’Assurdo, il Teatro Canzone con chitarra e gli amori sfigati del cantautore di turno.
Infine, non come se fosse summa o riassunto, non sintesi né sinossi di tutti i precedenti generi, ecco che spunta il Teatro Magro essenza sospesa sublimata, sostanza né solida né gassosa né liquida ma vitale e mercurica. Pezzali governa una forza primordiale facendo zapping tra gli stereotipi, slalom tra i tratti caratteristici delle nicchie teatrali. Di Magro qui c’è poco; ci sono invece sostanza e idee a chili.
“Senza Niente – L’Attore”, Teatro Magro. Regia: Flavio Cortellazzi. Con Alessandro Pezzali. Visto al Festival Testimonianze, Ricerca, Azioni, a cura della compagnia Akropolis, Sestri Ponente, Genova, l’11 aprile 2014.