SAN LAZZARO DI SAVENA (Bologna) – Un Teatro che guarda al suo territorio coinvolgendo le nuove generazioni in un progetto che permette ai giovani di diventare protagonisti e autori, dando loro la possibilità di esprimersi e di raccontare storie desunte dalla vita quotidiana. L’ITC di San Lazzaro di Savena è una di quelle realtà artistiche che esce dai confini di un perimetro abituale, dove il fare teatro diventa una felice opportunità per avvicinare, non solo il semplice spettatore che lo frequenta per passione, quanto, e sopratutto, gli studenti delle scuole, la popolazione nel suo contesto sociale e culturale più allargato. Le finalità sono pensate per lo sviluppo di una coscienza critica e una partecipazione collettiva ai processi di creazione artistica. Un progetto che inglobi la città dando vita ad un evento finalizzato a comprendere e analizzare la cronaca di tutti i giorni. Andrea Paolucci, regista e drammaturgo è il direttore artistico dell’ ITC e della Compagnia Teatro dell’Argine, fondata nel 1994 insieme a Nicola Bonazzi e Micaela Casalboni. Appartiene al territorio del comune di San Lazzaro di Savena, ed è diventato alla fine degli anni ’80, un punto di riferimento per comici e artisti d’avanguardia. Riaperto nel 1998 è uno tra i più attivi e frequentati del territorio regionale. Andrea Paolucci ci spiega le finalità di un progetto che vedrà coinvolti centinaia di giovani studenti.
«Nel mese di maggio del 2017 andrà in scena uno spettacolo all’ITC, sintesi finale di un progetto che vedrà la partecipazione di ragazzi adolescenti che parteciperanno ai nostri laboratori drammaturgici. Nel frattempo è nata l’esperienza de “La Terra vista dalla luna”, uno spettacolo su testi di cinque autori come lo scrittore Valerio Varesi, Azzurra D’Agostino, Patrick Fogli, Milena Magnani, rielaborati in forma drammaturgica da Nicola Bonazzi e Vincenzo Picone. Sono manoscritti in chiave poetica raccolti in una cornice drammaturgica 15 storie desunte dalla realtà, dalle cronache di tutti i giorni, uniti tra di loro dalle caratteristiche di essere assurde quanto reali. La preparazione si è focalizzata anche attraverso dei laboratori che si sono tenuti prima dello spettacolo al quale hanno assistito gli studenti e successivamente dopo la visione. Abbiamo pensato a cinque parole chiave: guerra, dolore, crisi, lavoro, amore. Temi che consegniamo a tutti i giovani chiedendo di ragionare e riscrivere il presente. Nel 2016 verranno coinvolte cento classi che frequenteranno 140/150 laboratori scolastici insieme agli insegnanti – spiega Andrea Paolucci – dove saranno ben 2500 gli studenti partecipanti. Un lavoro che dia la possibilità di insegnare una drammaturgia capace di dare modo di esprimersi allargando sempre di più la partecipazione delle nuove generazioni. Creare una visione sull’amore e dare voce alla città perché il rapporto con la città è fondamentale.
La scuola fa la sua parte accogliendo i laboratori e favorendo la responsabilizzazione alla scrittura dei testi che andranno in scena con l’aiuto di professionisti. Figure importanti del teatro italiano coinvolte per interagire con i giovani di tutte le fascie d’età. Il copione drammaturgico è entrato dentro le scuole e viene chiesta una restituzione ai ragazzi. Come vedono loro la luna, il loro orizzonte, quali sono le loro utopie. Vogliamo creare una Factory d’artisti, ragionare sulle definizioni delle priorità degli artisti e arrivare a pensare a come declinare e rinnovare le pratiche che ci servono per il nostro lavoro. Immaginare dei nuovi processi.
Nicola Bonazzi , drammaturgo della Compagnia dell’Argine lavora con questi giovani e conduce i laboratori nelle scuole: «Ciò che facciamo lo sentiamo come un’importante responsabilità nel coinvolgere bambini e adolescenti, oltre che con i loro formatori. Il teatro si fa carico di promuovere anche degli obiettivi sociali, formativi e pedagogici. La famiglia stessa ha una sua importanza nel presente del bambino e gli stessi genitori riconoscono la validità di questo lavoro nelle scuole con l’obiettivo di portare i loro figli a teatro. Siamo molto soddisfatti anche per la catena di solidarietà che si è venuta a creare nell’aiutare genitori in difficoltà economiche, facendo così è stato possibile far partecipare anche i loro ragazzi agli spettacoli teatrali. Un senso di responsabilità che ci accomuna tutti noi dell’ITC».
La Terra vista dalla Luna nasce da una ricerca che ha chiesto di analizzare, riflettere e “ri-raccontare o “reinventare” la cronaca di eventi assurdi, come l’incredibile vicenda di un uomo negli Stati Uniti che ogni giorno esce di casa per andare al lavoro alle otto di mattina e torna il giorno dopo alle quattro della notte, camminando decine di chilometri e viaggiando otto ore senza mai assentarsi un giorno. C’è che invece sta seduto tutto il giorno a guardare come le vernici si asciugano e decidere se possono essere messe in commercio. Una donna napoletana denunciato alla Polizia perché vendeva tre euro i numeri per saltare la fila alle Poste. Un australiano nella sua vita è riuscito a salvare 160 persone che volevano suicidarsi gettandosi da una scogliera sul mare. Bastava affacciarsi alla finestra per correre in loro soccorso. Un bambino costretto a studiare sotto la luce di un lampione perché la sua casa non ha la corrente elettrica. C’è chi ama fare sesso in un cimitero come una coppia sorpresa a fare all’amore su un tomba dal custode. La voglia di trasgredire e di farlo strano. C’è, chi, invece, si è finto morto per sfuggire al suo matrimonio.
Un padre vedendo i suoi figli usare osssesivamente i video giochi li porta in zone di guerra per farli desistere.Un suggestivo collage di 15 storie create attraverso un’elaborazione, che parte dal dato reale, per giungere in un mondo abitato da cinque figure anziane indefinite come delle presenze lunari. Due mondi a confronto che si scrutano a vicenda: la Luna e la Terra. Lo sguardo è reso obliquo e fa che si incrocino le vicende narrate con una buona dose d’ironia in grado di rendere tutto più dinamico ed estroverso, in una movimentazione di quinte, di separé di strani oggetti somiglianti a delle enormi lavatrici da cui sbucano dagli oblò gli attori. Tutto si mescola tra rievocazione di storie che impattano con il loro carico di dolore, di assurda e tragica realtà, vicende alienanti, intrise di solitudine, di sopraffazione, di fragili vite costrette a sentirsi pedine messe contro il muro. Dalla Luna, metafora di una visione distante anni luce dalla Terra, che guarda con occhi diversi e neutrali, nell’intento di provare a mettere ordine nel caos in cui vivono gli esseri umani. Il principio della regolazione della vita attraverso l’armonia in un contesto, al contrario, dominato dal disordine.
L’architettura che definisce l’impianto drammaturgico è creata da cinque regole fisico – matematiche, pensate come cinque capitoli da cui si originano i temi presi in considerazione: il lavoro, la crisi, l’amore, la guerra e l’immigrazione. Niente di più attuale per farne una disamina (anche sociologica) della nostra condizione umana in cui tutti si possono rispecchiare. Il coinvolgimento è inevitabile e fa si che i personaggi lunari si lascino attrarre dalle dinamiche dei terrestri, creando una sorta di caleidoscopio sempre più ritmato, ben congeniato dalla regia di Vincenzo Picone che struttura tutto il lavoro con continui movimenti scenici di apparizioni e sparizioni, chiedendo agli attori e alle attrici un impegno anche fisico nel spostare gli oggetti di scena. La drammaturgia tra spunto dalle suggestioni ispirate dall’episodio di un corto di Pierpaolo Pasolini, da cui lo spettacolo prende il titolo, contenuto nel film Le Streghe; e da alcuni testi di Friederich Dürrenmatt come il “Ritratto di un pianeta” che parla di di “biblici personaggi dallo sguardo disinvolto e incredulo come in una telecronaca calcistica, assistono al disfacimento del mondo terrestre”.
La Terra vista dalla Luna si presta ad un’indagine molto raffinata, con la consapevolezza che la finzione teatrale possa dare un senso e un significato profondo a ciò che spesso ci può turbare nella vita quotidiana. Per chi vive esperienze sulla propria pelle è più difficile poterle giudicare dall’esterno. La Luna vista come una lente di ingrandimento che ci scruta e si interroga (e ci costringe ad interrogarci) nel tentativo di trovare delle risposte su quesiti esistenziali che si originano e si frantumano di fronte ad una vita reale sempre più distorta e complicata, fragile e brutale, insanguinata e resa cinica dall’Uomo che sembra volersi annientare. Dice bene Brecht citato nelle Note di Regia, quando afferma: “Proprio perché si è rimasti all’oscuro circa la natura della società umana, ci troviamo ora di fronte alla possibilità di un totale annientamento del pianeta. Si lavori a trasformare il mondo. Se ci si mette dal punto di vista della palla, è evidente che le leggi del moto diventano inconcepibili”.
E il regista stesso trova le parole più esatte e veritiere per dare forma al suo pensiero che si coglie perfettamente in scena: “ Solo attraverso la consapevolezza della nostra infinitamente piccola insensatezza può forse essere possibile ritrovare la bellezza del mondo con le sue Umane, troppo umane storie”. Storie che vengono rappresentate da una compagnia molto affiatata sulla scena per la recitazione brillante e giocosa di Micaela Casalboni, Paride Cicirello, Giulia Franzaresi, Silvia Lamboglia, Gian Marco Pellecchia, sapientemente dosata al fine di darci la possibilità di riascoltare anche le nostre storie, quelle dei nostri simili, di altri a cui non volevamo forse prestare attenzione. Il teatro fa riflettere e ci fa sentire uniti se viene ideato come sa dimostrare la Compagnia del Teatro dell’Argine.
con Micaela Casalboni, Paride Cicirello, Giulia Franzaresi, Silvia Lamboglia, Gian Marco Pellecchia | testi Nicola Bonazzi, Azzurra D’Agostino, Patrick Fogli, Milena Magnani, Vincenzo Picone, Valerio Varesi | drammaturgia Nicola Bonazzi e Vincenzo Picone | make up maschere Laura Soprani | scene Mario Fontanini | video Simon Barletti | aiuto regia Mattia De Luca e Teresa Vila | regia Vincenzo Picone
Visto all’ITC di San Lazzaro di Savena il 12 dicembre 2015