PRATO – Lo spettacolo teatrale Stracci di Tommaso Santi, regia ed interpretazione di Valentina Banci e Francesco Borchi del Kulturificio n.7 vuole tornare in scena dal 13 al 17 settembre al magazzino Masi di Vergaio a Prato grazie ad un crowd funding lanciato sulla piattaforma Eppela.
“Siamo di razza cenciaiola. I’ cencio dice tutto d’un posto: se son poveri, se son ricchi, se c’è freddo, se c’è caldo, se gl’enno posti di mare”.
Stracci costituisce il secondo capitolo della Trilogia della fatica, che si compone anche di Fiasco!!! (2007) e di Quando la montagna era alta per davvero (2008).
Debuttato il 22 maggio 2008 al magazzino di Giovanni, Giuseppe e Luigi Masi a Vergaio, Stracci ha deciso di tornare in scena dopo sei anni proprio nel luogo in cui tutto aveva avuto inizio. Per farlo ha lanciato una campagna di crowd funding, cioè una forma di finanziamento collettivo dal basso per un obiettivo di 7000 euro tramite la piattaforma Eppela, dal momento che all’interno del magazzino dovrà essere allestito un vero teatro con tribune, scena, impianto audio e luci e spazio video. Per partecipare al finanziamento basta essere possessori di una carta di credito e registrarsi sul sito www.eppela.com, da cui accedere alla pagina dedicata all’evento ed effettuare la donazione. Nel caso in cui il progetto non riuscisse a raggiungere la somma prevista, la donazione non sarà prelevata dalla carta di credito, mentre in caso positivo i donatori, che abbiano donato da 10 euro in poi, riceveranno un piccolo riconoscimento, da cartoline dello spettacolo fino a biglietti di ingresso e una cena con la compagnia teatrale al termine delle repliche.
“Oltre al crowd funding io e il Kulturificio n.7 ci stiamo muovendo autonomamente – racconta Tommaso Santi – ma il nostro sogno, sostenuto anche da tante persone che continuamente hanno richiesto questo spettacolo, è di riportare Stracci nel suo luogo di nascita, ovvero il magazzino Masi di Vergaio a Prato”.
A differenza degli altri due testi di più facile realizzazione, Stracci richiede una diversa e più costosa rappresentazione scenica. Un magazzino, o maganzino, come lo chiamano i due attori, un fratello e una sorella, che si sono fatti o disfatti attraverso il lavoro stressante ed ossessivo della fabbrica, respirando l’odore della polvere e mettendo a colore i cenci, snatura la sua funzione primaria per diventare teatro. Questo, dopo tutto, è il significato intrinseco dello spettacolo. Nato dai cenci e costruito sulla base di un reportage giornalistico con interviste a una ventina di cenciaioli pratesi, che hanno fornito la loro utile testimonianza di vita e di lavoro, raccontando le tecniche di lavorazione degli stracci e gli aneddoti di un passato che non tornerà.
“La prima rappresentazione al magazzino Masi – dice Santi – è stata un’esperienza entusiasmante. Abbiamo avuto problemi a mandare via le persone alla fine dello spettacolo. Vogliamo quindi tornare a Vergaio, anche se nel 2008 era un periodo migliore per ottenere sponsor e finanziamenti”.
Gli Stracci quindi vogliono tornare in scena, anche se non sono un documentario e nemmeno una storia vera. Sono la materia prima con cui Prato ha costruito la sua industria, le balle o bugie, le storie dei tanti cenciaioli. E alla fine anche uno spettacolo teatrale.
Stracci
un testo di Tommaso Santi
diretto e interpretato da Valentina Banci e Francesco Borchi
scene Lorenzo Banci
disegno luci Roberto Innocenti
regia Piero Querci
una produzione Kulturificio n.7
Crediti fotografici di Moggi & Tani
lo spot promozionale per la raccolta fondi