Culture — 01/07/2016 at 15:25

Il Premio Lo straniero 2016 a Inequilibrio

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Chiara Guidi.  Nome storico della Socìetas Raffaello Sanzio, Chiara Guidi si è costruita uno spazio unico nel mondo dello spettacolo e insieme in quello della vera pedagogia,  dirigendo spettacoli per bambini di una intensità unica, non soltanto in Italia. Il suo nome è legato alla rivisitazione di antiche e archetipiche fiabe, attuata con la convinzione di una perennità delle emozioni che esse possono suscitare, coinvolgenti e catartiche. La sua più nota realizzazione, in cui gli spettatori bambini e quelli adulti sono partecipi alla pari, è Buchettino, che ha avuto più interpreti. Chiara è anche una delle ideatrice e animatrici a Cesena di un piccolo festival di mirabile semplicità e apertura, Puerilia.

Brunello Leone. Ancora studente, si è accostato con curiosità e passione al mondo delle guarattelle napoletane facendosi allievo di un vecchio e grande maestro, Nunzio Zampella, e portando nel teatro di burattini, insieme al rispetto di un’immensa tradizione popolare e all’invenzione di nuove situazioni la conoscenza etnografica della profondità di significati che ha caratterizzato la maschera di Pulcinella, un tramite col mistero della morte ma anche l’espressione di una infanzia del mondo continuamente risorgente. È un esempio unico nell’Europa di oggi di un’arte che dura nel tempo e che non deve morire.

Laura Lepetit Maltini. La sua recente “Autobiografia di una femminista distratta” ha fatto conoscere anche a chi non la conosceva uno dei personaggi più interessanti e vitali del mondo dell’editoria, della cui storia recente sono state delle donne le più coraggiose protagoniste. Fondatrice con i coniugi Gandini di Milano Libri e della rivista “Linus”, un’iniziativa centrale nella storia delle culture giovanili, membro attivo di dirompenti gruppi femministi, ha fondato e diretto La tartaruga, che ha pubblicato le grandi scrittrici, Woolf e Stein, Compton Burnett e Lessing, Gordimer e Lispector, Masino e Banti e altre nostre contemporanee.

Luca Marinelli. Apprezzato in teatro a fianco di Carlo Cecchi in un memorabile Sogno di una notte d’estate e al cinema,  in Non essere cattivo, la sua interpretazione più delicata e difficile nel ruolo di un Accattone dei nostri giorni, ma anche in un ruolo assai diverso in Lo chiamavano Jeeg Robot. Oltre ogni scuola, Marinelli porta nelle sue incarnazioni la forza vitale di una verità e sensibilità che sono indiscutibilmente del nostro tempo e della sue incertezze.

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Valerio Mastrandrea.  Figura di punta del nostro cinema, è un instancabile animatore di iniziative e di avventure che affrontano e a volte aggrediscono il mondo del cinema con la convinzione di un progetto più vasto, più sociale e più radicale. Attore multiforme, ma nel segno di una semplicità e immediatezza che lo collegano alla nostra migliore tradizione cinematografica, quella degli anni Sessanta, gli si deve la fondazione di una periferica e ostinata scuola di cinema e l’intervento organizzativo e produttivo che ha permesso a Claudio Caligari la realizzazione del suo ultimo film, un capolavoro, Non essere cattivo.

Giordano Meacci. Tra scrittori, è uno dei più colti e nello stesso tempo dei più radicati nel contesto di un’Italia scombinata che non sa più bene cos’è e tanto meno cosa vuole o potrebbe essere. Sperimentatore di linguaggi, esploratore di possibilità, dopo Fuori i secondi e Tutto quello che posso ha scritto il romanzo italiano più complesso e intrigante di questi anni, Il cinghiale che uccise Liberty Valance, di mirabolante invenzione e libertà. Esploratore delle possibilità che ha la letteratura di evocare e costruire mondi variamente “istruttivi”, è stato, in qualità di sceneggiatore, anche lui un degno membro delle “banda” di Non essere cattivo.

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