RUMOR(S)CENA – LA VEGLIA – CATANIA – “La veglia” su testo e regia di Rosario Palazzolo, con l’interpretazione di Filippo Luna, è uno spettacolo importante e potente i cui due maggiori ingredienti, ovvero la costruzione drammaturgica di Palazzolo (linguaggio, intreccio, regia) e la resa attorale di Filippo Luna, sono entrambi notevoli. Proposto allo spazio Zo, nel contesto della rassegna “Altre scene” creato dalla rete siciliana di drammaturgia contemporanea “Latitudini”. La lingua anzitutto: rutilante, stratificata, consapevole e agita con piena intelligenza, parola per parola, sintagma per sintagma, comica nel senso migliore del termine e cioè capace di ribaltare la percezione stessa della realtà. Una lingua di ascendenze aristocratiche e insieme popolarissima, straniata, immaginifica, saporita eppure estranea a ogni “sicilianoide” furbizia editoriale, capace di allargare a dismisura ferite e lacerazioni della realtà, di penetrarvi e di esprimerle con geometrica esattezza. L’attore protagonista è generoso, non sbaglia un colpo e fa centro in ogni parola, gesto, sintagma. Una veglia funebre paradossale e grottesca, una madre che veglia il corpo della figlia, partorita, amata, perduta, finita ostaggio di chi la vorrebbe fare santa (il suo nome è Samantha). Una veglia dopo molti anni di silenzio impotente, che si trasmuta in trasmissione televisiva dove la comunicazione viene re-impastata nel siciliano povero e degradato di quartieri, di centri commerciali e neo-massaie che vivono con la televisione sempre accesa. Miti, linguaggio, ritmo pathos e movenze ne fanno una veglia – talk show con la pretesa di inglobare gli spettatori nella messinscena come un educato pubblico.
Certo, la riflessione, anche estetica, creativa, sull’incidenza della cultura televisiva nella società contemporanea è un tema inflazionato dal teatro contemporaneo in decine di spettacoli, logoro, persino vecchio, ma il regista mette in campo tutta la sua torbida poesia e la sua straordinaria potenza espressiva per attraversarlo e, soprattutto, per svelarne la presenza nella società nella nuova e reale dimensione di sottocultura, di arretratezza espressiva, di ideologia semplificatoria e bugiarda, di pornografia rassicurante, di schianto della speranza di un qualunque progresso umano, non più di dominante main stream. Questa è la novità più rilevante che rappresenta una significazione da considerare quando si assiste alla tragedia di Carmela quando invoca dal suo “Piero Angelo” una prospettiva salvezza e umanità che non esiste più nemmeno nei programmi del piccolo schermo. Complessivamente un ottimo lavoro, ma forse lo spettacolo andrebbe un po’ asciugato, eliminando qualche ridondanza e rendendolo più chiaro nelle motivazioni di senso e nei legami con gli altri spettacoli della trilogia.
Testo e regia di Rosario Palazzolo, con Filippo Luna, scene di Luca Mannino, luci di Alice Colla, musiche e effetti sonori di Francesco Di Fiore. Produzione Teatro Biondo Palermo.
Visto allo Spazio Zo il 22 marzo 2019 a Catania.