RUMOR(S)CENA – FERRARA – Il concerto che ha visto protagonisti la musica sacra di Antonio Vivaldi e la descrizione di Vittorio Sgarbi di alcune rappresentazioni il cui tema mostra ciò che la musica racconta, è stata un’occasione inedita e molto apprezzata dal pubblico della città estense. Concertata dall’Orchestra e dal Coro dell’Accademia dello Spirito Santo, con la direzione del maestro Federico Maria Sardelli, uno dei maggiori esperti dell’opera vivaldiana, la serata è stata aperta dal concerto per archi in sol minore Rv 157, seguito dai primi commenti descrittivi ad alcune opere da parte di Vittorio Sgarbi, nella sua originaria veste di professore e critico d’arte.
Partendo dal Cristo Morto di Mantegna, Sgarbi è passato poi alla Pietà di Bellini, tela in cui «il volto della madre sembra voler impedire al figlio di morire», e quindi alla Pietà di Cosmè Tura, che faceva parte dello smembrato Polittico Roverella. Il suo primo intervento è stato concluso con il dolore incontenibile della madre nel gruppo scultoreo «dall’espressività quasi naturalistica» di Guido Mazzoni, popolarmente chiamato dai ferraresi “Il Pianzun dla Rosa”. Queste immagini estremamente evocative sono state il perfetto complemento alla musica successivamente presentata: lo Stabat Mater Rv 621 di Antonio Vivaldi.
Quest’opera per contralto ed archi descrive l’immagine più potente della tragedia cristiana: la Madonna impietrita ai piedi del figlio crocifisso. La indubbia capacità di Sgarbi di trascinare il pubblico in un viaggio artistico ideale è stata confermata. Le immagini del momento devastante della vita dell’uomo in attesa della resurrezione spiegate da Sgarbi sono state la premessa visiva della musica e sono diventate parte integrante dell’impianto scenografico curato da Lorenzo Cutùli. La Sinfonia per archi in si minore Rv 168 è stata un momento di laica e vivace leggerezza prima dell’esecuzione della luminosa composizione Dixit Dominus Rv 594, la parola di Dio nel Salmo 109 , tra le più ricche e complesse della tradizione policorale veneziana, cantata e suonata da solisti con doppio coro e doppia orchestra.
Questa volta Sgarbi ha accompagnato gli spettatori con una descrizione più allusiva attraverso il Giudizio Universale di Pietro Cavallini, il Cristo Benedicente di Antonello da Messina, il Cristo alla Colonna di Bramante e il Cristo Risorto del Bramantino, alludendo attraverso le immagini al messaggio del Salmo 109, che la musica del Dixit Dominus subito dopo avrebbe comunicato con tanta sublime potenza. Con questa composizione, un finale dal forte impatto emotivo, si è chiusa la serata. Le scelte del professore sono state sorprendenti e probabilmente ancor più apprezzate in quanto ha presentato opere forse meno frequentate dai più.
L’Accademia dello Spirito Santo prende il nome dall’istituzione musicale costituita a Ferrara nel 1598 e attiva in città per tutto il XVII secolo. Comprende nei suoi organici, corale e strumentale, musicisti provenienti da tutto il nord Italia ed Europa. Il Consort strumentale, in particolare, interpreta il repertorio barocco su strumenti antichi o fedeli copie di essi.
Il soprano Silvia Frigato, il mezzosoprano Aurora Faggioli, il tenore Alessio Tosi e il basso Mauro Borgioni, con maestro del coro Francesco Pinamonti, hanno dato ai due capolavori di Antonio Vivaldi la potenza e la perfezione che tutti si aspettavano.
Visto il 23 Aprile 2022 al Teatro Comunale di Ferrara