RUMORSCENA- Tindaro Granata con lo spettacolo “Geppetto e Geppetto 1 padre + 1 padre = 1 figlio?”, vince il Premio Enriquez 2017 che verrà consegnato il 30 agosto al Teatro Comunale Cortesi di Sirolo (Ancona), nella categoria “Teatro di impegno sociale e civile e nuovi linguaggi “ dalla Giuria composta da Gabriele Lavia, Paolo Puppa, Paolo Graziosi, Antonio Calbi, Paolo Larici.
La motivazione della Giuria : “Essenziale , Brechtiano, diretto, uno spettacolo quello che nasce dalla fantasia irrefrenabile di Tindaro Granata, di grande importanza e di estrema attualità che ci racconta in profondità, senza moralismi gratuiti, con una sincerità disarmante e con grande tatto e sensibilità, il diritto alla famiglia da parte delle coppie omosessuali, la pratica della G.P.A. (Gestazione per altri) e il delicato tema della ‘Stepchild Adoption’ “
La recensione inedita dello spettacolo visto a Bassano del Grappa nell’ambito del Festival Opera Estate Veneto Bmotion il 4 settembre 2016.
Scrive Maurizio Quilici nel suo saggio «Storia della Paternità. Dal pater familias al mammo» (Fazi Editore 2010) : «La relazione tra un padre e un figlio è stata poco analizzata nella letteratura (a differenza del rapporto madre –figlio) definito come elemento di spicco nell’organizzazione della famiglia e della società tradizionale, mentre un padre oggi deve necessariamente ripensare il suo ruolo, a cavallo tra due opposti eccessi; essere assente o diventare un “mammo”, un surrogato della presenza femminile. Ma quella della paternità è in realtà una questione complessa e sfaccettata, non riducibile a questi pochi cliché». Oggi più che mai questo tema tocca le coscienze e la nostra società, in special modo quella italiana, a seguito dell’approvazione della legge Cirinnà (relatrice Monica Cirinnà senatrice del Partito Democratico) che regolamenta le unioni civili. Siamo il 27esimo Paese europeo che riconosce legalmente le coppie omosessuali e regolamenta le convivenze al di fuori del matrimonio. Il problema delle adozioni di figli biologici del partner, ha però determinato l’esclusione della “stepchild adoption” dal decreto legislativo, per cui la nuova legge non prevede la possibilità, per uno dei due partner uniti civilmente, di adottare il figlio dell’altro.
Fin qui la materia legislativa. Esiste, invece, un precedente molto famoso a proposito di padri adottivi: Pinocchio di Carlo Collodi – come spiega ancora Maurizio Quilici presidente dell’Istituto di studi per la paternità. «Geppetto è un padre “normale” perché è un padre putativo che non ha generato Pinocchio, non lo ha fatto, ma lo ha sbozzato da quel “semplice pezzo di catasta”. Un padre che di mestiere fa il falegname come mastro Ciliegia (il quale gli ha donato il pezzo di legno), fa il falegname, guarda caso, come un altro famoso padre putativo: Giuseppe. Pinocchio fu anche agli antipodi un libro eversivo, che andava contro la logica dei benpensanti, perché quello fra Geppetto e Pinocchio è un rapporto tra padre e figlio, ma non di paternità naturale bensì affettiva. Questa antica idea di essere padre o madre per amore e non per sangue – sfugge naturalmente ai piccoli lettori di Pinocchio, ma la lezione che possono trarne inconsapevolmente è che l’amore va al di là dei vincoli di parentela e che ciò che conta per essere genitori è l’identificazione con la creatura che si ama, la cura che le si presta, la fiducia che vi si ripone».
E da Geppetto della fiaba si arriva ad uno spettacolo teatrale, tra i più significativi della stagione teatrale 2016: “Geppetto e Geppetto 1 padre + 1 padre = 1 figlio?”, scritto, diretto e interpretato da Tindaro Granata. Una trama apparentemente molto semplice: due uomini, una coppia unita da un legame affettivo, decidono di avere un figlio tramite la “maternità surrogata”, legale in paesi esteri ma non in Italia. Un desiderio che innesca delle dinamiche tra i due uomini che si amano, gli amici e i famigliari, accese e contrastanti tra di loro, siano di approvazione che di disapprovazione. Una decisione difficile e contrastata emotivamente e con dei risvolti sociali, culturali, e legali non facili da comprendere. In scena recitano oltre Tindaro Granata , Alessia Bellotto, Paolo Li Volsi, Angelo Di Genio, Lucia Rea, Carlo Guasconi, Roberta Rosignoli.
Lo spettacolo segue un andamento lineare nella costruzione drammaturgica, scegliendo una forma apparentemente elementare, quanto ben argomentata nel suo sviluppo scenico, registico e recitativo. Senza mai cedere a facili suggestioni ideologiche e apologie di stampo retorico, l’autore affronta con lucida onestà intellettuale, arricchendo (specie nella prima parte) di spunti ironici in grado di allentare anche la tensione necessaria al fine di spiegare i moti d’animo dei due protagonisti e la madre di uno dei due. Lo spiega bene anche nel suo programma di sala (un quaderno simile a quello di un bambino delle scuole elementari): «Geppetto e Geppetto è una storia inventata, partorita dalla mia fantasia e dalla paura della gente che ho incontrato per strada, parlando di figli nati da coppie omosessuali», ma qui l’autore si pone un dubbio , quando dice che la sua storia è nata dalla «Fantasia e da Paure (genere femmina) e può sembrare che il testo sia di parte. È nato dalla mia fantasia e dai dubbi della gente che ho incontrato (un’indagine realizzata con interviste in tram, in treno e per strada, ndr), ma c’è sempre il problema della nascita da Fantasia (femmina) e Dubbi (maschi). Cambio l’origine del concepimento: nasce dal mio estro e desiderio di capire la gente. Entrambi sono generi maschili».
Sembra giocare con le parole ma in realtà ci vuole far capire che non aveva (e non l’ha fatto) l’intenzione di scrivere un testo «fatto di generi o di parti stabilite da registi, autori, dalla società o dalla natura. Non è la storia di un “pro” o da un “contro”. Il merito principale dello spettacolo è appunto questo: Geppetto e Geppetto non prende una posizione favorevole o sfavorevole, in merito al desiderio di paternità da parte di un uomo che ama un altro uomo. C’è una storia di sentimenti universali e non ambizioni di natura rivendicativa, altrimenti scontata e banale. Un padre (Tindaro Granata) che si ritrova a crescere un figlio (Angelo Di Genio) dopo la scomparsa del partner (il padre biologico, Paolo Li Volsi). Intorno a loro ruotano altre storie, quelle di una madre del compagno deceduto e nonna adottiva a sua volta, (Roberta Rosignoli), di un’amica (Alessia Bellotto) della coppia che ha una figlia da crescere da sola (Lucia Rea). Di un amico del figlio (Carlo Guasconi). Sono intrecci che creano un contesto sociale, affettivo, relazionale come in tutte le coppie a prescindere dall’identità di genere e dalla scelta di formare una famiglia. Qui l’argomento cardine è l’amore declinato in tutte le sue forme, senza pregiudizi. La legge che stabilisce le unioni civili tra persone dello stesso sesso è una conquista di civiltà, nonostante sia osteggiata da una parte della società italiana, sia civile che politica, influenzata dalla Chiesa Cattolica che non approva.
Il teatro di Tindaro Granata supera ogni ostacolo o retaggio culturale supportato da un’ adesione corale di tutti gli interpreti diretti con la giusta caratterizzazione assegnata ad ogni personaggio. Sul palcoscenico del Teatro Remondini in occasione del Bmotion, (la sezione dedicata teatro contemporaneo dell’Opera estate festival veneto di Bassano del Grappa), la vicenda di Geppetto e Geppetto assume un valore universale in cui ognuno può identificarsi senza mai venire meno ai propri ideali e a un’etica dove tutto viene indirizzato verso l’inclusione.
Visto al Festival Bmotion di Bassano del Grappa Teatro Remondini Bmotion Opera estate festival Bassano del Grappa, 4 settembre 2016