RUMOR(S)CENA – METASTASIO – PRATO – Franco D’Ippolito, direttore artistico del MET Teatro Metastasio Stabile della Toscana al suo terzo anno di direzione, ha presentato la Stagione 2018/2019 del Teatro Metastasio di Prato con questo manifesto in sintesi: (…) «l’ambizione di riconquistare la centralità del teatro nella vita quotidiana attraverso il confronto fra artisti e cittadini (…) un forte senso di responsabilità pubblica di un teatro pubblico (…), pensando il teatro come la punta avanzata dell’umanesimo, dove ci si interroga su vita e morte, religione, senso e fragilità dell’esistenza, società e politica, per tentare di spostare in avanti il gusto e l’abitudine del pubblico». Affiancato dallo scorso gennaio dal consulente artistico – il regista Massimiliano Civica -, uno tra i più qualificati artisti del pensiero e della pratica del teatro italiano contemporaneo, Franco D’Ippolito nel descrivere il programma scelto, affina anche due nuove direttive progettuali, ovvero l’apertura internazionale e la nascita di “Davanti al pubblico”, progetto di avviamento al lavoro per giovani registi. svilupperà nel triennio 2018-2020, cui collaborano le residenze artistiche di Castiglioncello e Sansepolcro (Armunia/festival Inequilibrio e CapoTrave/Kilowatt festival), e il circuito regionale Fondazione Toscana Spettacolo. Il cartellone si articola in tutte e quattro le sale della Fondazione: Fabbricone, Fabbrichino, Metastasio e il Magnolfi in cui andranno in scena ben 31 spettacoli di cui 14 nuove produzioni/coproduzioni e 17 spettacoli ospiti.
Con nove titoli al Metastasio, sette al Fabbricone, cinque al Fabbrichino, dieci al Magnolfi. Un nutrito cartellone di proposte per un pubblico variegato e curioso che arriva, oltre che da Prato, da Firenze e dalle città vicine.Colpiscono fra le tante proposte, le moltissime produzioni e coproduzioni, i registi le attrici e attori di punta del nostro teatro italiano, specie in un momento storico in cui in Toscana ma in generale in Italia, non regna un buon clima da parte della politica nazionale, da parte della gestione del Ministero della Cultura e delle amministrazioni locali. Tuttavia colpisce la qualità e l’eccellenza della proposta artistica. A partire dalle produzioni e co/produzioni. Si tratta della migliore offerta artistica sicuramente in Toscana, ma anche rispetto ad altre Regioni. Fra le proposte le piu significative ci sembrano quelle di Frosini/Timpano con Aldo Morto – un lavoro straordinario di recupero di memoria collettiva da parte di un quarantenne romano drammaturgo attore e regista Daniele Timpano, che non aveva avuto esperienza per ragioni di anagrafica, di quella angosciante e tuttora vivissima oscura vicenda tutta italiana del sequestro e assassinio di Aldo Moro e Acqua di colonia, una rivisitazione del colonialismo italiano in Spettacoli già in circuitazione da tempo ma suscettibili di dibattiti e prese di posizione anche critiche tra artisti e spettatori.
Fra i progetti sembra interessante anche Piccole conversazioni- un progetto di conoscenza dell’Artista, incontri fra pubblico e Compagnie. Il lavoro di Laura Curino a Ivrea sull’industriale e intellettuale Adriano Olivetti, di cui ancora molto si narra nelle cronache e nelle rivisitazioni mediatiche attuali. Massimiliano Civica introdurrà con Parole imbrogliate su Eduardo de Filippo, una ricognizione guidata fra Orson Wells e Petrolini.
Ci saranno poi tutte le neo produzioni e coproduzioni. Con vista su classici come La bisbetica domata con Tindaro Granata, Angelo Di Genio, Christian La Rosa, Igor Horvat, la regia di Andrea Chiodi rilettura della commedia di Shakespeare. Una commedia tutta da ridere, fatta di atrocità e strani rapporti, amore e interesse, finzione e travestimento. Le Baruffe chiozzotte goldoniane riviste da Paolo Valerio fino a Jan Fabre con The night writer. Giornale notturno: un ritratto del poliedrico maestro fiammingo, un monologo composto da brani del suo diario e frammenti dei suoi spettacoli che ne ripercorre la vita e celebra le sue riflessioni. Una nuova produzione internazionale de La Maladie de la mort: utilizzando un dispositivo che predispone ad una visione in soggettiva attraverso gli occhi dei protagonisti, Katie Mitchell fa narrare il testo de la Maladie de la mort di Marguerite Duras a una famosa attrice cinematografica. In scena, come in un thriller psicologico sul tema di dominazione maschile e voyeurismo, un uomo che paga una donna per soddisfare tutti i suoi desideri, in una stanza d’albergo, dove poi la guarda dormire in silenzio.
Le 14 nuove produzioni/coproduzioni
Letizia Renzini (Decameron.02 da Boccaccio)
Alessandro Averone (Il piacere dell’onestà di Luigi Pirandello)
Opera di Pechino/Marco Plini (Turandot)
Daria Deflorian e Antonio Tagliarini (Quasi niente)
Katie Mitchell (La maladie de la mort di Marguerite Duras)
Nina’s Drag Queen (Queen Lear da Re Lear di Shakespeare)
Anagoor (Orestea da Eschilo)
Federico Tiezzi (Faust Mefistofile di Goethe)
Christian Cerasoli (Happy Hour),
Clyde Chabot (Sicilia)
Riccardo Goretti (Stanno tutti male)
Jan Fabre (The night writer)
Carmelo Alù (Cani morti di Jon Fosse)
Massimiliano Civica (Scampoli).