PISTOIA – Esistono realtà teatrali italiane come l’Associazione Teatrale Pistoiese che da molto tempo opera sul territorio in grado di qualificare l’offerta culturale – decentrando a tutti i livelli molte iniziative – di venire riconosciuto (unica nuova istanza ad accedere all’elenco degli Enti stabili) Centro di produzione teatrale per il 2015-2017. Nata nel 1984, l’ATP oltre a gestire l’attività del Teatro Manzoni, rappresenta un modello di sistema teatrale territoriale molto ben organizzato, e cura anche gli eventi estivi del Pistoia Festival. L’apertura verso i nuovi linguaggi, ad una mescolanza di generi differenti, ha determinato la nascita delle rassegne Teatri di Confine, Infanzia e Città, impulso ad attività di formazione rivolte ad ogni ordine di scuole: Piccolo Sipario, A Teatro con la scuola e la famiglia, A scuola di Teatro. Nel biennio 2014-2015 è stato attivato il Teatro Laboratorio della Toscana, corso di alta formazione per attori diretto da Federico Tiezzi. L’Associazione gestisce anche la Scuola di Musica e Danza “Mabellini”, con il compito di offrire didattica e formazione musicale.
Il Ministero dei beni e delle attività culturali tramite la Commissione consultiva per la prosa, ha riconosciuto una progettualità di alto livello e ha decretato per il 2015 di erogare un finanziamento di 185 mila euro. Il lavoro del presidente dell’ATP, Rodolfo Sacchettini, (l’associazione è diretta da Saverio Barsanti), ottiene questo prestigioso riconoscimento che porta Pistoia ai primi posti della classifica dei teatri italiani. Lo afferma con giustificato orgoglio Sacchettini :«Abbiamo lavorato per alzare la qualità delle nostre proposte, aprendoci ai linguaggi del contemporaneo, sostenendo i gruppi teatrali giovanili, dedicando un’attenzione particolare al teatro per l’infanzia, mantendendo vivo il rapporto con la tradizione, e aprendo sempre più alla città e al territorio». Aprendo anche verso destinazioni che portano lontano, verso altre mete, viaggiando sui binari ferroviari.
Il Progetto T. da Pistoia a Porretta (2015-2017) ideato e realizzato dal gruppo degli Omini, ne è la prova. Si distribuisce su un triennio, sviluppando attraverso il rilancio del territorio, con l’intenzione di recuperare la memoria e la cultura stessa del suo ambiente, e così facendo, il teatro diventa portavoce di storie e di imprese umane. La compagnia in residenza all’Associazione teatrale pistoiese composta da Francesco Rotelli, Francesca Sarteanesi, Giulia e Luca Zacchini, hanno dato vita ad uno dei percorsi teatrali di alto valore culturale, mai realizzati in precedenza. Parte dalla stazione di Pistoia, dove nel Deposito dei rotabili storici, è andato in scena lo scorso mese di luglio, (a bordo di carrozze ferroviarie) in prima nazionale, lo spettacolo“Ci scusiamo per il disagio”. L’esito finale e drammaturgico di un’indagine che ha raccolto ben 150 interviste in un mese realizzate alla stazione di Pistoia. Un metodo abitualmente utlizzato dagli Omini: quello ‘etnografico’ sul campo. Storie di passeggeri, di ricordi e di emozioni, di viaggi in partenza, di vite al limite. Di vite sui treni che non arriveranno mai a destinazioni. Implicazioni sociologiche si mescolano ad una annedotistica che fa di questo progetto: “Un concentrato di umanità in movimento (le stazioni ferroviarie sono un incrocio di esistenze multiforme, ndr), il ritratto di un non luogo fatto di regole diverse. Il ritratto di una giornata compressa, tra il reale e il metafisico, tra personaggi che ritornano e ombre che vagano cercando di partire”.
Il contesto storico è quello della linea ferroviaria Porrettana, realizzata nel 1864, una delle più antiche d’Italia. 99 chilometri di strada ferrata riaperta lo scorso anno. 150 anni di vita. Unisce Pistoia a Bologna. “Scala montagne, attraversa boschi, corre sui precipizi, scorre col fiume, costeggia paesi e ritaglia panorami sospesi”.Tutto inizia con una T: treno, territorio, transapenninica, Toscana, (un progetto di tre anni), il Teatro (nei vagoni in disuso non più in circolazione come la celebre “centoporte”) e altro Tempo che gli Omini spiegano di avere bisogno per raccontare e viaggiare ancora. Il teatro sale in treno. La partenza dal Deposito in cui sono conservati carrozze storiche, messe a disposizione grazie alla collaborazione della Fondazione FS italiane, che gestisce il parco rotabile. “Susateci per il disagio” (frase che ogni passeggero conosce molto bene, quando il suo treno viaggia in ritardo), è uno spettacolo che riporta la memoria indietro negli anni, e grazie anche ad un’ambientazione scenografica storica, altamente suggestiva, tra sbuffi di vapore di una locomotiva, vagoni disposti in modo obliquo, cattura l’attenzione di tutti i sensi. Voci e suoni, annunci, racconti di uomini e donne la cui vita ha gravitato intorno alla stazione. Si intrecciano storie di un’umanità anche dolente, fatta di sogni, di solitudine, di speranze mai esaudite.
Aleggia tra le luci dei vagoni, un’ironia leggera, momenti drammatici raccontati con una narrazione fluida, a tratti drammatica, stemperata dal suono del parlato toscano. Eppure, i temi toccati sono densi di vissuti biografici, estrapolati dalle testimonianze raccolte: la vita di un uomo che da giovane vendeva il suo corpo nei bagni, c’è chi sperava di prendere il treno ed emigrare. La vita passata in treno da una coppia di genitori, provenienti dal Sud, per andare a trovare la figlia disabile in carico ai servizi sociali. Citazioni che raccontano di operai contaminati dall’amianto. Dialoghi in cui puoi trovare come l’animo umano sia perennemente in viaggio. La regia sfrutta a pieno il gioco di movimenti tra una carrozza e l’altra, apparizioni e sparizioni per poi sbucare dai finestrini con indosso delle enormi teste di piccione, ad ascoltare le storie di altri. Un megafono annuncia le partenze, una voce metallica che si mescola al rumore di sbuffi, di suoni, dello stridere di freni. E uno dei momenti più esilaranti è quando si sente dopo l’annuncio di non oltrepassare la linea gialla, fare delle domande ai Tre attori, tre officianti per un T dal sapore nostalgico, un Tempo sui treni potevi fare amicizia, scambiarsi le proprie esperienze, raccontarsi. Storie come quella della Signora che si racconta, seduta sul sedile della carrozza, superbamente interpretata da Francesca Sarteanesi.
Il pubblico viene a trovarsi dentro queste storie, le vive come si possono vivere salendo e scendendo dai treni. Ne esce un ritratto di un’Italia quasi smarrita (ma forse lo è), rappresentazione teatrale contaminata felicemente da rimandi cinematografici, irreverente quanto poetica. Suggestioni sonore sulle note di Shock in my town di Franco Battiato e un finale strepitoso, quando i tre bravissimi interpreti si congedano dando le spalle al pubblico, sulle note di C’era una volta il West, composte da Ennio Morricone. Alzando la polvere illuminata dai fari della locomotiva, finisce nel buio un viaggio che ti resta dentro e (T)i accompagna verso la tua stazione d’arrivo.
Il treno degli Omini proseguirà il prossimo anno sui binari della Porrettana” (il titolo provvisorio è “Eccetto Piteccio”), con tappe in tutte le stazioni, e si concluderà nel 2017 dove si prevede una messa in scena a bordo di un treno storico. Tra le manifestazioni collaterali la “Presentazione alla città del Progetto T”, la mostra fotografica alla stazione di Pistoia “Tra pochi minuti” curata da Gabriele Acerboni, le azioni performative per tre Omini con megafono “Ringraziamo per la tensione”.
Un altro viaggio questo più virtuale e narrativo, è “Il Giro del mondo in 80 giorni” da Jules Verne, reading a puntate per due attori, musicisti vari e qualche colpo di scena, visto in prima nazionale nella suggestiva Villa Di Scornio, (merita una visita per la sua storia e gli affreschi di pregio) sempre a Pistoia. Il Teatro Sotterraneo incontra il romanzo d’avventura di Verne. Un ciclo di letture sceniche con inserti di musica dal vivo, giocate con la consueta sagacia e ironia del gruppo toscano che ha la residenza artistica presso l’Associazione Teatrale Pistoiese. Due viaggiatori d’eccezione: Sara Bonaventura e Claudio Cirri, su adattamento di Daniele Villa. Il primo episodio “trasportava” con la fantasia e l’immaginazione da Londra a Bombay, viaggando a bordo di treni, piroscafi, elefanti, dall’Inghilterra andata ritorno, attraversando l’Egitto, India, Cina, Giappone e Stati Uniti d’America. Le avventure di Phileas Fogg alle prese con la sfida di circumnavigare la Terra in 80 giorni, scommettendo 20.000 sterline. Una corsa contro il tempo. Accompagnati da Emma Longo al flauto e Sofia Morano al violino, ( di una bravura che stupiva data la giovane età) della Scuola di Musica e Danza Mabellini, i due protagonisti dall’eloquio fluido e accattivante, come si conviene per una recitazione su testi letti, si prodigavano per raccontare il viaggio tramite delle cartoline, quasi fossero dei presentatori televisivi. Un format simile ad uno dei tanti visti in televisione, con la differenza che visto nella magnifica Sala delle Carrozze, assumeva un fascino del tutto singolare.
Incursioni nel mondo fantastico di Verne, grazie all’ausilio di una gigantesca mappa geografica su cui appuntare le varie tappe del Giro .Si va oltre alla realtà per accedere a paesi esotici, descritti, narrati, esaltati da una recitazione sempre di ottimo livello. Godibile come lo possono essere le favole moderne ricche di metafore, il pubblico è reso partecipe e sottposto ad prove, e risponde a domande. Un’interazione intelligente, senza rischiare di cadere nella retorica di una narrazione colta e illustrativa. L’ironia che da sempre distingue il lavoro di Teatro Sotteraneo è lo strumento più idoneo per far conoscere e divertire. Tra arrivi e partenze, compare sul fondo da un portone che si spalanca, un’auto d’epoca su sui salgono Sara e Claudio per andare via. Il viaggio prosegue…
Progetto T , prima fermata Pistoia
29 maggio 19 luglio 2015
Gli Omini
Prima nazionale
Visto al Deposito rotabili storici di Pistoia il 9 luglio 2015
Il Giro del Mondo in 80 giorni da Jules Verne
concept e regia Teatro Sotterraneo
con Sara Bonaventura e Claudio Cirri
adattamento Daniele Villa
Prima nazionale
Visto a Villa Di Scornio Pistoia il 9 luglio 2015