Teatro, Va in scena a — 05/02/2012 at 11:48

Ouverture Alcina con Ermanna Montanari va in scena nella sua Ravenna

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Va in scena per la prima volta alle Artificerie Almagià – per la stagione Nobodaddy di Ravenna, lunedì 6 gennaio alle 21 “Ouverture Alcina”, lo spettacolo che Ermanna Montanari ha portato sulle scene da Mosca a New York. Tratta dai materiali drammaturgici e musicali dell’Isola di Alcina, uno degli spettacoli cardine del Teatro delle Albe, Ouverture Alcina è una performance vocale intorno alla figura dell’omonima maga descritta da Ariosto che vede in scena l’attrice con il testo in dialetto romagnolo di Nevio Spadoni, le musiche originali di Luigi Ceccarelli e la regia di Marco Martinelli. Una performance-concerto in cui il teatro si sprigiona dal combattimento tra la voce e le musiche elettroacustiche, un’alchimia che attraverso l’ “incomunicabilità” di una lingua “ultralocale” ne fa il proprio punto di forza trasmutandolo in musica.

Nel poema rinascimentale di Ludovico Ariosto, la maga Alcina, dopo aver sedotto diversi cavalieri per poi tramutarli in cani, porci e alberi, si innamora di uno di essi perdendo così il suo potere d’incantatrice. Da lui abbandonata si riduce a una pena straziante e inguaribile, e vorrebbe morire ma non può, perché come scrive Ariosto, “le fate morir sempre non ponno”.

Il componimento di Spadoni, calato nella profonda campagna romagnola e nella sua potenzialità onirica, ritrae un’Alcina contadina, custode di un grande canile e tutrice della sorella impazzita d’amore per uno straniero, uomo col quale la gente dice che lei stessa si sia presa piacere.

Ouverture Alcina è la sovrapposizione di queste due storie legate dal girare a vuoto della fissazione amorosa, ed è il “canto” immobile di una ferita d’amore. “È un concerto-performance dove la voce e la musica formano la stessa materia scenica. Non c’è azione, non c’è dramma: solo l’errare della voce vagabonda, visione fabulatoria in cui ci si può perdere come nello schianto dei sogni” affermano Marco Martinelli e Ermanna Montanari, che con la sua vocalità magnetica si è aggiudicata ben quattro Premi Ubu come “migliore attrice italiana”.

La maga è sola in scena, si muove in uno spazio buio, a tratti attraversato da lampi di luce, che ne mostrano il corpo dolente come quello di una danzatrice butoh, all’interno di uno spazio sonoro orchestrato in diretta dallo stesso compositore.

Il termine ‘ouverture’ – proseguono Martinelli e Montanari – è noto in musica soprattutto come introduzione alle opere liriche, ma nell’Ottocento ha designato anche sinfonie autonome, come l’Ouverture 1812 di Ciaikovski. È in tal senso che abbiamo scelto questo termine, anche per il suo stare sospeso e ambiguo tra la sfera musicale e quella psichica: ‘ouverture’, apertura, introduzione all’universo mentale di Alcina, al suo vorticoso precipitare”.

 

Sempre lunedì 6 febbraio, alle 17 al Teatro Rasi, si terrà l’incontro con lo studioso tedesco che ha teorizzato la nozione di teatro post-drammatico Hans-Thies Lehmann (Professore Emerito di studi teatrali della Goethe-Universität di Francoforte). “Ripartire dal postdrammatico” è condotto da Gerardo Guccini (docente di Drammaturgia al Dams dell’Università di Bologna) e rappresenta un’occasione esclusiva di approfondimento del linguaggio teatrale contemporaneo e delle rinnovate forme di composizione scenica. Partecipa in veste di interlocutrice e traduttrice la drammaturga Sonia Antinori, evento patrocinato dal Dipartimento di Musica e Spettacolo – Alma Mater Studiorum – Università di Bologna e rientra nelle attività che supportano la candidatura di Ravenna a Capitale Europea della Cultura 2019.

 

Per informazioni e prenotazioni Ravenna Teatro, via di Roma 39, Ravenna – tel. 0544 36239 3337605760, mail: nobodaddy@ravennateatro.com

 

 

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