Va in scena in prima nazionale al Teatro Spazio 14 di Trento da venerdì 8 a domenica 10 marzo PASS/AGES (inizio alle 20.45), in scena Silvia Furlan, regia e drammaturgia Elena R. Marino. Una produzione di Teatrincorso, organizzazione Clara Coser.
Pass/ages debutta come un’articolazione del progetto 2012 – 2013 “Riti di passaggio/This is the box”, di performance/installazione che tocca le tematiche del vissuto temporale e della codifica sociale e politica delle età dell’essere umano e del cittadino e che verrà portato in scena a dicembre 2013.
Pass/ages indaga il “passaggio di testimone”, l’avvicendarsi tra vecchio e giovane come dramma dell’io fra modalità consumistiche e follia egocentrica, o necessità di salvarsi dal naufragio, di individuare dei pertugi possibili nel muro del tempo e delle generazioni.
Un testo altrettanto franto, multifaccia, che all’individuo assegna continui spostamenti di senso e di posizionamento, privo di personaggio, intessuto di personaggi che si sono trasformati in mitologemi, in varianti di un pensiero, in carnificazioni di un desiderio. Ci può essere dignità umana a scadenza? Invisibilità programmata? Manipolazione costante del senso d’identità a fini utilitaristici e commerciali?
Il buon senso e la civiltà farebbero dire di no. Eppure soprattutto la parte femminile dell’umanità (soprattutto in Italia), si trova sotto il tiro di una doppia discriminazione: a quella sessista si aggiunge quella dell’età, “ageist”, secondo un termine ormai nell’uso comune in molti paesi di area anglosassone attenti al problema, dove gli atteggiamenti discriminatori in riferimento all’età sono perseguiti come tutti gli altri fenomeni discriminatori e “razzisti”, ma termine che non ha corrispondente di attenzione al problema in Italia, dove per tradizione più faticano ad entrare nella comune coscienza collettiva normali conquiste di senso civile e morale.
Si scade / quando si scade? / quando è accaduto? /un compleanno / una torta troppo piena di candeline / gli amici ti accolgono con le frasi di rito / i sorrisi li vedi, le mascelle di gomma stampate / applicate sulle facce / i loro occhi a strati, vetri opachi, specchi / e nella festa già si preannuncia il rito/ il gioco crudele che è utile a tutti / tranne che a te…
Le donne in Italia, dopo una certa età, scadono e diventano invisibili rispetto ai media, oppure sono ancora bersaglio di vecchi atteggiamenti denigratori e umilianti. Pass/ages è uno spettacolo dedicato a questo tema, che coinvolge non solo i “vecchi”, ma anche e soprattutto i giovani, manipolati e usati come vessillo per un ricambio generazionale che mai avviene o, quando imposto a fini politici e propagandistici, si configura piuttosto come istigazione a un inutile odio tra generazioni, del quale traggono beneficio i non-giovani e non-vecchi: semplicemente i “per sempre potenti”.
Un’attrice in scena e una drammaturgia sperimentale per raccontare un possibile percorso attraverso la selva di luoghi comuni sull’età, fra i quali non è più possibile individuare un sereno e costruttivo passaggio attraverso le varie fasi programmate per ogni essere umano: dalla gioventù alla vecchiaia.
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