Recensioni — 05/03/2022 at 13:43

Sono giovani “Argonauti-Xanax” affetti da attacchi di panico…

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RUMOR(S)CENA – MILANO – Andato in scena al Teatro Filodrammatici di Milano dal 22 al 27 febbraio 2022, già il titolo, “Argonauti e Xanax” [http://www.teatrofilodrammatici.eu/spettacoli/argonauti-e-xanax], colpisce subito per la sua dualità dialettica. Quasi un ossimoro. Dice di una dimensione mitica, certo, ma anche di un evidente affondo sulla contemporaneità più prosaica. Allude alla fragilità e a quelle nevrosi, che, stigma nei secoli passati, da fine ‘800 hanno iniziato ad esser maneggiate – non sempre con cura -, fino a penetrare nella quotidianità. Una “normalità addomesticata”, che all’improvviso fa capolino nell’arte, nella letteratura, nel dissidi socio culturali; ma poi anche nei modi e nelle mode da talk show o nel quasi distratto sentire: “Il mio psicologo…”, che ancora un po’ ci fa sobbalzare.

crediti foto Marco Ragaini

Il progetto

E ancor più fa sobbalzare – stavolta in accezione positiva – il fatto che questo spettacolo sia l’encomiabile frutto dello uno sforzo creativo e produttivo di una compagnia di giovanissimi: i Caterpillar [https://www.compagniacaterpillar.org]. Diplomati nel 2017 con medaglia d’oro alla classe, la loro passione-teatro non solo li ha condotti sulla via di questa professione, ma li ha anche colmati del desiderio di progetti di senso. Galeotto, forse, anche l’incontro con gli Eco di Fondo, [http://www.ecodifondo.it] compagnia poco plus agée, ugualmente formata all’Accademia dei Filodrammatici di Milano ed egualmente engagée in tematiche a sfondo civile e sociale con un’attenzione particolare nei confronti dei giovanissimi Da “Orfeo ed Euridice”, su amore e stato vegetativo, a “La Sirenetta”, sulla discriminazione di genere e le sue conseguenze estreme,fino alla recentissimo “La notte di Antigone”, ispirata alla figura di Ilaria Cucchi: con loro hanno collaborato in “Sono solo nella stanza accanto”, che tratta il delicatissimo tema del cyber bullismo.

In questo “Argonauti e Xanax” il focus è sugli attacchi di panico “Fenomeno che colpisce prevalentemente tra i 18 e i 25 anni – si legge nel web -, tanto che in questa fascia circa il 33% dei giovani ha sperimentato i sintomi del panico”; e, ancora: “hanno un’incidenza nella popolazione generale tra l’1,55 e il 3,5% quando sono un fenomeno cardine del Disturbo di Panico e del 14% se ci si riferisce ad attacchi di panico saltuari” (6 Ottobre 2021, sul sito dell’IRCCS Humanitas, https://www.humanitas.it/news/ansia-patologica-e-attacchi-di-panico-un-disturbo-comune). Di qui l’importanza di creare un prodotto capace di avvicinare i giovanissimi e non solo: i Caterpillar lo fanno attraverso un approccio capace di mixare i colori sgargianti e scanzonati delle serie americana alla“Friends” con la più ruspante autenticità dei nostri caserecci “I ragazzi del muretto”, o, più di recente, “Provaci ancora Prof”, “La scuola” et similia, in versione raffinata e minimal dark.

Daniele Vignozzi

Valore aggiunto è la capacità di far passare una serie di informazioni nodali, per chi dovesse trovarsi di fronte allo sgomento di scoprire/gestirne i sintomi. Non a caso, lo spettacolo è sostenuto dall’Ordine degli Psicologi Lombardi e, attorno a questo, è stato ideato un pacchetto per le scuole, che comprende anche l’incontro con una psicologa.

Il plot

La trama racconta del delicatissimo periodo post maturità (il primo vero rito di passaggio della nostra società), in ciascuno è finalmente chiamato ad un’autodeterminazione autonoma. Sbollita l’euforia di bagordi e festeggiamenti, ecco subentrar l’ansia: “E adesso?”.

L’intreccio riacciuffa il bandolo dal ritorno di Marco (Edoardo Barbone), partito per il Perù sulle ali del sogno di diventare uno scrittore. Una scelta sofferta, che lo aveva portato a rinunciare a tutte le sue confort zone, compresa la relazione con la coetanea Cecilia (Gaia Carmagnani), rimasta per onorare il proprio progetto di vita universitario. Tutt’attorno gli amici – ruoli scritti sartorialmente sugli stessi attori e replicanti clichés facilmente identificabili -: l’assennato Andre (Luigi Aquilino), a cui fa da contraltare lo scanzonato Jack (Eugenio Fea), l’indipendente Vanda (Ilaria Longo), sospesa fra un qual certo conformismo e il desiderio di mordere la vita fino a provarci con un poco sobrio Teo (Pietro De Nova) e Sara (Valentina Sichetti in sostituzione di Denise Brambillasca), personaggio “selvaggio e tentatore”, che il giovane protagonista sovrappone alla maga Medea.

Già perché la suggestione resta quella degli Argonauti, mitici viaggiatori alla ricerca di quel vello d’oro che, come la veste nuziale stregata da Medea, qui rischiano di bruciare chi lo sfiori.

Lo spettacolo

Non è una tragedia, quel che i Cartepillar intendono raccontare; al contrario la drammaturgia di Daniele Vagnozzi mixa flash back e narrazione lineare per dipanare quel filo di Arianna capace di condurre verso l’uscita già, perché, per quanto sconvolgenti possano apparirne i sintomi, dal DAP (Disturbo da Attacchi di Panico) si guarisce, se si fanno le scelte giuste.

Registicamente, lo stesso Vignozzi riesce a mantenere i vari piani temporali distinti eppure intimamente interlocutori grazie ad un gioco di bui e quadri narrativi a scomparsa. Ciò dona incisività a questo spettacolo spesso giocato sullo straniamento di dialoghi fra personaggi di fatto isolati, anche scenicamente, da luci perpendicolari e asfittiche. La scenografia spoglia ma non povera – vox rubata ad un commento in platea – intercetta pochi ma efficacissimi elementi – che, pure, sono in grado di costruire interi ambienti di senso. I palloncini dorati della festa di maturità, il film in polietilene, che tutto ovatta (come nei sintomi della derealizzazione e depersonalizzazione di chi soffre di questo disturbo) o la dovizia di particolari della pur essenzialissima casa/rifugio, che con estrema fatica Marco trascina in scena al ritorno dal Perù. È un gesto capace di sintetizzare tutta la portata esistenziale – e per ciò stesso universale e, in qualche modo, mitica – di questo Giasone, Argonauta contemporaneo. Ma valore aggiunto paradossalmente sta nella scappatoia.



Ilaria Longo, Gaia Carmagnani, Valentina Sichetti
Edoardo Barbone, Pietro De Nova il drammaturgo Daniele Vignozzi
Denise Brambillasca, Luigi Aquilino ed Edugenio Fea

Se la tragicità dell’eroe antico derivava dall’epico scontro fra il Destino comunque immodificabile e il suo strenuo andargli (in)contro, nonostante tutto, l'(anti)eroe contemporaneo, per quanto figura tumefatta e in minore, ha però dalla sua quel libero arbitrio, che gli consente anche di scegliere di lasciar stare e che non bisogna per forza portare tornare col vello d’oro, se, per far questo, rischiamo di perdere noi stessi, sopraffatti dall’ansia (da prestazione) e dalla paura (del fallimento con conseguente esclusione sociale).

E tutto questo i Caterpillar ce lo raccontano con l’intonso entusiasmo e la fiducia di chi ancora creda al nonostante tutto – come quei rapporti di amicizia giocati in scena che, lungi dall’essere idealizzazioni mitiche di qualcosa di perfetto, si mostrano però abbastanza sostanziali da sopravvivere alla tempesta. Così, se qualche passaggio drammaturgicamente non è dei più affilati o se, a tratti, riluce un qual certo sentimentalismo, si indulge facilmente di fronte a questa compagine di motivatissimi produttori e distributori di progetti pensati e tessuti “in rete” (la sola possibilità reale per un certo teatro contemporaneo) oltre che di ottimi attori, non a caso medaglia d’oro alla classe nell’anno di diploma all’Accademia.

Visto al Teatro Filodrammatici di Milano il 24 febbraio 2022

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