SAN GIMIGNANO (Siena) – La giornata è torrida, talmente afosa che qualcuno lamenta dei malori. A metà pomeriggio la via principale della città inizia ad animarsi, mentre la calura scema e le ombre si allungano sotto le torri imponenti. Una sposa si fa largo tra la folla dei turisti annunciata dal rullo dei suonatori di tamburo in abiti medievali. Restiamo sbalorditi quasi quanto una famiglia tedesca che ride divertita. Anche questa è San Gimignano.
E le sorprese continuano. Il Festival Orizzonti Verticali ha invaso le strade e propone, in questi giorni, una serie di eventi gratuiti che invitano la cittadinanza a una partecipazione attiva. In piazza del Duomo, a partire dalle cinque del pomeriggio (sebbene lo spettacolo debba iniziare alle 19, anziani, famiglie, bambini e turisti soprattutto stranieri – si siedono composti per assistere all’entrata della sposa in chiesa, e di seguito alla suggestiva performance di danza, ideata da Tuccio Guicciardini e Patrizia de Bari, Bianchisentieri.
Prima di lasciarsi coinvolgere dalla grazia delle cinque fanciulle, avvolte da lunghe volute (realizzate con semplici fogli di carta arrotolata), in grado di cangiare con sorprendente velocità delle luci al tramonto, grazie anche al gesto poetico e alla perizia tecnica, di trasformarsi in corsi d’acqua, code di drago, o in qualunque altra immagine conturbante, è l’ora della passeggiata socratica con Carlo Infante. Talk + Walk è un modo nuovo e diverso di scoprire la città, camminando per le sue strade, inoltrandosi nei vicoli, intrufolandosi in anditi solitamente esclusi al pubblico. Spettatori, critici e operatori del settore tentano di dialogare intorno al tema: “L’arte dello spettatore e il turismo esperienziale”, e nel contempo hanno l’opportunità di visitare delle mostre, prendere visione di installazioni sparse per il borgo, ed entrare nell’ex carcere (dove dovrebbe, il condizionale è d’obbligo – sorgere un nuovo spazio all’aperto), da adibire ad eventi con una capienza di 1700 posti a sedere. A Carlo Infante va riconosciuto il merito di avere creato un format piacevole capace di suscitare un confronto non accademico e il godimento della passeggiata in sé.
La sezione Teatro ospitava un’anteprima di Animali da Bar della Compagnia Carrozzeria Orfeo. Lo spettacolo è solido, ottimamente interpretato (citiamo la bravissima Beatrice Schiros e a pari merito anche Paolo Li Volsi), con una scenografia funzionale, rappresentata da bancone posto in diagonale, capace di garantire ottime possibilità per le entrate e le uscite, soluzione in grado di aumentare la naturalezza dei movimenti degli attori. Le luci puntuali e molto espressive. Le perplessità, nonostante il testo, offra un’ immersione totale nello sfascio di un Paese infarcito di luoghi comuni, odi razziali, paure ataviche e pregiudizi talmente radicati da assurgere a semi-verità, qualcosa non funziona del tutto.
I personaggi sembrano più statici e prevedibili, che non figure a tutto tondo dotate di un ventaglio di emozione e in grado di evolversi nel corso dell’azione. L’azione stessa, soprattutto all’inizio, è ridotta all’osso e sostituita da tirate lunghe e troppo precise per suonare veritiere – come capitava in quei bei filmoni di epoca maccartista – quando l’eroe si dilungava in battute esemplari, e sapeva sempre quale fosse la giusta morale da elargire al pubblico.
Le battute non mancano ma spesso sono semplicemente tali e non il frutto di un insieme di linguaggi, se usati con ironia, capaci di condurre alla risata. Si ride perché il battibecco funziona, come la boutade della Madonna: “Il primo utero in affitto della storia”. Diversamente dalle risate provocate dall’ insieme di situazioni paradossali, contrattempi, equivoci e parodie che conducevano gli spettatori di Thanks for Vaselina, nell’universo di una carlina zoppa e di due svitati che avevano deciso che la loro missione era riportare la marijuana ai messicani, defraudati della loro “roba” dal governo degli Stati Uniti e dalla guerra alla droga.
Qui, invece, sembra mancare quella leggerezza unita a una forte dose di autoironia, che ultimamente è venuta meno anche ad altri grandi registi – sebbene cinematografici – come Pedro Almodóvar o Tim Burton. Forse ci vorrebbe una nuova fabbrica di… cioccolato.
Visti a Orizzonti Verticali, sabato 4 luglio, varie location, San Gimignano
piazza Duomo, cortile del Palazzo comunale
Talk + Walk
Generazioni a confronto
piazza Duomo
Bianchisentieri
ideazione Tuccio Guicciardini e Patrizia de Bari
produzione Giardino Chiuso/Orizzonti Verticali
con il sostegno di Regione Toscana
(performance itinerante danza – creazione originale)
Rocca di Montestaffoli
Carrozzeria Orfeo
Animali da Bar
di Gabriele Di Luca
con Beatrice Schiros, Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Pier Luigi Pasino, Paolo Li Volsi
voce fuori campo Alessandro Haber
(teatro/prosa)