CAGLIARI – Divertissements e fiabe per bambini, spettacoli di danza e nouveau cirque, incursioni nell’hip hop e visite “guidate” alla Galleria d’Arte per il Festival DanzEstate 2016 firmato Asmed che si è svolto ai Giardini Pubblici di Cagliari. Una misteriosa sconosciuta attraversa a passo di danza le sale della Galleria Comunale, conducendo i visitatori alla scoperta delle opere della Collezione Ingrao: di lei si sa solo il nome, Ines, lo spirito inquieto che abita l’antica polveriera trasformata in pinacoteca, o magari un’artista impegnata nelle prove di uno spettacolo di cui elargisce piccoli frammenti coreografici e canori. “Il museo danzante” – cuore del Festival: ideazione e regia di Karim Galici – , che firma anche la drammaturgia insieme a Silvia Ferrari e la danzatrice Adriana Monteverde, interprete poliedrica della performance in cui si intrecciano teatro, musica e danza, propone un insolito sguardo sulle opere d’arte. Induce a cercare una verità oltre la forma e il colore, un legame tra l’autore e la sua creazione.
Viaggio nella memoria e nella storia dell’arte, tra un ritratto di bambina del napoletano Gennaro Maldarelli e i dipinti di Domenico Colao, seguace di Giovanni Fattori, tra opere plastiche, come un’intensa testa femminile, e la tragica “figura maschile” di Lorenzo Viani, la serie dei disegni e le lettere tra Francesco Paolo Ingrao e Giorgio Morandi, fino alla quadreria in cui spicca, in un gioco di specchi, il “Ritratto di Ines” di Umberto Boccioni. Un excursus tra i dipinti di Mario Mafai – come “Il suonatore di fisarmonica” che pare animarsi creando la colonna sonora per un balletto – e Ottone Rosai, le donnine allegre di Mino Maccari con il ritratto dell’amico Leo Longanesi, le opere della pittrice Deiva De Angelis (che “dipingeva come un uomo” secondo l’ambiguo complimento di Anton Giulio Bragaglia), tra un immaginario corteo nuziale e gli effetti della guerra ne “La batosta” di Mario Sironi. La vivace temperie culturale italiana ed europea tra Ottocento e Novecento affiora nel racconto in soggettiva di Ines, amica e musa ispiratrice di Umberto Boccioni, tra i quadri di Filippo De Pisis, Fortunato Depero, Gino Severini, Nino Caffè, Pietro Gaudenzi, senza dimenticare l’emblematica e icastica “Madre dell’ucciso” di Francesco Ciusa.
Visioni d’artista con cui la creatura palpitante di vita, pur nella sua dimensione sospesa tra realtà e sogno, sembra dialogare, offrendo preziosi dettagli, spunti, aneddoti e ricordi. Un percorso emozionale in cui l’esposizione si trasfigura in racconto, e le figure sembrano varcare i confini della cornice, ritornare nel flusso del tempo, rifarsi paesaggio, uomini e donne colti in una particolare espressione e disposizione dello spirito, immortalati in un gesto che ne racchiude l’essenza, attraverso la sensibilità dell’artista. Il progetto site specific, pensato per la Galleria Comunale di Cagliari, con la preziosa eredità del collezionista, rimette in gioco i termini di un Festival che con il suo colorato prologo itinerante e la rosa di spettacoli e performances ha impreziosito l’estate in città – non solo vetrina per artisti e compagnie, ma anche spazio di ricerca e interazione tra i linguaggi, di rilettura del paesaggio urbano e reinvenzione dei luoghi in funzione dell’arte e della cultura contemporanea, aperta alle “contaminazioni” e alle suggestioni del presente.
La quarta edizione del Festival DanzEstate – nel solco di una tradizione iniziata vari decenni fa, con grandi eventi e stelle del panorama internazionale – punta soprattutto sulle giovani generazioni e sul coinvolgimento dei quartieri storici: spettacoli di teatro e danza per bambini e ragazzi (tra la dimensione fiabesca di “Bianca e Rossa”, “Hansel e Gretel” e “La regina di ghiaccio” e la storia e le leggende dell’Isola in “Alla ricerca dei nuragici” e “Un mare di miti”), il laboratorio e la mise en scène de “La Bella e la Bestia” e “La storia di Azur e Asmar” proposta da Theandric, ma anche le Danze Senza Quartiere. Queste ultime – frutto di un percorso coreografico in quattro movimenti affidato ad Antonio Bissiri, Matteo Corso, Michela Laconi e Livia Lepri, ambientato nel Parco dell’ex Vetreria, a Monte Claro, nel Parco della Musica e ai Giardini Pubblici – sono culminate in un esito scenico, con le quattro sequenze danzate, in successione, in forma di microstorie tra pathos, ironia e delicata poesia.
Tra gli eventi clou della kermesse, l’incantevole “Les clowns meurent comme les éléphants” del Théâtre Crac: un racconto fantastico e (quasi) senza parole, scritto e interpretato da Anthony Mathieu e Simone Venditti, una favola nera in cui si affrontano il tema della morte, la crudeltà e il mistero, ma anche l’origine della vita e la speranza. In un mondo immaginario in cui è possibile dialogare con il proprio cuore, e cambiarlo, e scoprire lo spirito bambino dentro di sé, tra danza e mimo, acrobazie e micromagia, prende forma un divertissement adatto a grandi e piccini, che incanta e commuove, fa ridere e sognare: dall’incontro tra un enigmatico personaggio e un viaggiatore scaturiscono strane alchimie, buffe clowneries, perfino il mistero di una nascita, con onirico finale Si chiude tra gli applausi e le Danze Senza Quartiere, il sipario – con un sorprendente seguito di pubblico a dispetto del caldo afoso: un focus su uno spazio affascinante come la Galleria Comunale di Cagliari affacciata sui Giardini Pubblici, in cui si sposano arte e natura, con esposizioni permanenti e mostre e installazioni tra alberi, prati e fontane, in cui si dipanano gli itinerari delle passeggiate e gli allegri giochi infantili.
Visto a Cagliari il 24-26 giugno 2016