Primavera dei Teatri non fiorisce. La decisione di non partecipare ai “Grandi Eventi”…

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RUMOR(S)CENA – REDAZIONE – Per la prima volta dopo ventidue anni dalla sua fondazione il festival Primavera dei Teatri di Castrovillari non si farà. La decisione clamorosa di non partecipare all’avviso della regione Calabria è stata presa dopo una riflessione basata su una presa di posizione netta da parte di Scena Verticale attiva dal 1992 come spiega Settimio Pisano direttore organizzativo raggiunto per telefono: «Non abbiamo partecipato ma vorrei subito chiarire che non c’erano elementi tali da non permettere la nostra domanda, anzi era possibile entrare in graduatoria ma abbiamo fatto una scelta di campo (una decisione condivisa insieme a Saverio La Ruina e Dario De Luca, ndr) con l’intento di sollevare un problema senza intento polemico pretestuoso nei confronti dei dirigenti della nostra Regione. Quello che vorrei far arrivare all’opinione pubblica è l’urgenza di portare alla luce su quanto accade nella gestione delle politiche culturali in Calabria.

Non era possibile partecipare con la necessaria serenità e sicurezza economica al bando che prevede il finanziamento dei “Grandi Eventi” dove c’è un problema per la mescolanza di manifestazioni diverse tra di loro e criteri di valutazioni in cui possono entrare meeting sportivi ed eventi di altra natura, tipo quelli enogastronomici. Ci siamo fermati. Il nostro intento è quello di stimolare un confronto pubblico che non sia rivolto solo al nostro Primavera dei Teatri, ma più in generale sulla normativa che amministra i festival, e non ultimo un invito rivolto alla nuova amministrazione regionale che verrà eletta (in Calabria si vota per le regionali nel mese di ottobre prossimo, ndr) al fine di poter organizzare il prossimo festival nel mese di maggio del 2022, come è sempre accaduto ma con un’eccezione…».

Settimio Pisani

Nelle parole di Settimio Pisano si percepisce amarezza ma anche voglia di riscatto e di non cedere alla rassegnazione. Da sempre Scena Verticale ha dimostrato una forza di volontà straordinaria nel reagire come era già accaduto nel 2012 quando Primavera era stato rinviato a novembre. La storia si ripete.

«L’anno scorso il festival aveva comportato una spesa di oltre quattrocentomila euro dove ci eravamo trovati nelle condizioni di gestire l’organizzazione in affanno per via che la Regione non è stata in grado di erogare l’anticipo del contributo nonostante fossimo arrivati secondi nella graduatoria finale. Bisogna cambiare tante cose se vogliamo che la cultura e il nostro lavoro possa proseguire (e in tempi di pandemia è una necessità impellente quanto gravosa di rischi, ndr) a partire dalla logica della governance che c’è dentro l’assessorato alla Cultura regionale. Io ho ottimi rapporti con i funzionari e godo di stima e autorevolezza ma non possiamo fingere che esistano delle criticità di comune denominatore al di là della cultura stessa, con connotati precisi. Il punto cruciale è la considerazione che hanno della cultura e del teatro. Noi dobbiamo affrontare anche un debito accumulato nella scorsa edizione e non è pensabile affrontare una nuova edizione – prosegue Pisani – in queste condizioni.

Al di là degli slogan che vengono annunciati è necessario affrontare il problema anche a livello comunale e non solo regionale. Dobbiamo ripartire dal basso con un confronto trasversale, sensibilizzare le scuole, attivare le funzioni culturali rispetto ad un decadimento generale (sempre più diffuso anche in altre realtà territoriali e artistiche, ndr) per salvaguardare una funzione indispensabile. Abbiamo ricevuto tanti messaggi di solidarietà e sostegno arrivati da tutta Italia. Questo ci conforta anche se viene minata la nostra credibilità sia nazionale che internazionale, avendo rapporti e progetti avviati anche all’estero».

Fa pensare quanto è accaduto in un territorio come la Calabria che non sa proteggere e sostenere una realtà artistica così importante come Primavera dei Teatri dove sono transitati i migliori gruppi di ricerca nazionali ed esteri, artisti di fama internazionale, operatori e critica la cui funzione ha sempre dimostrato di valutare con autorevolezza unanime la sua approvazione per le scelte che la direzione artistica ha sempre proposte. Anche per l’edizione 2021 godeva di una preparazione minuziosa e la parola “sconfitta” usata da Settimio Pisani risuona come un eco che rimbalza da sud a nord. Primavera dei Teatri non può essere classificato come “Grande Evento” se per evento finisce per essere confuso come una delle tante manifestazioni generaliste in cui sport, cibo, turismo, si mescolano e non permettono la specificità della sua genesi: una primavera che dovrebbe fiorire ogni anno senza dover ricorrere a rinunciare e chiedere alle istituzioni pubbliche di non dimenticarsi che anche la cultura ha un ruolo imprescindibile e la politica appare assente come sta accadendo anche a Cagliari con Sardegna Teatro di cui diamo conto oggi su rumor(s)cena.

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