Altrifestival — 06/08/2024 at 09:43

I nuovi Krypton con Bodyscaping a Orizzonti verticali.

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RUMOR(S)CENA – SAN GIMIGNANO – Il Festival Orizzonti verticali ormai da anni prova con successo, a inserire nel contesto di San Gimignano, esperienze innovative di danza, musica e teatro con un’incursione nelle arti visive e installattive multimediali. Quest’anno il percorso artistico ideato dai direttori Patrizia de Bari e Tuccio Guicciardini ha portato in Toscana all’ombra delle torri, dal 31 luglio al 3 agosto danze urbane (VIS À VIS della compagnia Egribianco), sperimentazioni coreografiche (ENTANGLEMENT, di Zakuro con Jennifer Lavinia Rosati e Lorenzo di Rocco), esecuzioni di theatre music (A Man in a Room, Gambling, in collaborazione con l’Accademia Chigiana alla Galleria Continua). Curata dalla compagnia Giardino Chiuso, in collaborazione con Fondazione Fabbrica Europa per le arti contemporanee, la rassegna è realizzata con il contributo di Regione Toscana e Comune di San Gimignano – Assessorato alla Cultura, nell’ambito della manifestazione “Accade d’Estate 2024”

Il corpo sonoro è al centro della complessa performance tecnologica dal titolo BODYSCAPING: Architetture Dinamiche per il Corpo di Massimo Bevilacqua che raccoglie l’eredità della storica compagnia Krypton di Firenze fondata da Giancarlo Cauteruccio. Il progetto è realizzato in collaborazione con il conservatorio Cherubini di Firenze. Questo ipnotico e speciale live electronics che arricchisce le proposte del festival in una chiave tecnologica, rientra specificatamente nel campo del cosiddetto phisical computing grazie alla presenza di sensori wireless e microcontroller applicati al corpo del performer che gestiscono dinamicamente suoni e musiche in tempo reale.

 Massimo Bevilacqua indossa uno speciale abito lungo a colonna che lo rende una figura antica, un guerriero medioevale, con tanto di corona turrita. Giroscopi, potenziometri, controller registrano parametri come velocità e potenza, misurano spostamenti, regolano toni e il tempo della musica creata in tempo reale, mentre le immagini tratteggiano architetture e rimandano a quadri scenici, a atmosfere urbane con i rispettivi ritmi e sonorità:  un luna park, un paesaggio notturno, un paesaggio marino, una ferrovia. Quadri dall’evidente forza simbolica comunicativa. In scena il performer con una gestualità quasi rituale, esalta  le sonorità plasmandole, modellandole come fossero sculture, restituendo un ritratto caleidoscopico della città. Il fulcro dell’azione scenica è concentrata indubbiamente nel corpo del performer che riesce a trasportarci dentro un paesaggio astratto e reale insieme: siamo in un’altra dimensione, quella dell’attesa, della presenza, dell’esperienza immediata delle voci della città.

Lo spazio pubblico rappresentato da parole, immagini e suoni in una totalità interlacciata tecnologicamente, comprende molteplici prospettive e identità complesse. Le diverse intensità e i ritmi sonori sono dati dalla sapiente gestione dell’attrezzatura sensoristica, a sua volta attivata da combinazioni cinetiche e studiate coreografie fatte di rotazioni, avvicinamenti al pubblico, piegamenti, distensioni. Il corpo e la dinamica del gesto che produce il suono, apre a un orizzonte espressivo ed emotivo importante, a un’immersività manifesta o se vogliamo, a una sintonizzazione perfetta, capace di attivare in chi guarda e in chi ascolta una profonda condivisione emotiva. È un tuffo letteralmente nelle atmosfere urbane che genera una risonanza empatica con il pubblico. Viene subito in mente che la nuovissima generazione di artisti digitali sta ridisegnando con nuovi strumenti, la live media performance -che inizia ad avere una vera e propria storia quarantennale- cercando soluzioni fai-da-te come l’uso significativo qua operato di strumenti, software e hardware open source e cheap come Arduino.

Nel progetto performativo vengono integrati videoarte, installazioni, videomapping. L’ottima qualità del lavoro, al di là della tecnologia scelta, è data dal contenuto della narrazione, una vivida drammaturgia contemporaneamente visiva e sonora. È evidente che ogni performance aumenta la propria specificità a seconda dei luoghi dove viene collocata: all’aperto, dentro strutture architettoniche, in luoghi dove il pubblico è in movimento. Certamente lavori intensi come questo si rigenerano, ri-progettano ogni volta ex novo e ad hoc acquisendo nuovi volti e diverse identità. La scena non più usata come una quinta passiva, diventa un quadro visivo in movimento, con una grande  cura del minimo dettaglio compositivo ed estetico.

Una performance quella di Massimo Bevilacqua, che prende vita in forma di miriadi di “narrazioni” che intrecciano indissolubilmente la tecnologia con il luogo perché, come ricordava il compianto Paolo Rosa: “La città ideale del nostro tempo non può prescindere dalla tecnica. Il dialogo con la tecnica diventa essenziale per non lasciare l’incanto delle nostre belle città alla sfera della nostalgia e del ricordo immobile. Il confronto tra tradizione e tecnologia diventa essenziale. Ci può aiutare a restituire una vitalità urbana proiettata nel futuro”.

Visto al Festival Orizzonti Verticali il 3 agosto 2024

BODYSCAPING

Architetture Dinamiche per il Corpo

ideazione e performance di Massimo Bevilacqua. Suono e sistemi interattivi e live electronics di Piero Bindi, Irene Fortunato, Lorenzo Milani e Simone Pistolesi, realizzazione abito/scultura Benedetta Orsoli/Lab.Gallery Studio. Progettazione tessuto in maglia Eleonora Vizzi/Linea Più. Elaborazioni video Massimo Bevilacqua e Alessio Bianciardi

Elementi scenici Loris Giancola. Riprese e montaggio video Roberta Isopi e Alice Imbriani, un progetto di Teatro Studio Krypton in collaborazione con Conservatorio L. Cherubini, e con la partecipazione di Associazione Culturale Rifugio Digitale

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