RUMOR(S)CENA – FERRARA – Nella magnifica cornice del Torrione Jazz Club di Ferrara si è esibito un duo di eccezione : costituito da Gabriele Mirabassi al clarinetto e Simone Zanchini alla fisarmonica, due veri giganti del rispettivo strumento, punto di riferimento assoluto per il jazz italiano e per la scena musicale contemporanea mondiale. Secondo concerto della nuova stagione, in questo delicato momento storico segna il tentativo di proseguire gli appuntamenti con le musiche creative, al di là delle inevitabili difficoltà e complicazioni, dovute alla necessità di rispettare le misure – oggi indispensabili- , per assistere ad un concerto in un luogo chiuso: mascherine, distanziamento, pubblico ridotto con due set distinti a ingressi separati e programma simile ma non necessariamente identico, sanificazione tra un set e l’altro. Tutto questo va sottolineato per lodare l’estremo impegno degli organizzatori del Jazz Club che sono riusciti a selezionare, anche per questo autunno, una programmazione per ora breve ma come sempre varia e interessante nonostante l’inevitabile assenza di artisti statunitensi, a parte l’ eccezione in novembre, rappresentata da Jim Black.
Gabriele Mirabassi è ritenuto da tempo uno dei migliori clarinettisti a livello mondiale, grazie ad una tecnica perfetta ed a una creatività che lo porta a passare dal jazz alla musica classica ed alla musica tradizionale brasiliana , in particolare il choro e il forrò, che ha studiato in lunghi soggiorni nel paese sudamericano. Simone Zanchini è un innovatore della fisarmonica, continuamente alla ricerca di sonorità nuove e originali, che spazia dal jazz alla musica contemporanea e sperimentale, anche attraverso l’uso di effetti ed elettronica. Le innumerevoli collaborazioni con i più diversi musicisti ne accrescono continuamente la sorprendente risposta innovativa. L’incontro tra questi due creativi non poteva che essere unico e stimolante, perché, al di là della tecnica sopraffina, quello che viene trasmesso al pubblico è una perfetta sintesi di tutti i generi esplorati dai due m usicisti, tra jazz, improvvisazioni a libera fantasia, folk e sonorità tradizionali brasiliane, in un viaggio musicale complesso e caleidoscopico. La fantasia di questi due interpreti rende arduo parlarne senza scadere in eccessive lodi.
Il programma ha offerto brani dove i temi si allungavano grazie ad improvvisazioni magistrali, duetti rapidissimi e assoli intensi, con un omaggio al folk romagnolo rivisitato in chiave jazz, una magnifica e struggente interpretazione di un classico di Charlie Haden, Our spanish love song, un brano di completa improvvisazione libera dedicato a Pinocchio e alcuni temi della tradizione brasiliana. A conclusione dei due set della serata è stata scelta la rivisitazione esplosiv di un famoso brano di uno dei maestri più famosi della fisarmonica brasiliana, Um tom para Jobim di Sivuca. Il tutto è stato condito dalla verve di intrattenitore e affabulatore di Mirabassi che ha raccontato storie e aneddoti legate ai brani presentati e alle sue esperienze in Brasile. Un concerto intenso, emozionante, travolgente che ha saputo incantare il poco pubblico accorso e che fa sperare in una ripresa definitiva del contatto tra musicisti e appassionati, perché come ha giustamente detto Mirabassi rivolto al pubblico: “senza di voi noi non potremmo esistere” e “la musica è l’unica difesa dall’isolamento e dalla paura”.
Visto al Torrione Jazz Club (Ferrara) il 3 ottobre 2020.