Teatro, Va in scena a — 07/11/2015 at 23:22

Porcile di Pasolini al Metastasio di Prato

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PRATO –  Pier Paolo Pasolini ha inventato il teatro di parola per rivolgersi, attraverso le storie di personaggi diversi, ad un pubblico colto lontano dalla massa. Scrive Pasolini: “Nel ’65 ho avuto l’unica malattia della mia vita: un’ulcera abbastanza grave, che mi ha tenuto a letto per un mese. Durante la prima convalescenza ho letto Platone ed è stato questo che mi ha spinto a desiderare di scrivere attraverso i personaggi. Inoltre, in quel momento avevo esaurito una mia prima fase poetica e da tempo non scrivevo più in versi”. C’era quindi bisogno di “interposte persone” per tornare ad un teatro scritto in versi. Tra il 1966 e il 1972  scrive sei drammi, ispirati alla tragedia greca, in cui i personaggi comunicano attraverso il dialogo mentre il narratore tende ad essere una presenza sempre più invisibile sul palcoscenico. Tra questi drammi c’è Porcile, suddiviso in undici episodi e scritto nel 1966 da cui lo scrittore e drammaturgo, nonché regista, trarrà tre anni più tardi anche l’omonimo film.

Porcile_Elisa-Langone_Francesco-Borchi_Foto-Luca-Del-Pia
Porcile_Elisa-Langone_Francesco-Borchi_Foto-Luca-Del-Pia

Porcile è una storia collettiva e personale che racconta la Germania dopo il regime nazista. Il protagonista è Julian, rampollo di un ricco industriale tedesco. Il suo carattere né ubbidiente né disubbidiente fa pensare a tutti i personaggi che Julian viva in uno stato di apatia, alla ricerca della sua identità di persona. In realtà il giovane nasconde verso la famiglia e verso l’amica Ida il segreto della sua attrazione sessuale nei confronti dei maiali del porcile. Lo spettacolo diretto da Valerio Binasco che ha debuttato la scorsa estate al 58° Festival dei 2Mondi di Spoleto, trasforma il testo dell’autore in un racconto che è lontano dal concettualismo e dalla particolarità lessicale desiderata dallo stesso Pasolini, senza scadere in una rappresentazione scontata o riduttiva.

Porcile_Elisa-Langone_Francesco-Borchi_Foto-Luca-Del-Pia
Porcile_Elisa-Langone_Francesco-Borchi_Foto-Luca-Del-Pia

Porcile_Mauro-Malinverno-Franco-Ravera_Foto-Luca-Del-Pia
Porcile_Mauro-Malinverno-Franco-Ravera_Foto-Luca-Del-Pia

L’operazione di Binasco è quella di macchiare i suoi personaggi di umanità, quasi come se potesse esserci, nonostante l’assenza di eroi, una tendenza alla pietas tipica della tragedia classica. Lo spettacolo ruota intorno alla dimensione familiare: in scena Julian è Francesco Borchi, mentre la madre ed il padre sono Valentina Banci e Mauro Malinverno. Ida, l’amica rivoluzionaria innamorata di Julian interpretata da Elisa Cecilia Langone, è la vera vittima della storia. Ognuno dei personaggi si macchia di un sentimento. Julian vive nella paura di non poter rivelare il suo segreto, che lo rende nella società un essere degenerato, ma alla fine decide di andarsi bene per quello che è, liberandosi del vizio nei confronti dei maiali attraverso il massacro finale. Il padre e la madre sono macchiati dell’amore e dell’odio per l’incapacità di comprendere il figlio, mentre Ida è macchiata di purezza e di passione rivoluzionaria. Gli altri personaggi, l’amico fidato del padre Hans-Guenther, Franco Ravera, l’ex criminale nazista Herdhitze, Fulvio Cauteruccio, il contadino Maracchione, Fabio Mascagni e il servitore di casa, Pietro D’Elia, ruotano intorno al nucleo familiare. Lo sguardo del regista quindi è intimo e umano e svela anche un significato profondo: l’amore per il padre, personaggio che compare soltanto in Porcile e in Affabulazione, che si mortifica per l’incapacità di comunicare con il figlio.

Porcile_Fulvio-Cauteruccio-Pietro-d’Elia-Fabio-Mascagni_Foto-Luca-Del-Pia
Porcile_Fulvio-Cauteruccio-Pietro-d’Elia-Fabio-Mascagni_Foto-Luca-Del-Pia

In scena al Teatro Metastasio di Prato dal 5 al 15 novembre.

Porcile

di Pier Paolo Pasolini
regia Valerio Binasco
scene Lorenzo Banci
costumi Sandra Cardini
musiche Arturo Annecchino
luci Roberto Innocenti

con Mauro Malinverno, Valentina Banci, Francesco Borchi, Elisa Cecilia Langone, Franco Ravera, Fulvio Cauteruccio, Fabio Mascagni, Pietro D’Elia
nuova coproduzione Teatro Metastasio Stabile della Toscana / Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia con la collaborazione di Spoleto58 Festival dei 2Mondi

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