RUMOR(S)CENA – BOLOGNA – Con Il Barbiere di Siviglia è ripartita la stagione “Autunno all’Opera 2021” del Teatro Comunale di Bologna, una rassegna di tre produzioni di successo che il Teatro Comunale di Bologna propone nei prossimi mesi come preludio alla piena ripresa della stagione da gennaio. Lo spettacolo, diretto da Piergiorgio Morandi con la regia di Federico Grazzini, è stato riproposto a Bologna dopo il successo della prima messa in scena del 2019. Il Barbiere di Siviglia è un dramma comico in due atti in cui Gioacchino Rossini fa spesso ricorso a materiale musicale già utilizzato in altre composizioni. La lettura offerta dal regista Federico Grazzini al pubblico, si è confermata fedele al testo rossiniano, gradevole, benché prevedibile nell’alternarsi di buffe trovate sceniche, costumi vivaci, pochi e funzionali strumenti di scena. I personaggi, inoltre, sono stati tutti esasperati nei loro lati macchiettistici.
Il cast in gran parte era collaudato: a fianco degli interpreti rossiniani italiani già esecutori di questa opera ( Marco Filippo Romano nel ruolo di Bartolo, Roberto de Candia in quello di Figaro, Laura Cherici in quello di Berta, e Nicolò Donini in quello di Basilio) si sono cimentati due giovani colombiani, Paola Leguizamón, nel ruolo di Rosina, e César Cortés in quello del Conte d’Almaviva. Roberto De Candia ha dominato, anche in questa edizione, il palcoscenico col suo Figaro dal timbro preciso, pur senza preziosismi cromatici, premiato con applausi calorosi. La riproposta del Basilio di Andrea Concetti e stata più che convincente, teatralmente viscido e quasi sempre perfetto musicalmente. Don Bartolo ancora una volta interpretato da Marco Filippo Romano è stato ben calibrato nella sua comicità, sempre di buon gusto, accompagnata ed esaltata da un controllo scandito, aiutato dal sillabato perfetto.
Laura Cherici in Berta e Nicolò Ceriani come Fiorello hanno confermato la loro esperta professionalità arricchita da una gestualità sempre fresca e divertente. Il Conte d’Almaviva di César Cortés apre un po’ sottotono ma riesce a convincere proseguendo, soprattutto per la brillante interpretazione teatrale, che fa dimenticare la perdita di attese agilità vocali, e fornisce un’esecuzione complessivamente dignitosa. Paola Leguizamón, nel ruolo di Rosina, ha iniziato con un po’ di asperità e non subito perfettamente intonata, recuperando poi soprattutto nel registro acuto nel quale la ricchezza timbrica è stata assolutamente efficace, mentre i registri grave e medio grave sono risultati sempre un po’ compromessi, soprattutto dal punto di vista cromatico. Gianluca Monti, nei panni di un ufficiale e Paolo Faroni in quelli di Ambrogio hanno reso i ruoli con proprietà e simpatia.
La novità è rappresentata dalla direzione di Pier Giorgio Morandi, meno brillante e più lenta di come si è abituati pensando a quest’opera, forse perché inaspettatamente l’Orchestra del Teatro Comunale non suonava al meglio delle sue capacità oppure per non esasperare gli aspetti farseschi, rischio possibile se abbinato alla parte visiva. Il coro preparato da Gea Garatti Ansini si è confermato il sicuro punto di forza del Teatro Comunale.
Il pubblico del teatro ha comunque decretato un successo vivissimo per tutti, mostrando con molto calore e vivacità il suo entusiasmo per il ritorno in sala, senza indulgere negli errori. I lunghi applausi a sipario aperto e una vera ovazione a fine spettacolo, sicuramente al di là dei reali meriti dello spettacolo, pur non disprezzabile, ha chiuso festosamente la serata.
Visto al Teatro Comunale di Bologna il 23 ottobre 2021