Arriva a Milano Antropolaroid di e con Tindaro Granata in scena al Teatro Elfo Puccini di Milano da martedì31 gennaio al 5 febbraio alla Sala Bausch, e già viene segnalato il tutto esaurito per la maggior parte delle repliche. Nella stagione 2012 il programma propone anche lo spettacoloAntropolaroid Nuove storie, di e con Tindaro Granata, vincitore del Premio della Critica assegnato dall’Associazione Nazionale Critici di Teatro, come “miglior attore emergente” e del Premio della Giuria Popolare Borsa Teatrale Anna Pancirolli. L’attore di origini siciliane (in televisione lo si è visto nel programma “L’almanacco del Gene Gnocco”, con Gene Gnocchi su Rai 3). Antropolaroid è un racconto grezzo e popolare abitato dalle storie familiari di Tindaro Granata che, solo in scena, attualizza la tradizione del ‘cunto’ siciliano per trasmettere memorie personali e ancestrali intrecciandole a episodi di cronaca del suo paese di nascita. Senza artifici scenografici, l’attore dà voce e corpo a un’umanità ricchissima: personaggi che si alternano, si sommano e si rispondono, come legati da un comune cordone ombelicale. Le biografie dei suoi nonni, dei genitori, degli zii incrociano quelle del boss mafioso Badalamenti fino a comporre un’unica storia nella quale il male si perpetra sempre, come un’eredità misteriosa tramandata di generazione in generazione, un male che si presenta ad ogni nascita e ad ogni morte. L’autore spiega che “Antropolaroid nasce dalla mia esigenza di sviluppare e rielaborare il “Cunto”, memoria a me trasmessa inconsapevolmente dai miei nonni, entrambi analfabeti. Allontanandomi dal modello originario di tradizione orale del “Cunto”, riscrivo e reinterpreto il passato della mia famiglia intrecciandolo ad episodi di cronaca avvenuti nel mio paese di nascita. Personaggi e voci vengono portati in scena esclusivamente con l’aiuto del mio corpo. Queste umanità, senza artifici scenografici si alternano, si sommano, si rispondono, come legate da un comune cordone ombelicale. Antropolaroid è un racconto grezzo e popolare abitato da storie che i miei nonni, non consapevoli di utilizzare una tecnica antica, mi hanno tramandato. Io le ho istintivamente memorizzate nel mio letto, come si memorizzano le favole della buonanotte. Uno spettacolo di poesia popolare in cui personaggi e voci, creati e portati in scena esclusivamente con l’aiuto del mio corpo, senza artifici scenografici, si alternano, si sommano, si rispondono, come legati da un comune cordone ombelicale”.
Antropolaroid racconta di un uomo, Francesco Granata che settembre del 1925 a Moreri, in Sicilia, quando scopre di avere un tumore incurabile si impicca. La moglie incinta, rimasta sola, si reca spesso al cimitero per bestemmiare sulla tomba del marito suicida. Il figlio Tindaro Granata, nel 1948, viene implicato in un omicidio di mafia, ordinato dal noto Signor Badalamenti di Patti. MariaRosa Casella nel ’44 si innamora di Tindaro che incontra ad una serata di ballo al teatro Vittorio Emanuele di Messina.Teodoro Granata, stanco del comportamento aggressivo del padre, emigra in Svizzera.Torna in Sicilia dopo due anni e sposa Antonietta Lembo. Chiede lavoro al Signor Badalamenti e con il suo aiuto apre una falegnameria.Tindaro Granata nasce nel settembre del ’78, cresce con la bisnonna Carmena e con i nonni Tindaro e MariaRosa. Adulto, parte per il servizio militare e si imbarca per due anni su Nave Spica, lì incontra il nipote di Badalamenti diventato ufficiale di marina col quale fa amicizia. Il giovane Badalamenti si suicida dopo che il padre viene indagato per delitti di Mafia.Tindaro congedato, dopo due mesi approda a Roma per diventare un attore. Definire Antropolaroid non è semplice, ad oggi non c’è nulla di paragonabile al lavoro originalissimo di Tindaro Granata. Forse dovremmo chiamare in causa Charlie Chaplin, ma anche il teatro dei racconti e dei proverbi della terra sicula, o semplicemente un lavoro sulle figure, la musica, la memoria. Ci avvaliamo allora delle parole dell’autore che definisce Antropolaroid: “uno spettacolo di poesia popolare”. Poesia è la parola adatta per l’atmosfera, la fascinazione, suscitate dalla visione del lavoro di Tindaro. L’attore-autore è solo in scena senza orpelli e sostegni, c’è il suo corpo e il suo potente immaginario. Lo spettatore è accompagnato con grazia e ironia dentro una saga familiare dai contorni a tratti grotteschi, a tratti delicatissimi in cui corpo e parola danno vita alla “memoria”.
Antropolaroid
di e con Tindaro Granata
Spettacolo in dialetto siciliano, antico e moderno
Rielaborazioni musicali Daniele D’angelo
Direzione Tecnica Mergherita Baldoni e Guido Buganza
Luci e suoni Matteo Crespi
www.elfo.org
corso Buenos Aires 33 – tel. 02 00 66 06 06
lunedì – sabato 10:30/19:30 | domenica 14:30/17:30
biglietteria@elfo.org