LECCE – Una scorpacciata di spettacoli, in otto giorni a cavallo tra Natale Capodanno e Befana per l’entusiasmo dei più piccoli e la curiosità dei grandi. Kids può vantare numeri importanti in questa edizione inaugurale appena conclusa: successo di partecipazione (di pubblico e artistica), un gran numero di coinvolti professionalmente, diverse location in città per favorire il lavoro collettivo, il dialogo tra realtà artistiche, creazione di contenitori diversificati. Una rassegna che ha saputo rispecchiare nella qualità delle rappresentazioni gli elementi topici del teatro ragazzi: l’utilizzo dell’artigianalità e dei materiali poveri (lo stupore teatrale della metamorfosi degli oggetti – un aeroplano di carta che diventa un meraviglioso essere alato per esempio); l’azione materializzata relativizzando l’immaginifico, per l’uso della fantasia, dell’ingegno, della liberazione da rigori, da forme canoniche; il pedagogico non paternalistico; la semplicità delle tematiche, semplici ma non grossolane; la caratura attorale non deragliante nello scimmiottare, nella sciocchezza eseguita per facile reazione; la magia delle soluzioni, un teatro a tinte pastello dalla forza evocativa intensa.
Hana e Momò dei Principio Attivo Teatro cala il sipario, il giorno dell’Epifania, su una rassegna ben riuscita. Il giardino zen, pretesto, ispirazione per far nascere e vivere uno spettacolo che farà parlare di sé (un sacco di date sono state e saranno programmate in giro per importanti teatri della nazione) per la fruizione adatta a un pubblico eterogeneo, la leggerezza di svolgimento e di restituzione, lo spirito d’avventura, di curiosità e di parallelo le sfumature esistenziali, sociali mai forzate, mai moralizzate. Due attrici, un grande giardino (zen) da skenè (nell’immaginario artistico, il giardino, rappresenta infinite dimensioni spirituali e razionali, caro ad ogni corrente) e il duello, il duale, l’io e l’altro. Le attrici (Francesca Randazzo e Cristina Mileti) si fronteggiano a colpi di ingegno, di fantasia, di trovate. Perché la terra è uno spazio di confine, di delimitazioni personali, zonali, e contro queste distanze lo spettacolo, mai in modo dichiarato, suggerisce soluzioni. Ma ci si può anche lasciare prendere dalla struttura delle scene, dalla consequenzialità, dalla linearità temporale, e abbandonarsi allo spirito d’avventura. Il giardino zen colmo di sabbia diventa un’isola del tesoro con tanto di mappa, di messaggio in bottiglia, di forziere. Teatro d’attore e di figura le tecniche privilegiate: le figure realizzate dal vivo (costruzione di origami, finti animali assemblati con pezzi di varia entità) un genere di figura, insomma, non convenzionale. Da sottolineare l’interattività del lavoro, con i ragazzi coinvolti nel “fiancheggiare” o direttamente chiamati nella rappresentazione.
Hanà e Momò restituisce valore all’atto creativo, all’improvvisazione intelligente diventata materia scenica, ritorno al teatro come creazione e disciplina senza scadere nell’intellettualismo inconcludente e inconcluso, trattandosi di teatro ragazzi. Da notare una precisa simmetria tra etico (metafora della vita e dei rapporti interpersonali, lezione semiseria sull’amicizia, la cooperazione) e estetico (la manualità del lavoro artigianale e il prendere vita di “marchingegni fantastici”). Uno spettacolo da assaporare: un cerchio (magico), un giardino zen, la sabbia, evocazioni, fughe, pensosa leggerezza. E due attrici contrapposte, diverse (istinto e estro una e spessore recitativo l’altra) altamente efficaci.
L’oggetto drammatizzato mutato in altre (invisibili) sembianze rappresenta la chiave di lettura di Sogno in Scatola dei Cantieri Teatrali Koreja. Uno spazio scenico invaso da scatole di cartone rivestite in dècollage di carta di giornale, nel fuoco (in centro) una scatola magica con illustrazioni in movimento (strumento di un’antica tradizione giapponese), due attori agenti nello spazio. Stimolo alla curiosità, all’attenzione, alla manualità. Allo stupore senza essere bombardati da immagini in pixel e virtual condivise. Educativo. Immaginifico.
Negli spazi dei Cantieri Teatrali Koreja anche lo spettacolo Tetes à Tetes della compagnia Villa Lobos, il ciclo vitale spiegato ai ragazzi. Una meraviglia di allestimento per tutte le età. Un percorso dalla nascita, del pianeta e dell’essere umano, in chiave tecnologico/attoriale: un attore (affiancato da un’attrice da metà della scena) interagisce con della videoarte proiettata su una grande struttura scenografica praticabile e rifulgente: si nutre, cresce, ama, si riproduce. Dinamismo visuale, forma composita e fluente fanno dell’allestimento un’opera di notevole interesse. Teatralità e tecnica, utilizzo accorato del corpo, della mimica funzionale all’apparato mai autoreferenziale o a dimostrazione di forza: gradevole missaggio di stili e linguaggi per un approdo diretto e allo stesso tempo trasversale, silente, simbolico. Un atteggiamento “alla pari” rispetto a un pubblico, quello delle giovani generazioni, trattato talvolta con superficialità.
Cenerentola della Compagnia Factory Transadriatica è andato in scena al Teatro Paisiello, uno dei teatro storici della capitale del Salento. La riscrittura rappresenta la traccia di lettura di un allestimento destinato a target non prestabiliti. Montato con coraggio, quello necessario a spiazzare un pubblico con aspettativa di linearità della fabula, di riproposizione fedele all’originale. Si intravede nella costruzione di scene, duetti o triangoli una forte competenza (e esperienza) al fatto teatrale, strutturando lo spazio e le azioni con precisione e scienza scenica. Da sottolineare il carattere morale dei risvolti di adattamento: principi e principesse non sono belli ricchi e felici, ma insicuri, comprimari, emarginati. Reagenti a un dettato esistenziale codificato, gerarchico e stereotipato. Si rivede una poetica comune nei lavori di Tonio De Nitto, il tratteggiare contorni e ambienti all’antieroe, all’individuo con limiti e virtù. Umano.
Presente alla manifestazione anche il Teatro Kismet di Bari, punto di riferimento per il genere del Teatro ragazzi (e non solo). Piccoli misteri è un interessantissimo lavoro di dimostrazione delle ‘conseguenze’ dell’atto teatrale, della magia scaturita come fosse un incantesimo, come fosse una propagazione del rito. Probabilmente non a caso l’utilizzo della parola ‘misteri’ nel titolo: nell’accezione filosofico/intimista indica i rituali di conoscenza sociale parecchio in voga nell’era ellenico-eleusina e latina in seguito. Riti di iniziazione esoterica e comunitaria figurati usando, come movente per la scena, come pretesto ‘narrativo’, la produzione ‘casereccia’ del pane: produrre artigianalmente dell’ottimo pane fresco. Gesti precisi e disegnati formalmente come regole da seguire, un materiale verbale vicino al gergo infantile, e lo spazio scenico che da metà rappresentazione al finale viene liberamente invaso, senza invito diretto, da piccolissimi spettatori ammaliati dalla gestualità, dall’odore e il sapone del pane fresco, dall’ebbrezza di stare (consapevolmente o no) sotto i riflettori. Una piccola grande magia.
Cenerentola
drammaturgia e regia: Tonio De Nitto
con Mariliana Bergamo, Antonio Miccoli, Francesca Nuzzo, Serena Rollo, Fabio Tinella
Scenografie di Piero Andrea Pati
Costumi di Lapi Lou
Luci di Davide Arsenio
Coreografie di Annamaria De Filippi
Prod.: Compagnia Factory Transadriatica (Lecce)
Hanà e Momò
con Cristina Mileti e Francesca Randazzo
Idea e regia: Cristina Mileti e Francesca Randazzo
Disegno luci: Marco Oliani
Tecnico: Silvia Lodi
Prod.: Principio Attivo Teatro (Lecce)
Sogno in scatola – cartometraggio
Progetto, testo, illustrazioni e con: Francesco Cortese e Ottavia Perrone
Cura artistica: Carlo Durante, Silvia Ricciardelli, Salvatore Tramacere
Consulenza allestimento: Lucio Diana
Allestimento tecnico: Mario Daniele
Prod.:Cantieri Teatrali Koreja (Lecce)
Piccoli misteri
di Rosanna Farinati
spettacolo vincitore premio Eti/Stregagatto 2001
Prod.: Teatro Kismet Opera (Bari)
Tetes à Tetes
Coreografia e danza Maria Clara Villa Lobos
Scenografia e oggetti di scena Aurélie Deloche, Anne Ruellan,
Luci Hajer Iblisdir
Musiche Gaetan Bulourde
Regia video Pierre Delcourt
Sviluppo interfaccia Bernard Delcourt
Disegni e animazioni Jérémy Dupuydt
Costumi Catriona Petty
Sguardo esterno e accompagnamento artistico: Félicette Chazerand
Prod.: XL Production/Maria Clara Villa Lobos (Bruxelles)
visti a Lecce al Festival Internazionale del Teatro e delle Arti per le nuove generazioni – 2/6 gennaio 2015