RUMOR(S)CENA- ROMA- Conflitti matrimoniale al’interno di una coppia borghese. L’accensione del conflitto non è teatralmente nuova ma sempre funzionalmente efficace. La destabilizzazione avviene in coincidenza del matrimonio della giovane figlia in dotazione a una coppia: un classico. L’uomo fedifrago è sempre ingenuo. Arriva con disinvoltura a invitare una giovane amante come ospite al costoso matrimonio della figlia. Ma la consorte è vigile. Già da tempo gli ha messo un investigatore privato alle calcagna, perlomeno così millanta. Così ha la prova visiva della sua relazione e può inchiodarlo alla sbarra in una sorta di processo interno, preludio al regolamento di conti. Perché le immagini lo ritraggono mentre balla languidamente con l’amante. La miccia innesca una commedia raffinata che certo non si fa mancare inesausti colpi di scena. Lo schema dell’uomo peccatore e della donna teatro immancabilmente fa teatro, come Feydeau insegna. I diritti di Rappresaglie sono stati acquistati per l’Italia sulla scia di un grande successo francese. Il testo di Eric Assous si è avvalso del contributo di grandi attori come Michel Sardou e Marie-Anne Chazel. E’ bastato solo qualche piccolo adattamento linguistico per traslare il plot in Italia stante la contiguità dei due mondi, quello nostrano e quello transalpino.

Piccole speculazioni e ispirazioni musicali con le intromissioni non casuali di Vasco Rossi, Claudio Baglioni e persino di Al Bano nel finale a sorpresa. Importante soprattutto il primo, dedizione galeotta della protagonista Rosaria, sua fan giovanile, innesco della rappresaglia che è una bugia dalla potenza acuminata. Non vorremo spoilerare troppo quello che avviene in circa due ore di spettacolo e due tempi. Ovvio che si proponga un matrimonio di cartapesta fatto di bugie. Ma c’è una capacità di recupero che è legato alla costanza, a un affetto che non è più passione, alla cornice di rapporti familiari precedentemente creati. Il tutto propedeutico per un happy end non stiracchiato.
Ma il tema delle sorprese e delle riconciliazioni è il più gettonato. Perché ci sono di mezzo anche delle gravidanze inaspettate, una presenza gay e tanti personaggi di contorno che vanno a spezzare il continuo ravvicinato battibecco dei due protagonisti che, se non innervato da altre presenze, sarebbe sembrato stucchevole. Ovviamente servivano due attori di sicuro mestiere per tenere in piedi il copione. Massimo Giuliani trabocca di esperienza e di risorse e non fa nulla per nascondere i venti centimetri di statura che lo separano dalla vulcanica (e ferita nei sentimenti) consorte Rosaria, interpretata da Federica Cifola, interprete duttile, tradizionalmente comica. Lo spettacolo scivola via leggero e palpabile, come una commedia di Neil Simon, con tratti di ferocia. Con un sottofondo di umori amarognoli che rimandano a tante vite degli spettatori in platea. Nell’ambito di uno spettacolo che accontenta tutte le generazioni, la regia di Giordani è abile nello sviluppare i punti di forza. Perché il conflitto si traduce in sbigottimenti, reazioni vitali, indignazioni. Entrate e uscite di scena corrispondono a sabotaggi disfunzionali.

Le porte che si aprono e si chiudono sono spiragli sorprendenti sulle pieghe della vita. Citazione attoriale per l’amante che si sdoppia in due e mostra tutta la capacità di seduzione sensuale che rende giustificata la conquista del marito annoiato dalla relazione matrimoniale. Assous ha puntato sul ritmo, sulle battute, su malizie e acidità per sorreggere l’incastro delle rappresaglie. Del resto chi può negare che la vita coniugale non sia piena di vampate di crudeltà? Il teatro romano che vantava il miglior rapporto tra posti disponibili e biglietti venduti al botteghino ha inserito questa proposta nel quadro del rinnovamento progressivo del proprio cartellone. Non è un caso evidentemente che l’età degli spettatori registri un continuo calo, come per questo spettacolo. Su cui si punta per 18 giorni consecutivi, una sorta di record in una stagione in cui la maggior parte degli spettacoli sulla piazza romana ha avuto la tenuta media di un fine settimane.
RAPPRESAGLIE di Eric Assous, con Massimo Giuliani, Federica Cifola e con Maria Cristina Gionta, Luca Negroni, Camilla Pujia, regia di Silvio Giordani, scene Mario Amodio, costumi Lucia Mariani, luci Marco Macrini, musiche originali Stefano De Meo. Produzione Centro Teatrale Artigiano.
Visto al Teatro Manzoni di Roma il 4 aprile 2025