FIRENZE- Il Centro di Avviamento all’Espressione è un Centro di didattica fondato da Orazio Costa (Firenze, 1911-1999), fin dal 1979 all’interno del Teatro della Pergola, oggi Teatro Nazionale con il fiorentino Teatro Niccolini, il Teatro Studio di Scandicci e Il Teatro Era di Pontedera. Orazio Costa, regista, a sua volta allievo di Jacques Copeau, è considerato dagli studiosi di Storia del Teatro per il suo Metodo Mimico, l’unico maestro italiano che abbia ideato e strutturato una pedagogia per l’arte dell’Attore; e altresì per un avviamento alle pratiche artistiche, sia a livello di teorizzazione metodologica con i suoi Quaderni (ora finalmente in via di pubblicazione a cura della Pergola), sia negli anni romani di insegnamento all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico. Al Teatro della Pergola da molti anni diretto da Marco Giorgetti (già allievo di Costa), si svolgono da tempo corsi sul Metodo Mimico e di avviamento all’espressione, ma la novità è che dal 2015, si è attivato un Corso di Formazione per Attori su base biennale, intitolato al Maestro e che ha per coordinatore un ex suo allievo, Pier Paolo Pacini, che vanta esperienze internazionali come attore e come organizzatore, sia in ambito della prosa che nella lirica d’oltralpe e d’oltremanica.
Il nuovo progetto targato Teatro della Pergola “I Nuovi/Progetto Giovani-Teatro Nuovo e Nuovo Attore”, prevede anche delle borse di studio per gli allievi, quelli strutturati e per quelli che si presenteranno a breve per concorso.
Per la prima volta in Italia uno spazio centrale e di grande bellezza, come quello del Teatro Niccolini di Firenze, sarà interamente gestito da allievi appena diplomati alla Scuola Orazio Costa.
Il progetto si fonda su un motto: Per un attore artigiano di una tradizione vivente e consta di sei punti programmatici. Il primo di questi dice: Il teatro d’arte nasce dal rapporto tra giovani e maestri: trasmissione e scambio sono principi su cui si fonda ogni realizzazione. Il numero due: La materia testuale è la letteratura italiana, la lingua italiana in ogni sua forma e declinazione per un teatro di parola. Bypassando poi fino ad arrivare al punto sei si legge: Rigore, umiltà, integrità e sincerità sono il metro di ogni realizzazione, decisivi per la sua messa in scena.
Per un progetto ambizioso come questo, è davvero singolare e forse unico in Italia, e non solo, che alla fine di un percorso di formazione attoriale si preveda anche un terzo anno di specializzazione, il quale non solo garantisce una borsa di studio, ma soprattutto un percorso professionale come il mestiere (sic!), dove alla maniera dei capocomici ottocenteschi, si dia in comodato un Teatro di gran prestigio ai giovani per imparare i mestieri del teatro. I NUOVI, infatti, come sono stati definiti rispetto ai MAESTRI, per un anno si confronteranno con la gestione del Teatro Niccolini di Firenze, seguendo un criterio di turnazione: dalla direzione artistica, all’amministrazione, fino all’ufficio stampa e alla dismissione della sala (nel senso del riordino), a fine spettacolo.
Per tutto questo pensiero, che sulla carta si presenta davvero come ideazione progettuale originale, abbiamo intervistato, il referente della Formazione del Teatro Nazionale fiorentino Pier Paolo Pacini
«Abbiamo pensato che dopo la nascita della Scuola Orazio Costa, biennale, istituzionalizzata alla Pergola dal 2015, ci fosse la volontà oltre che la possibilità da parte nostra, di un terzo anno che aprisse ad una specializzazione dei giovani attori. L‘idea condivisa era quella di poter concretizzare un avviamento al lavoro, nell’ambito delle professioni dello spettacolo. Siamo convinti che nella formazione del futuro Attore, ci debba essere anche l’apertura, e quindi la conoscenza pratica di tutti i lavori del settore spettacolo. Per noi è importante il rapporto Giovane/Maestro. Nel biennio abbiamo avuto 16 diplomati ma vorremmo allargare il nostro progetto formativo ad altri giovani provenienti da altre scuole. Siamo fieri, inoltre, di aver dato il segnale che il lavoro sulla Lingua e la Letteratura italiana, sia un punto focale del nostro progetto formativo. Anche nei punti del nostro programma, abbiamo deciso di inserire la voce per cui, nelle eventuali traduzioni di spettacoli che metteremo in scena, quelle in lingua italiana, saranno affidate a traduttori di prestigio. Un’altra caratterizzazione del nostro progetto formativo riguarda il costo delle produzioni che sarà uguale per tutte le diverse produzioni nel tempo. In questa prima fase i Maestri li abbiamo scelti in comune con gli Allievi; sia per quanto riguarda il testo da mettere in scena, sia per quanto riguarda l’affidamento della regia. La decisione di lavorare su La Mandragola di Niccolò Machiavelli è stata affidata a Marco Baliani e va in scena al Teatro Niccolini dall’11 al 22 aprile. Una rivisitazione in stile dark. Questa prima scelta vale per il primo anno; in futuro sarà il gruppo attoriale a scegliere sia il testo da rappresentare che il regista. Il progetto è in perfetta linea con le idee di Orazio Costa che aveva individuato a Firenze uno spazio che aveva chiamato, nei suoi studi teorici:ARSUNA: l’unica arte per un progetto multidisciplinare di avviamento al lavoro nello spettacolo. Il nostro Teatro Nazionale va per identificarsi con la prima esperienza nazionale di Teatro di Formazione d’arte.»
Il regista Marco Baliani
«Nello storytelling, in quanto scelto come primo regista da parte degli Allievi diplomati della Scuola Orazio Costa di Firenze, credo che questo nuovo lavoro di regia, appartenga ad una mia esperienza storica di teatro. E forse anche per questo sono stato scelto come Maestro. Ho lavorato anni in Africa con i bambini di Nairobi. Nella mia esperienza professionale mi è sempre piaciuto lavorare da regista in collaborazione con i miei attori. Di recente ho realizzato una full immersion con Romeo e Giulietta in laboratorio a Firenze e i giovani attori della Scuola Orazio Costa. Ritengo che l’attore in formazione possa permettersi la conoscenza e la pratica di linguaggi diversi, e quindi, sia importante far passare l’uso di più tecniche dal naturalistico alla coralità. Mi interessa anche sviluppare una sinergia tra la nostra e le altre Scuole di Teatro. La vera novità nel caso della Pergola, è quella della ricaduta sul processo produttivo. Trovo il progetto bello, utopico ma realizzabile, in linea anche col mio lavoro artistico sperimentale. Ho scelto la Mandragola come testo di tradizione per la prima messa in scena dei giovani attori. Un’opera che nasce durante l’esilio di Machiavelli dove ci sono i presupposti per la scrittura successiva del Principe. Ho preso spunto anche da suggestioni dalla lettura di articoli di Massimo Cacciari sull’argomento. Il lavoro sarà coordinato rispetto a un canovaccio che stiamo studiando con due squadre di ragazzi al lavoro sul coro riferibile alla poetica di Orazio Costa.»
Gli allievi
Sebastiano Spada
Origini siciliane, viene dall’esperienza teatrale dell’INDA. Per Sebastiano l’idea di Teatro era quella del teatro classico che aveva conosciuto e frequentato a Siracusa. Approdato a Firenze come studente di Architettura frequenta un corso tenuto da Marco Giorgetti alla Pergola e si innamora del Metodo mimico per poi entrare nel primo corso della Scuola Orazio Costa. Con la collega Claudia Marino ha assunto il ruolo di vice direttore artistico del Teatro Niccolini, dove l’attività principale sarà quella di interfacciarsi con le Istituzioni, il Teatro della Pergola e con gli altri colleghi attori.
Claudia Marino, milanese di origini calabresi, Claudia è la prima direttrice artistica del Teatro Niccolini. Ha partecipato al progetto Città metropolitana ideato da Pier Paolo Pacini lavorando su Collodi, Pratolini, al Teatro Studio di Scandicci e ai progetti educativi nelle scuole medie e superiori fiorentine.
La Mandragola
regia di Marco Baliani
con gli allievi diplomati del primo corso della Scuola Orazio Costa
Teatro Niccolini di Firenze dall’11 al 22 aprile