LARI (Pisa) – Perché la parola “urgenza” nel presentare un Festival di teatro come quello di Lari? Cosa significa “l’urgenza” per racontare “Collinarea” che avrà luogo dal 23 al 30 luglio 2016, ideato e proposto da Scenica Frammenti? Loris Seghezzi è il direttore artistico e nelle sue parole si coglie un profondo disagio nel testimoniare quanto è accaduto nei mesi scorsi e la crisi gestionale ed economica venutasi a creare; nonostante questo il Festival andrà regolarmente in scena, grazie alla generosità degli artisti che si esibiranno gratuitamente.
Il programma vedrà la presenza di Sergio Staino, Ordine Sparso, Valentina Carnelutti, Gogmagog, Mo-wan Teatro, Borgobonò, Moj Theater, Mattatoio Sospeso, Magnifico Visbaal Teatro.
Teatro dell’Assedio, Pierpaolo Capovilla, Dimitri Grechi Espinoza, Roberto Kirtan Romagnoli, Compagnia R/V, Ura Teatro/Fabrizio Pugliese e Fabrizio Saccomanno, Andrea Cavarra.
INTI/Luigi D’Elia e Francesco Niccolini, Creature Creative/Elena Guerrini, Pupi e Fresedde/Uthopia/tra Cielo e Terra, Teatro delle Bambole, Teatro dei Venti, I Maria Assunta Lo Carmine, Fortebraccio Teatro, Bobo Rondelli, Mamma li Turchi, Carrozzeria Orfeo, Leviedelfool.
L’urgenza
<<Ho scelto un mestiere che per molti mestiere non è. Mi è capitato, rispondendo alla classica domanda su quale sia il mio lavoro, di osservare l’imbarazzo dell’interlocutore perché, spesso, il nostro mestiere non è “spuntabile” tra quelli da scegliere nell’elenco: si deve scegliere “altro”. Io non posso nemmeno dire di aver veramente deciso di fare questo lavoro, perché discendo da una famiglia di teatranti, ne rappresento la terza generazione e, come loro, ho iniziato da bambino. Non posso dire di averlo scelto, ma posso dire di amarlo questo mestiere, come lo amavano i miei genitori e i miei nonni.
Loro erano Compagnia di Giro. Ancora oggi è questa la dizione che si legge nel nostro certificato INPS. Vivevano – vivevamo – di teatro, quando le leggi in materia non esistevano nemmeno.
Vent’anni fa, quando ereditai Scenica Frammenti, sognavo di fondare la nostra casa-teatro, di dar vita ad un progetto basato su qualità, innovazione, umanità e professionalità, forte dell’esperienza e dell’insegnamento ricevuti. Tradizione e innovazione, la formula perfetta. Credevo, con la presunzione del giovane uomo, che il sistema avrebbe fatto crescere questo progetto come un figlio. Perché sì, perché l’Italia è la patria della cultura, perché noi Italiani siamo portatori sani dell’arte teatrale, perché un Paese con la nostra storia, la nostra bellezza e la nostra vocazione all’arte è di esempio per il mondo intero. Non è stato così, non è così. Il figlio c’è, ma l’abbiamo cresciuto da soli. La nostra Amministrazione Comunale ci ha sempre sostenuti, questo va detto ed è importante. Per il resto, niente. Mai la Provincia, mai la Regione. Responsabilità sicuramente anche nostra: troppo facile dare sempre la colpa al sistema. Ma abbiamo guardato avanti, attenti alla qualità della nostra azione, rischiando, sempre, talvolta andando anche sotto, economicamente parlando, pensando che anche questo faccia parte di un investimento.
Nel 2012 arriva la Fondazione Pontedera Teatro a sostenere il festival, sia sotto il profilo economico che organizzativo, riconoscendone la validità artistica e ritenendolo strategico per la propria azione. Sono gli anni in cui la FPT scopre “nuove” compagnie grazie a Collinarea e le produce. Si organizzano seminari e progetti con le realtà ospiti. Un’azione equilibrata, una buona pratica tanto ben congeniata da poter essere d’esempio al sistema: una realtà che lavora dal basso, attenta alla richiesta del “sommerso” italiano, che trova la collaborazione di una struttura riconosciuta e finanziata a tutti i livelli, per mettere in mostra il meglio delle nuove proposte teatrali. Poi la FPT diventa Teatro Nazionale fondendosi con il Teatro della Pergola e nel 2015 la Fondazione Teatro della Toscana conferma il contributo al Collinarea Festival
“Tutto bene, siamo bravi, funziona. Finalmente il nostro progetto è stato riconosciuto per il suo valore ed è arrivato il premio alla nostra caparbietà”. Questo pensavamo.
A febbraio 2016 la Fondazione Teatro della Toscana ci comunica l’azzeramento del contributo. Si parla di una parte importante del budget complessivo del festival e siamo a febbraio. Impossibile trovare le risorse necessarie in così poco tempo, impossibile anche far guadagnare le banche come sempre. Il Collinarea Festival rischia di non esistere più. Ma ecco che gli artisti decidono di partecipare gratuitamente pur di non farlo morire. Gli artisti, sempre loro. Quelli che questo progetto lo hanno fatto diventare grande insieme a noi, quelli che talvolta sono diventati grandi anche grazie al festival, quelli che, nonostante tutto, credono ancora che in questo Paese il nostro lavoro conti molto. Quelli per i quali il teatro è vita, che non si arrendono ad un sistema sempre più devoto ai numeri e alle formule matematiche. Quegli stessi artisti che faticano a veder ripagato il loro lavoro, perché si muovono su un terreno quasi nemico. Paradosso del nostro Bel Paese.
Ma ecco un’altra sorpresa. Accanto agli artisti ci sono anche le persone che amano il teatro e la cultura da semplici fruitori. Persone come tante, che risiedono in questi luoghi, che hanno a cuore il Collinarea Festival e che per questo hanno scelto di aprire le proprie case a quegli stessi artisti che gratuitamente verranno a Lari. Un movimento virtuoso che sembra contrapporsi alla logica dei numeri, che logica non è.
Questa potrebbe essere l’ultima volta del Collinarea Festival. Perché non è certo giusto che gli artisti lavorino gratis. Batteremo tutte le strade possibili nei prossimi mesi, questo è certo. Ma intanto vorremmo che questa edizione diventasse strumento per far sentire il nostro disagio, che è disagio di molti. Useremo questo strumento nel modo che ci riesce meglio: Artisticamente. La nostra azione partirà da un’opera pensata e realizzata con l’artista Cesare Inzerillo. Sarà un’istallazione, posizionata nel centro del borgo di Lari, il cui nome è Container. Sarà il contenitore di un’urgenza artistica e umana, il contenitore di immagini e voci di artisti, organizzatori, spettatori: di tutti noi. Dobbiamo sfruttare ogni occasione per far sentire la nostra voce, la nostra contrarietà. Dobbiamo provare ad agire. Come sempre in questi casi, c’è bisogno di partecipazione.>>
Programma di Collinarea
sabato 23 luglio ore 17.00 Incontro pubblico su Collinarea 016 – l’Urgenza; ore 18.30 Apertura installazione Container; ore 19.45 Vincenza Barone in ‘A livella ; ore 20.00 Fondazione Sipario Toscana Onlus – La Città del Teatro Centro di Produzione Teatrale in Rien ne va plus ; ore 21.00 Sergio Staino in Io sono Bobo – incontro con Sergio Staino; ore 23.00 Compagnia Laboratorio SF in OtLeto ; domenica 24; ore 19.00 Compagnia Ordine Sparso in Orfeo ; ore 20.15 Valentina Carnelutti in Non ho altro da aggiungere; ore 21.00 Gogmagog in Scherzo ma non troppo ; ore 22.15 Mo-wan in Sull’Oceano
lunedì 25
ore 10.00 laboratori Collinarea per InArea – la Cabala (30 luglio), ore 17.00 presentazione progetto Container, ore 18.45 Borgobonò in In ogni caso nessun rimorso , ore 20.45 Moj Theater in La Signora , ore 21.15 Mattatoio Sospeso in Les amants du ciel , ore 22.15 Magnifico Visbaal in Concedimi di diventare nessuno martedì 26 ore 19.00 Il Teatro dell’Assedio in Totem Ba , ore 20.45 Pierpaolo Capovilla in Confessioni, ore 21.30 Dimitri Grechi Espinoza in Oreb ore 22.00 Roberto Kirtan Romagnoli/Scenica Frammenti in L’Italia è fatta
mercoledì 27 ore 19.00 Compagnia R/V in ICH BiG, ore 20.15 Ura Teatro/Fabrizio Pugliese in Transumanze ore 21.00 Andrea Cavarra in Il Mascheraio ore 22.00 INTI/Luigi D’Elia e Francesco Niccolini in Cammelli a Barbiana, giovedì 28 ore 19.00 Piccola Compagnia Laboratorio SF in Butterfly, ore 19.45 Creature Creative/Elena Guerrini in Orti Insorti , ore 21.00 Pupi e Fresedde-Centro Nazionale di Produzione Teatrale Firenze – Uthopia/tra Cielo e Terra in Il Generale ore 22.15 Ura Teatro/Fabrizio Saccomanno in La guerra dei somari;
venerdì 29 ore 19.30 Teatro delle Bambole in Il fiore del mio Genet, ore 20.15 presentazione della rivista Quaderni di Teatro Carcere e la proiezione di un estratto del documentario sul progetto, Gerusalemme Liberata del Coordinamento Teatro Carcere Emilia-Romagna, ore 21.00 I Maria Assunta Lo Carmine in Maria Assunta Lo Carmine ; ore 22.00 Fortebraccio Teatro in I Giganti della Montagna – radio edit; sabato 30 ore 21.00 InArea – La Cabala con Teatro dei Venti – Ordine Sparso – Le Viedelfool – Carrozzeria Orfeo; concerto di chiusura con Mamma li Turchi e, in modo straordinario, Bobo Rondelli in CoverMan
Laboratori
Teatro dei Venti dal 25 al 30 luglio; Ordine Sparso dal 25 al 30 luglio;
Carrozzeria Orfeo dal 25 al 30 luglio; Leviedelfool dal 25 al 30 luglio