Tra l’incudine e il martello. E’ la condizione dell’uomo oggi, compresso tra le contraddizioni femminili in questo momento storico di forti cambiamenti. Ancora gli anni ’70 ed il femminismo non sono stati digeriti: le donne sono più emancipate, autonome, indipendenti. Non è vero sempre, non è vero dappertutto, con la crisi globale e il precariato si sta tornando indietro. Ma prendiamo ad esempio soltanto il nostro piccolo spaccato di mondo occidentale. Allora la donna è diventata qualcosa, ha mutato la sua pelle mentre l’uomo se ne sta lì in balia, naufrago tra ciò che pensava dovesse essere e la realtà che nella maggioranza dei casi lo annienta, lo sovrasta, lo sconquassa.
Con analisi chirurgica e linguaggio quotidiano la regista Cristina Comencini mette in piedi “La scena” (debutto al Teatro del Giglio di Lucca 11, 12 e 13 ottobre, poi in tournée nazionale) con due interpreti d’eccezione: Maria Amelia Monti e Angela Finocchiaro, accompagnate dal giovane Stefano Annoni (trent’anni, comasco, proveniente dalla Scuola Paolo Grassi di Milano, già sposato e padre di due figli). Due donne così diverse che potrebbero essere le due facce della stessa medaglia con l’uomo (toy boy non piace alla regista, e sinceramente neanche a noi) a rompere quest’equilibrio difficile e precario tra queste amiche da sempre.
“L’ho scritto un anno e mezzo fa, – introduce con piglio, sicurezza e sorrisi la Comencini – racconto da sempre il motore delle relazioni tra uomini e donne: la famiglia, i bambini, come ci si lascia. La più grande novità dei nostri tempi è la mutata condizione della donna. Questo cambiamento non è drammatico ma è una grande opportunità che come tale crea squilibri e necessita di nuovi assestamenti”.
Sulla scena le due donne che sono l’una l’opposto dell’altra: “Se una è leggera, Maria Amelia, è separata ed ha due bambini e le piacciono gli uomini ed ha molti flirt occasionali, l’altra, Angela, ha rinunciato all’amore dopo un dramma vissuto in passato. Sono amiche da una vita. Uno dei tanti incontri notturni del personaggio di Amelia, è il ragazzo che si inserisce tra le due instaurando un’educazione sentimentale delle due donne mature verso di lui ma anche viceversa”. La differenza d’età come confronto tra le generazioni come nel suo precedente “Due partite”. Questo “La scena” è un continuo repentino sconvolgente cambio di registri, come lo è, d’altronde, la vita nell’alternanza tra serietà e leggerezza. La frase cardine: “Dove sono gli uomini della nostra età? Perché mandano avanti i figli?”
(crediti fotografici di Fabio Iovino)
Due interpreti che hanno fatto del teatro (e della televisione e cinema) brillante il loro cavallo di battaglia: “Conosco Angela da trenta anni, forse questa è la buona occasione per interrompere questa amicizia. – scherza la Monti – E’ la prima volta che vengo diretta da una donna. Cristina ha la giusta fermezza e morbidezza per guidarci in questa commedia che non è così lineare perché al suo interno si aprono delle bolle, delle parentesi con i ruoli che cambiano, con queste due amiche che sono adesso complici, ora nemiche, ora vittime, infine streghe. Siamo tutte le contraddizioni e sfaccettature delle donne”.
La Finocchiaro ha la voce flebile ed è struccata: “Il testo è stato un percorso emotivo ballerino. Tutti noi abbiamo nel cervello dei solchi che tendiamo a ripercorrere in maniera automatica come la strada di casa. Con Cristina (aveva recitato nella pellicola “La bestia nel cuore”, ndr) percorro nuovi solchi, allargo i miei orizzonti ed è un arricchimento e uno squassamento continuo”. Tra i due fuochi questo ragazzo che piomba all’improvviso: “E’ un testo attualissimo – spiega il trentenne Stefano Annoni, faccia pulita da bravo ragazzo, occhi azzurri, visto nella fiction “I Fuoriclasse” con Luciana Littizzetto – nella realtà di tutti i giorni la donna diventa sempre più forte e l’uomo non trova la sua sistemazione nel mondo. Il mio personaggio, tra la cinica e la disillusa, porta speranza e freschezza”. “Il mondo femminile è molto autoreferenziale, anche perché le donne è relativamente poco tempo che hanno cominciato a raccontarsi – chiosa l’autrice e regista – la mancanza dell’uomo genera follia. Per me non esiste un universo senza uomini”.
In tournée in Toscana a Cortona Teatro Signorelli, 21 gennaio 2014 e a Viareggio, Teatro Politeama, 27 gennaio 2014