MILANO – Le passioni in Schiller sono potenti, quasi pesanti nella loro assolutezza. Gli attori di Dodin sono leggeri, quasi spirituali nella loro fisicità. Ne risulta un gioco, quasi una gara a far presa e a sfuggire le une agli altri, che nel nuovo spettacolo del regista di San Pietroburgo con la compagnia del Maly Teatr assicura due ore di godimento profondo. In italiano il titolo dello spettacolo è “Intrigo e amore”, traduzione letterale di Kabale und Liebe, un titolo che già nel 1784 trasudava un romanticismo senza sconti, ma nella coppia dialettica riunisce tanto l’oscurità quanto il bagliore dell’istinto, ripiegato su se stesso o libero. Della storia di Ferdinand e Luise, ambientata in un ducato tedesco del Settecento, è presto detto: si amano, ma lui è figlio del Presidente smanioso di potere; lei di un maestro di musica. La differenza sociale è solo una miccia per separarli, lo scopo è far sposare il ragazzo alla Lady amante del Duca e coprire il marcio. Naturalmente i loschi traffici sono evidenti, spudorati, una rete che non solo prende le due farfalle, ma le porta alla morte – lui avvelena lei, sospettandola di tradimento, poi capisce tutto e si uccide. La morte, Shakespeare docet, è ancora l’unica via per i figli di sfuggire alle meschinità dei padri.
Per mostrare che questo scontato groviglio è il rovescio, la parte nascosta piena di fili spezzati e cuciture grossolane, di un tessuto prezioso, Dodin ne fa splendere la superficie con la leggerezza, appunto, dei giovani corpi degli amanti ma anche dei sei valletti che spostano tavoli imponenti eppure senza peso. C’è una ricerca di bellezza nelle forme, negli oggetti, nei bianchi e nei neri dei costumi, nella luce dei doppieri, nel volo delle tovaglie apparecchiate. Belli, eleganti gli attori, quasi tedesco nei tratti è il Maggiore innamorato Danila Kozlovsky; una figurina di porcellana Elizaveta Boyarskaya; una presenza di gran fascino che danza sinuosa la Milady di Ksenia Rappoport, attrice di cinema, aggrappata al confine tra i mondi dell’intrigo e dell’amore, ma ormai più volte caduta. Sempre potente nel richiamo ai valori della morale e alle violenze della storia (ci sono anche testi di Rousseau e di Bismarck), la regia di Dodin è mirabile nel far emergere, anche con l’ironia, la vita immaginaria della scena: gli oggetti sono materia e simbolo, come e più delle parole. Sono Bellezza e Teatro.
Intrigo e amore di Schiller regia Lev Dodin, visto al Piccolo Teatro Grassi di Milano il 7/10/2014