RUMOR(S)CENA – TEATRO DELLA PERGOLA – FIRENZE – Sembra immobile la piccola figura vestita di nero, seduta sul bordo di un molo ha alle spalle il mare di un porto qualunque, di quelli da cui partire cercando qualcosa. Sembra immobile eppure il braccio si muove a indicare lontano e la mano accarezza il pensiero che sta per svanire nel silenzio sospeso di un pensiero inghiottito nel buio. È il “PESSOA – Since I’ve been me” che va in scena in “prima mondiale” al Teatro della Pergola.
Produzione internazionale con attori di differenti Paesi e lingue che si intersecano a costruire armonie, con background culturali differenti ma uniti nel nome di un grande poeta del mondo che nutrì in Portogallo il suo genio, Fernando Pessoa. “Enigmatico poeta dai molti eteronimi, sfuggente sagoma di quella magica temperie culturale che fu il periodo tra le due guerre” lo definisce Roberto Wilson che a lui ed ai suoi versi si è ispirato, rappresentandoli cuciti di luci e di colori, scegliendo, nel bianco che abbaglia, di far vincere un rosso che ricorda battaglie dolorose, vittorie, passioni ed amori. Di rosso Wilson costruisce volumi irreali ed oggetti che si librano in alto cancellando gli spazi e vestendosi di parole. Ecco che si alza ancora una volta l’asticella per balzare nel sogno che il progetto L’Attrice e l’Attore Europei vede uniti in percorsi di una qualche inconsueta e ardimentosa audacia, con spazi, temperature poetiche, suoni e visioni che soltanto il teatro consente.
E vede uniti in virtuosa sinergia ancora una volta Teatro della Pergola di Firenze e Théâtre de la Ville di Parigi per quel loro sogno/progetto comune che si spinger a rimodellare i confini del mondo visionario nel teatro possibile. Vi si sono aggiunti in coproduzione, per tenace lavoro di Marco Giorgetti, Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Teatro Stabile di Bolzano, São Luiz Teatro Municipal de Lisboa, Festival d’Automne à Paris in collaborazione con Les Théâtres de la Ville de Luxembourg. Applausi. Gran costruzione lungimirante nell’anno in cui il Portogallo festeggia mezzo secolo dalla “Rivoluzione dei Garofani” che coinvolse ed emozionò gli spettatori, più vecchi oramai, ma testimoni di un sogno che s’avverava, di democrazia ritornata dopo anni di dittatura, di versi scritti intingendo la penna nel sangue e nei sogni. È stato quasi naturale per Wilson e per i suoi compagni d’impresa sognante pensare a Pessoa “l’enigmatico poeta dai molti eteronimi, sfuggente sagoma di quella magica temperie culturale che fu il periodo tra le due guerre”. Così ha preso corpo lo spettacolo bello che il pubblico della Pergola ha applaudito a lungo al debutto. Così un disegno colorato di mare alle spalle del primo Pessoa è diventato spazio fantastico ritagliato nella luce che abbaglia.
Ecco allora che il segno ritorna preciso a fendere lo spazio definito dal segno della luce. Come sempre, ossessione e scelta poetica di ogni spettacolo che Robert Wilson si prova a comporre come per un suo nuovo racconto drammatico o lieto sussulto. La ricerca che dagli anni lontani non muta, moltiplica possibili indagini e invenzioni audaci per racconti felici in cui fondere l’allegria e lo stupore, il dolore e l’amore. Wilson ha costruito questa volta un suo strano ed audace cabaret d’illusioni, riflessioni lontane nel tempo della vita, memorie di formative letture e invenzioni, moltiplicando il suo Pessoa in multipli audaci, affidandolo a Maria de Medeiros, Aline Belibi, Rodrigo Ferreira, Klaus Martini, Sofia Menci, Gianfranco Poddighe, Janaína Suaudeau.
Veloci presenze irreali, confusione di gioco che appare e scompare, saltimbanchi della fantasia e della parola, dolci nelle loro lingue a confonderne le certezze visionarie, ballerini di un tempo incerto ed attori di parole che volano alte e lontane a trovare il suono comune del gioco. Portoghese Maria de Medeiros, eleganza sublime, volto noto del cinema e del teatro; brasiliano è Rodrigo Ferreira, franco-brasiliana Janaína Suaudeau, francese di radici africane Aline Belibi, italiana e cresciuta alla Pergola Sofia Menci, italiano di lunga residenza francese Gianfranco Poddighe, italo-albanese Klaus Martini, sono attori ed attrici, ballerine e performer capaci di costruire esplosioni d’allegria e tenerezza.
“Eu não parti de um porto conhecido… Io non sono partito da un porto conosciuto. Nemmeno oggi so che porto era, perché non ci sono ancora stato…” il viaggio inizia e termina accompagnando lo spettatore nel percorso che mescola i versi e ne fissa le geografie in panorami poetici che da Pessoa si alimentano e negli occhi di Wilson e nella sua precisa costruzione di geometrie luminose prendono forma. In nuova proposta, che da Firenze s’allontana per fermarsi in un visionario racconto di teatro fatto di “porti inesistenti… entre cidades irrepreensivelmente irreais”.
Visto al Teatro della Pergola di Firenze il 4 maggio 2023
Repliche fino al 12 maggio
Prima Mondiale
ROBERT WILSON
PESSOA Since I’ve been me
regia, scene e luci Robert Wilson
testi Fernando Pessoa
drammaturgia Darryl Pinckney
costumi Jacques Reynaud
con Maria de Medeiros, Aline Belibi, Rodrigo Ferreira, Klaus Martini, Sofia Menci, Gianfranco Poddighe, Janaína Suaudeau
co-regia Charles Chemin
collaboratrice alla scenografia Annick Lavallée-Benny
collaboratore alle luci Marcello Lumaca
sound design e consulente musicale Nick Sagar
trucco Véronique Pfluger
stage manager Thaiz Bozano
direttore tecnico Enrico Maso
collaboratrice ai costumi Flavia Ruggeri
consulente letterario Bernardo Haumont
assistente personale di Robert Wilson Liam Krumstroh
commissionato e prodotto da Teatro della Pergola – Firenze e Théâtre de la Ville – Parigi
coprodotto da Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Teatro Stabile di Bolzano, São Luiz Teatro Municipal de Lisboa, Festival d’Automne à Paris
in collaborazione con Les Théâtres de la Ville de Luxembourg
Spettacolo in italiano, portoghese, francese, inglese con sovratitoli in italiano
Durata: 1h e 15’, atto unico.