RUMOR(S)CENA – ROVERETO – Arriva il 15 novembre al teatro Zandonai di Rovereto l’ultima produzione di Abbondanza-Bertoni. Una coreografia dedicata all’universo femminile campionato per micro-movenze, che ha debuttato quest’estate a Castiglioncello al Festival Inequilibrio. È uno dei gruppi italiani di danza contemporanea più longevi, un duo inossidabile quello di Michele Abbondanza e Antonella Bertoni. Anche quando decidono di fare i compiti separatamente come nel caso della loro ultima produzione: Femina, in cui Antonella si è misurata da sola in ciò che si potrebbe letteralmente definire un corpo a corpo coreografico con la materia. Ovvero una perlustrazione fitta del femminile, dei modi di porsi davanti al mondo e nell’intimità. Un campionario minuzioso di tic, pose, mossette, atteggiamenti che quattro fanciulline – acconciate in una crasi perfetta tra Barbie e Raffaella Carrà – mettono in scena in un’ora pulsante e forsennata.
Femina è un diario minimo dell’essenza delle donne, costruito con implacabile assemblaggio di tutti quei dettagli che appartengono all’altra metà del cielo, dal sistemarsi le spalline del reggiseno a tirarsi su le calze che scendono. Le quattro bambole scuotono i caschetti biondi, si rispecchiano le une nei movimenti delle altre con una precisione lucida che ricorda un po’ le geometrie di Lucinda Childs. La coreografia di Bertoni però non è mai neutra, anche quando si fa algida: dietro quella collazione di gesti, quell’apparenza robotica da ginnaste di Blade Runner, si avverte un’inquietudine irrisolta. Ansia da incapsulamento. È l’angoscia che cova il bruco prima di diventare farfalla, mentre rumina incessantemente su se stesso, ignaro della metamorfosi che verrà. Sono femmine irregimentate in modelli prestabiliti a cui non si sa come e se liberarsi, che hanno anticipato quelle crepe d’identità presenti nel film Barbie di Greta Gerwig.
Bravissime le interpreti a sintonizzarsi nella complessa armonia coreografica: Sara Cavalieri, Eleonora Chiocchini, Valentina Dal Mas, Ludovica Messina Poerio, mentre osservatore a distanza, Michele Abbondanza si ritaglia un solo segno scenografico finale: uno squarcio sul fondale, che diventa fessura fremente (Fontana insegna: i tagli aprono universi). Concepito nel “nido” di Rovereto, dove Abbondanza e Bertoni hanno la loro sede di ricerca e concertazione di danze, Femina ha debuttato quest’estate a Castiglioncello per Inequilibrio – dove lo abbiamo visto – anche qui in perfetta sintonia con le ispirazioni del festival diretto sensibilmente da Angela Fumarola, tra cui il focus su corpo e identità femminile.
Spettacolo assolutamente da intercettare, Femina continua la tournée il 15 novembre al teatro Zandonai di Rovereto, il 13 dicembre a Viterbo e il 15 dicembre a Narni.
Visto al Festival Inequilibrio Armunia di Castiglioncello il 28 giugno 2023