RUMOR(S)CENA – BOLZANO – «In 19 brevi scene dal ritmo travolgente con una struttura simile a quella del montaggio cinematografico, un Wedekind appena ventiseienne racconta con sorprendente forza drammatica l’eterno conflitto tra adolescenti e adulti. E non si fa mancare nulla: dalla scoperta del sesso alle difficoltà di comunicazione, dall’importanza dell’amicizia alla struggente speranza di dare un senso alla vita, dallo smarrimento nella ricerca della propria identità alla paura del primo amore. Così il grande autore tedesco, padre dell’espressionismo teatrale, ci colpisce ancora oggi per la modernità dei temi trattati e la sensibilità nei confronti dei giovani e delle loro speranze, spesso tradite».

Con queste parole il regista Marco Bernardi descrive l’essenza di un testo simbolo delle condizioni giovanili di ogni tempo. Scritto da Frank Wedekind nell’inverno 1890/1891, “Risveglio di primavera” venne portato in scena solo quindici anni dopo, a causa della censura. Fu Max Reinhardt a portarlo al debutto a Berlino. Era il 1906 e lo spettacolo scandalizzò i benpensanti ed entusiasmò la critica e il pubblico liberale e progressista. Del “Risveglio di primavera” sono state messe in scena infinite edizioni nei teatri del mondo, riscritture moderne comprese, e ne sono derivati film memorabili come “L’attimo fuggente” di Peter Weir nel 1989.

La forza dirompente dell’adolescenza e il conflitto generazionale sono i temi centrali della messa in scena di Bernardi che dirige una compagnia di 14 attori, dieci dei quali sono giovani, selezionati in tutta Italia in oltre cento provini. Bernardi li guida attraverso i vertiginosi cambi di registro di Wedekind, nell’alternarsi continuo di scene comiche e drammatiche, nel rapido passaggio tra un quadro e l’altro, da un dialogo a un monologo, da una situazioneall’altra, seguendo l’acuta e ostinata ricerca della verità che caratterizzano l’autore. Questa rilettura è ispirata a un altro grande artista contemporaneo di Wedekind, il pittore di Ostenda James Ensor, con le sue maschere misteriose e grottesche. Oltre a un’assoluta libertà creativa, li accomuna il bisogno di esprimersi con registri stilistici apparentemente opposti: da un lato un’intensa vena drammatica, dall’altro una specie di ansia dello sberleffo, una macabra vena farsesca.

Questo spettacolo si avvale della nuova traduzione commissionata dal Teatro Stabile di Bolzano al drammaturgo Roberto Cavosi e pubblicata ora da CUE PRESS, casa editrice dedicata alle arti dello spettacolo, con la prefazione di Marco Bernardi e la postfazione dello storico del teatro Massimo Bertoldi, recentemente scomparso.
di Frank Wedekind
traduzione Roberto Cavosi
adattamento e regia Marco Bernardi
elementi scenici e costumi Roberto Banci
maschere Saverio Assumma
luci Denis Frisanco
con Patrizia Milani, Giovanni Battaglia, Fabrizio Contri, Giovanna Rossi
e con Giacomo Albites Coen, Giovanni Cannata, Bianca Castanini, Matilde Bernardi, Pietro Landini, Sebastian Luque Herrera, Max Meraner, Edoardo Rossi, Emma Francesca Savoldi, Giacomo Toccaceli
co-produzione Teatro Stabile di Bolzano, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale

In scena al Teatro Stabile di Bolzano Teatro Studio fino a domenica 16 marzo
In tournée
01-06/04 Torino – Teatro Gobetti
11-13/04 Pordenone – Teatro G. Verdi
