MONTALTO UFFUGO (Cosenza) – Giorgio Albertazzi e Sergio Rubini nella serata di gala di presentazione del Festival Internazionale Ruggiero Leoncavallo. Sabato 12 settembre, A Montalto Uffugo, in provincia di Cosenza, un borgo di origine antichissima, borbonico, caratterizzato nel centro storico da cenni di architettura barocca e testimonianze di civiltà trascorse per questa terra (normanno-sveve, ebree, valdesi), in cui Leoncavallo ragazzino soggiornò prima di diventare il maestro riconosciuto a livello mondiale. La sua opera principe, i Pagliacci, fu ispirata da un fatto di sangue che vide come protagonista il domestico di casa Leoncavallo (il padre Pretore a Montalto, allora centro nodale politico-amministrativo di un territorio vastissimo). Nel libretto dell’opera citato nel prologo: “l’autore ha cercato invece pingevi uno squarcio di vita… ed al vero ispirarsi”. Scoperto artefice di adulterio, l’inserviente, accompagnando a casa il piccolo Ruggiero di 8 anni allora, di ritorno da uno spettacolo teatrale, venne barbaramente ucciso dai fratelli D’Alessandro, accoltellato. Leoncavallo ne fu testimone oculare.
E i personaggi dell’opera prendono vita, nella fervida immaginazione del compositore elaborando le tracce di un ricordo indelebile divenuto adulto musicista. Tonio, Canio, Silvio, Beppe, Nedda. Saltimbanco che sbarcano il lunario. Nedda è una giovane zingara presa in affidamento da Canio da che era ancora bambina e fatta sposa una volta divenuta una donna dalle fattezze bellissime e provocanti. Il dramma poggia sugli eccessi del carattere meridionale con la gelosia a avvelenare il sangue degli uomini del sud portandoli alla rovina avvenendo la repressione esclusivamente con la vendetta di sangue. L’ormai anziano capocomico della compagnia è accecato dalle attenzioni di Silvio verso la sua amata, e Tonio, come Iago nell’Otello, respinto da Nedda, si vendica del rifiuto spifferando a Canio la relazione erotica tra la sua avvenente moglie e il giovane guitto (Silvio). I dramma si bagna di sangue. Il giovane attore è ucciso sul palco, in scena, dal rivale, mentre si rappresentava il grottesco della scoperta di un tradimento. Finzione e realtà si sovrappongono.
Il festival lirico rende omaggio a un cittadino illustre, all’arte, all’opera – prodotto tutto italiano – qui, tra l’appenino costiero e la vallata del Crati (fiume leggendario essendovi sepolto, secondo credenze, Alarico re dei Visigoti con il tesoro del sacco di Roma) in geografie in cui l’Italia langue, si getta nel mediterraneo. Nelle intenzioni degli organizzatori, del sindaco Pietro Caracciolo e del suo staff, la volontà di trasformare il borgo in un polo culturale di altissimo livello e attenzione nazionale e europea. Valorizzandone storia e peculiarità, tradizioni artigianali e artistiche, talenti e luoghi. L’orchestra “Suoni del Sud” diretta da Nicola Marasco, il soprano Francesca Patanè, il baritono Marco Chingari faranno da cornice sonora all’evento che si svolgerà ai piedi del magnifica sagrato barocco del duomo di Montalto, a devozione della Madonna della Serra. Terra di profondo Sud. Terra di arte e cultura.