Fotografia, fotonotizia, gallery, La foto del giorno — 11/10/2023 at 14:48

Escursione nel Parco nazionale dello Stelvio

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RUMOR(S)CENA – PARCO NAZIONALE DELLO STELVIO – Un’escursione che offre un panorama di rara bellezza, circondato da vette che spiccano per la loro imponenza. Una vista spettacolare sul Parco nazionale dello Stelvio dove si erge in tutta la sua magnificenza la cima più alta: l’Ortles e il ghiacciaio che riflette la luce nelle giornate in cui il cielo azzurro e terso fa da sfondo. L’escursione condotta da un’esperta guida del Parco, organizzata dall’Associazione turistica Prato allo Stelvio, ha permesso di conoscere una zona dell’arco alpino in cui il paesaggio varia in continuazione, salendo dal Rifugio Forcola posto a 2.153 metri di altitudine, punto di partenza, raggiungibile anche con la seggiovia che parte da Trafoi, per raggiungere il Passo dello Stelvio a 2.758 metri d’altitudine, il valico alpino delle Alpi Retiche: il più alto valico automobilistico d’Italia e il secondo in Europa dopo quello del Colle dell’Iseran (Francia) con la cima dell’Ortles (gruppo Ortles Cevedale) che raggiunge i 3.905 metri d’altitudine (la vetta più alta del Trentino Alto Adige). Da qui ci si inoltra su un sentiero accessibile e facile che si inerpica su pendii scoscesi dai colori contrastanti, quasi una tavolozza di un pittore dalle tinte ocra. Lo sguardo viene catturato dalle cime maestose e il contrasto delle rocce nere e grigie risalta per la neve presente sul ghiacciaio i cui riflessi abbagliavano.  Meta intermedia dell’escursione è il Lago d’Oro incastonato tra le rocce e nel cielo è stato possibile vedere due gipeti librarsi in volo, chiamato anche avvoltoio degli agnelli ed è l’avvoltoio di maggiori dimensioni e tra i più rari tra quelli che nidificano in Europa. Ci si addentra tra pietraie scoscese e i resti delle fortificazioni della Prima guerra mondiale, il cui fronte correva lungo il sentiero, dove si fronteggiava l’esercito italiano contro l’austriaco. Suscita impressione vedere come a queste altitudini i soldati abbiano potuto soggiornare in condizioni estreme, a rischio di perdere la loro vita, non solo in combattimento, ma molto spesso per le condizioni ambientali per le slavine, la caduta di seracchi, il freddo e il gelo.

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