RUMOR(S)CENA – ATTRICI ATTORI UNITI – ROMA – Il Comitato tecnico scientifico della presidenza del Consiglio dei ministri ha emesso un verbale dopo l’incontro avvenuto sabato 9 maggio scorso. Per quanto concerne gli spettacoli organizzati in sale teatrali e sale da concerto all’aperto o al chiuso con posti seduti preassegnati e inamovibili, il CTS valuta che essi possano aver corso a partire dalla prima settimana di giugno, a condizione che vengano assicurati e rispettati i criteri di distanziamento e di protezione mediante mascherine per tutti, lo stesso criterio dovrà essere applicato agli spettatori come agli artisti, alle maestranze e ogni altro tipo di lavoratore presente nel luogo dove lo spettacolo si tiene.
- L’agenzia ANSA del 9 maggio scorso riferisce che
ANSA ( 9 MAGGIO) Un tetto di duecento persone per gli spettacoli al chiuso, che diventano mille in caso lo spettacolo si svolga all’aperto – un numero che viene sottolineato deve comprendere anche gli artisti e tutti i lavoratori – e sempre nel rispetto “imprescindibili” delle distanze e delle misure di sicurezza molto severe suggerite dagli esperti del Comitato Tecnico Scientifico, che prevedono tra l’altro la mascherina anche per gli artisti.
A sorpresa rispetto al sentimento di qualche settimana fa, come i bar i ristoranti e le chiese anche i teatri e i cinema, potranno provare a ripartire dalla prima settimana di giugno. E addirittura potrebbe forse partire quasi nei tempi, almeno sulla carta , il Festival di Ravenna, che si sarebbe dovuto aprire il 3 giugno. Anche se per molti, stante le tante regole da osservare, ripartire non sarà né facile né economico. Lunedì intanto, come ha annunciato ieri sera ai David il ministro Franceschini le associazioni di categoria si confronteranno con il ministero – al mattino l’Agis , i comuni, le regioni, al pomeriggio il cinema – per capire nel concreto come muoversi.
ANSA (9 MAGGIO) “Da quello che ci hanno riferito, sembra siano state accolte gran parte delle nostre proposte”, spiega all’ANSA Filippo Fonsatti, presidente di Federvivo e di Platea, nonché sovrintendente del Teatro Stabile di Torino, ricordando il protocollo messo a punto dall’Agis che il presidente Carlo Fontana ha consegnato due settimane fa al ministro della cultura. “Ora la questione sembra più chiara per quanto riguarda la gestione del pubblico, con distanze, mascherine, gel, biglietti comperati preferibilmente in anticipo online.- sottolinea Fonsatti- Meno facile sarà invece la gestione del processo produttivo”. Perché i suggerimenti arrivati dai tecnici impongono di fatto le stesse regole sia per il pubblico sia per i lavoratori dello spettacolo, ai quali ugualmente viene chiesto di rispettare distanze e precauzioni, compreso l’uso della mascherina.
Certo non sarà facile, ragiona Fonsatti, per le imprese “medio grandi ci sarà un problema evidente di costi e ricavi”. Ma è anche vero, aggiunge ,”Che tutto quello che è stato messo in campo in queste settimane ci dà la misura di un governo che si è reso conto della situazione e si sta dando da fare”. Intanto si cercherà di ripartire .
Tenendo conto che il vero via libera potrà arrivare dopo un bilancio positivo dei diari epidemiologici al 18 di maggio. E che i problemi da affrontare, soprattutto sui palchi per garantire che tutto si svolga in sicurezza sono davvero tanti. (ANSA)
Definitivamente esasperati dalla gestione unidirezionale della Politica e delle imprese, ci chiediamo quanta conoscenza ha il Comitato tecnico scientifico della reale natura del nostro lavoro, vista l’assurda pretesa di farci utilizzare DPI per svolgere le nostre professioni? Il motivo per cui lunedì 11 maggio non sono stati convocati né i Sindacati di rappresentanza né i lavoratori, ovvero coloro i quali dovrebbero tornare a fare il loro mestiere sui palcoscenici e sui set senza garanzie sufficienti di profilassi sanitaria e di sicurezza economica?
Come è possibile che siano state “accolte gran parte delle loro proposte” senza aver ascoltato prima maestranze ed artisti?
I pochi volti noti invitati e ricevuti personalmente dal ministro Franceschini non sono sicuramente una delegazione rappresentativa dell’intera categoria. L’incontro avvenuto il 30 aprile scorso è stato, più che un’occasione di ascolto, un ennesimo tentativo di fare propaganda. Come si può pensare di ripartire come se nulla fosse, dopo il comportamento assunto da Agis rispetto all’interpretazione dell’art.19 del CCNL e il mancato rispetto delle regole sui licenziamenti, che hanno fatto perdere decine di migliaia di euro agli scritturati, danneggiando loro e le rispettive famiglie?
Ci sorge il dubbio che la fretta sia finalizzata solo a riavviare il lavoro delle grandi strutture e dei loro uffici, con il rischio che vengano interrotte le misure di tutela stabilite dal Governo per far fronte all’emergenza. Ci risulta che nemmeno tutte le imprese all’interno di AGIS siano d’accordo, quindi Filippo Fonsatti presidente di Federvivo e Platea e sovrintendente del Teatro Stabile di Torino
a nome di chi parla? Ribadiamo ancora una volta il nostro diritto di essere interlocutori attivi sulle decisioni che ci riguardano,nonostante la chiara volontà di tenerci fuori. Significativa, a riguardo, è stata l’estromissione di quest’anno della rappresentanza sindacale dal Consiglio Superiore dello Spettacolo, come significativo è il fatto che il Ministero non monitori il comportamento scorretto delle imprese nei confronti dei lavoratori e il mancato rispetto del CCNL, che è uno dei parametri per l’assegnazione del FUS. Lo stesso CCNL che aveva previsto l’istituzione di un Osservatorio Nazionale dal 2018, mai avviato a causa delle Imprese. In questo momento e con queste modalità, una ripartenza significherebbe dare lavoro a una percentuale irrisoria di artisti e maestranze, lasciando loro la responsabilità individuale in caso di contagio e provocando il rischio di una corsa al lavoro al ribasso, mentre la stragrande maggioranza verrebbe lasciata”nel deserto”.Riteniamo sia evidente il tentativo di spaccare l’unità che si sta cementando tra lavoratrici e lavoratori dello spettacolo, che, se non verranno ascoltati, risponderanno con un blocco totale e si riterranno personalmente obbligati a presentarsi fisicamente agli ingressi dei Ministeri.
Attrici Attori Uniti
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Lavorator_della danza LDD
E come ERESIA: Le Rivoluzioni siamo noi?
Lavoratrici e lavoratori dello spettacolo Lombardia