Seconda e ultima giornata della finale Premio Scenario. Otto gruppi candidati presentano i loro progetti al Lavatoio di Santarcangelo (dalle 10.00 alle 12.00) e al Teatro Petrella di Longiano (dalle 15.00 alle 19.00)
Con linguaggi diversi, i lavori della seconda giornata presentano testi originali che si misurano con strutture musicali e poetiche, ambienti performativi e scritture di scena che utilizzano i linguaggi della danza e della recitazione, degli oggetti e delle immagini per disegnare affreschi contemporanei dai forti tratti generazionali, dove un diffuso senso di precarietà si accompagna a una generale domanda di riscatto, individuale e collettivo.
La compagnia Three minutes ago di Modena presenta la performance “La carezza del vetro” realizzata all’interno di una teca di vetro, attorno alla quale il pubblico è libero di osservare a 360°; si prosegue con la coppia Carullo-Minasi di Messina, con “Due passi”, lavoro che porta sulla scena due piccoli esseri umani e la loro battaglia per l’accettazione dei limiti e il diritto alla cittadinanza attiva e alla felicità. Matteo Latino di Mattinata (Foggia) con “InFactory”, un testo originale scritto in versi che dà voce a due vitelli a stabulazione fissa prossimi al macello, per raccontare una favola crudele che pone vasti interrogativi alla natura umana.
Alle 15.00 presso il Teatro Petrella di Longiano la compagnia foscarini:nardin:dagostin di Bassano del Grappa (Vicenza) presenta “Spic & Span”, lavoro di teatro-danza che si interroga con molta ironia sul paesaggio contemporaneo del glamour e la generale aderenza a un’idea condivisa di bellezza.
LaCorsa di Melito di Napoli (Napoli) con “La solitudine delle ombre”: tre attori che portano sulla scena tre figure rappresentative della Napoli più profonda, fatta di madri forti e devozione alla famiglia. La compagnia bolognese ReSpirale Teatro con “L’Italia è il paese che amo”, una tipologia di personaggi rappresentativi dell’attuale tessuto sociale italiano, le cui radici affondano nella realtà culturale, politica e sociale degli anni Novanta. lL compagnia inQuanto teatro di Firenze con “Nil admirari”, progetto che si avvale di tecniche diverse per portare sulla scena con sapida ironia storie e scorie di un mondo nel quale non è dato che galleggiare, dopo che tutto è già stato.
Costanza Givone di Firenze presenta Salomé ha perso il lume, lavoro che nasce dall’incontro tra le arti (in particolare danza, oggetti, recitazione) per interrogarsi sul tema dell’identità a partire dalla suggestione della Salomé di Oscar Wilde.