Recensioni, Teatro — 12/07/2021 at 17:27

Romeo e Giulietta: un ritorno alle origini e il presente dei Babilonia Teatri

di
Share

RUMOR(S)CENA – BOLZANO – Un ritorno alle origini, Verona è la casa di Romeo e Giulietta dove sono tornati per rivivere il loro amore breve e tormentato ma in una versione riscritta appositamente: non la tragedia originale di Shakespeare ma in una commistione di rimandi, ricordi, canzoni, rievocazioni, suggestioni. Il debutto, avvenuto l’anno scorso al Teatro Romano della città scaligera, porta la firma dei Babilonia Teatri (vincitori del Leone d’Argento alla Biennale Teatro 2016) che hanno scelto Ugo Pagliai e Paolo Gassman nella versione insolita di destrutturare i ruoli della storia d’amore più celebre al mondo. Una scelta singolare seguendo una narrazione composta anche da citazioni autobiografiche della coppia, sulla scena e nella vita, a cui il teatro italiano deve molto. A interrompere la tournée ci ha pensato poi un nemico subdolo: il Covid-19, costringendo di fatto la sospensione di tutte le repliche previste che avrebbe portato lo spettacolo in tante città per una produzione del Teatro Stabile di Bolzano, Stabile del Veneto ed Estate Teatrale Veronese.

Lo spettacolo dal vivo si è trasferito in televisione diventato strumento di diffusione alternativo quanto fonte di polemiche; tra chi ritiene non sia possibile recitare senza il pubblico, e chi lo approva e lo giustifica se pur in via transitoria. Romeo e Giulietta. Una canzone d’amore, Made in Babilonia (parafrasando il loro celebre Made in Italy con il quale vinsero il Premio Scenario nel 2007), è stato trasmesso in prima serata nel mese di febbraio scorso su Rai 5 nell’ambito del cartellone teatrale di Rai Cultura.

crediti foto Tommaso Le Pera

La platea del Teatro Quirino di Roma è rimasta senza spettatori ma lo spettacolo è riuscito ad entrare nelle case degli italiani con la versione ideata da Enrico Castellani e Valeria Raimondi (insieme a loro in scena ci sono anche Francesco Scimeni e Luca Scotton), e solo due dei personaggi della commedia shakespeariana vengono scelti per raccontare Romeo e Giulietta, affidati a Ugo Pagliai e Paola Gassman, figure basilari del teatro italiano. Uno sguardo diverso, alternativo che sceglie di contestualizzare tutta la vicenda intorno alla coppia senza descrivere lo scontro delle due famiglie rivali, gli altri personaggi per spiegare come l’unione dei due giovani fosse stata così contrastata da una parte e difesa dall’altra. Non era questa l’intenzione dei Babilonia, concentrati su un obiettivo ben diverso: creare una sorta di parallelismo tra il passato e il presente, mettere in connessione i tanti interrogativi che si possono riscontrare tra una storia scritta secoli fa e quanto accade ora, tra di noi, nel nostro presente storico. Chi sta recitando nella parte si può ritrovare anche in qualcosa che appartiene alla loro vita? Per chi poi l’ha trascorsa in gran parte sui palcoscenici a recitare testi classici, ad affrontare molta della drammaturgia pirandelliana, ad essere perfino diretti da giovani nell’Orlando furioso di Luca Ronconi e aver diviso lavoro e vita privata per cinquant’anni, tanti sono quelli vissuti insieme dai due protagonisti.

crediti foto Tommaso Le Pera

Un Romeo e una Giulietta non giovanissimi come di consueto si fa scegliendo Shakespeare, ma artisti maturi che hanno saputo invecchiare bene e stare sulla scena con eleganza e talento. Non devono immedesimarsi ma ricreare delle atmosfere universali, inalienabili quali sono quelle dei sentimenti e delle pulsioni che il bardo ha saputo così ben descrivere e rendere eterne. Andare alla radice del problema e indagarlo con occhi di chi sa guardare oltre le apparenze e non ha timore di muoversi controcorrente. Non è più tempo di un teatro che deve accontentare tutti e non deludere mai nessuno, questo i Babilonia lo sanno e se ne fanno carico. In una sera di giugno dove la pioggia aveva concesso una tregua, il loro Romeo e Giulietta arriva a Bolzano, non in un teatro chiuso ma nell’arena teatrale costruita all’aperto, sui prati del torrente Talvera, dove lo Stabile ha creato una stagione estiva offerta gratuitamente al suo pubblico. Una decisione artistica e politica nel segno di un riconoscimento a tutti coloro si sono dimostrati sempre partecipi e solidali verso chi ha visto il suo lavoro interrotto e messo in grave difficoltà.

crediti foto di Tommaso Le Pera

Un legame che si è riconsolidato immediatamente. Ugo Pagliai e Paola Gassman, emozionati di ritrovarsi finalmente a contatto con l’umanità di chi assiste al loro spettacolo, si diverte, ride e ringrazia con gli applausi. Si emoziona quando Francesco Scimeni lancia dei pugnali affilati sulla parete dove loro due stanno immobili e imperterriti, accettando la sfida del giocoliere vince senza sfiorare i loro corpi. Una metafora che si palesa come il prologo di una narrazione portavoce di un linguaggio tra il racconto-spettacolo e l’inchiesta-intervista, dove il ruolo del conduttore intervistatore è di Enrico Castellani con il compito di sollecitare e rievocare momenti salienti della carriera e aneddoti della vita di chi l’ha saputa attraversare a lungo e può raccontarla alle nuove generazioni. Con brevi incursioni sulla scena anche di Valeria Raimondi.

Ugo Pagliai e Paola Gassman dimostrano con garbo, leggerezza, ironia e complicità l’assecondare il dettato registico, salendo anche sui cavallucci di scena che rimandano alla giostra di un luna park, luogo iconico del gioco e divertimento dei bambini, e forse in questo Romeo e Giulietta c’è uno sguardo quasi nostalgico che rimanda a tempi felici. Non è uno spettacolo per tutti e qualche defezione tra il pubblico si è notata, ma è nell’ordine delle cose che possa accadere e il teatro può e deve avere anche questo ruolo: quello di suscitare reazioni diverse e a volte opposte. Ben venga il dissentire nelle forme lecite e democratiche, specchio di una libertà d’espressione che nella società attuale appare in affanno e vietata in molti casi. L’omologazione del pensiero unico va sempre diffidato.

Francesco Scimeni crediti foto Tommaso Le Pera

Le parole di Shakespeare invece vanno accolte e quando echeggiano dalle voci dei due protagonisti, che si concedono generosamente, anche con incursioni canore, da qui il sottotitolo: “Una canzone d’amore” dove si raccontano con spontanea naturalezza le loro carriere. Basti ricordare che Paola Gassman non è solo la figlia di Vittorio ma viene da una famiglia di artisti teatrali dove figurano nomi quali Ermete Zacconi e Nora Ricci le cui storie sono le pietre miliari dello stesso teatro di cui forse abbiamo perso memoria. A recuperarla con agile maestria ci hanno pensato i Babilonia Teatr; dallo stile pop al classico shakespeariano il passo è breve.

Visto all’Arena Teatro di Bolzano il 22 giugno 2021

Share
Tags

Comments are closed.