RUMOR(S)CENA – GENOVA – Fuori Formato Festival ritorna a Genova con l’edizione 2023, alla scoperta di nuovi linguaggi e forme espressive di sperimentazione, con le sezioni Live, Video-danza, laboratori teatrali. Della serata del 28 giugno abbiamo assistito a tre prime regionali: Colectivo Sin Par, Valencia – Efecto Siam con le danzatrici Lara Misó e Wilma Puentes. Si materializzano tra il pubblico di Villa Durazzo Bombrini dapprima separate, si stagliano in piedi sulle sedie dondolando la parte alta dei propri corpi con lo sguardo fisso e vacuo. Fino a quando si raggiungono ed intraprendono una danza che le terrà in contatto senza permettersi di lasciarsi mai. È psichedelica, fisica, faticosa e bella. Una danza naturale come il quotidiano e particolare come una vita vissuta in simbiosi. Due meduse, ipnotiche da guardare in movimento, uguali ma diverse, due gemelle differenti, nella danza e nelle fattezze così simili, corpi belli, attrezzati al movimento fino all’estremo, all’allungamento naturale. Dalle note di regia attingiamo: “La performance Efecto Siam è stata ispirata alla storia dei gemelli siamesi Chang ed Eng Bunker, nati nel primo decennio dell’800, condannati a vivere due personalità in un unico corpo.
Teresa Noronha Feio, Cordata F.O.R., Oeiras/Torino – A tale for the rootless.
Fabbrica C è un progetto di un collettivo artistico concepito da Francesco Sgrò, antesignano nelle produzioni di circo contemporaneo. Noronha Feio è una performer componente il collettivo. Con questo lavoro ha ideato il suo primo assolo, nato dal progetto vincitore del Bando Permutazioni, allestito poi in residenza coreografica presso la Lavanderia a vapore (Piemonte dal vivo).
A tale for the rootless (Un racconto per i senza radici) è un’esperienza sensoriale fatta di un respiro profondo veicolato da una musica psichedelica. Teresa indossa degli auricolari fatti di conchiglie che evocano il suono delle profondità del mare, a i suoi profumi, ai paesaggi dell oceano. Ispirata dalle essenze create da Elena Cobez (parfume designer) con la memoria ritorna al rumore dell’oceano, ai suoi profumi. I suoi movimenti da dolci diventano concitati, con rimandi alla capoeira (arte marziale brasiliana). Il tema è quello dell’identità e della radice dispersa, frutto di nomadismo e di memorie, di spostamenti e di movimenti di vite, anche familiari.
Per coloro che sono nati in fronte all’oceano, al mare, il paesaggio che appartiene inesorabilmente ai nativi costituisce un vuoto incolmabile. Questa performance è un atto idealistico dove viene ricreato, attraverso il fluttuare del corpo e le parole della danzatrice dalle tante sfumature idiomatiche, uno spazio teatrale che possa far giungere ad un memoria, ad un ricordo profondo: che aiuti a spostarci da dove ci troviamo e ci permetta di vivere altri momenti immaginari della nostra vita.
Auricolari di conchiglie. Orientalismi, movenze da anfibio. Memoria. Radici. Siamo soltanto un accumulo di sedimenti. Jessica De Masi/Twain, Firenze – In.contrastabile
In.contrastabile è una lenta, sensuale, drammatica svestizione del sé. Le fattezze di invitanti rotondità bianco latte si muovono come in una ricerca estrema di un qualcosa che pare provenire dalle viscere. Un velo da sposa ed una sottoveste nere diventano maschera che avvolge e fa scomparire il volto della sinuosa performer. Per 36 minuti ella si muove senza vedere, illuminata da un faro raso terra che, a tratti, proietta sul muro la sua ombra. Un’ anima imbrigliata in una rete. Un corpo che non si rassegna ad esser solo corpo e che si cerca, si contorce, scivola si allunga e si rintana e rimane nudo senza mai svelarsi. Un’anima che ritroverà il suo corpo soltanto quando incontrerà il colore nero: che spalmerà quelle fattezze bianco latte, dalla nuca alle estremità, fino a rivelarlo vestito della sua nudità. Stupore, ammirazione, originalità e profondità di pensiero. Un pensiero in moto perpetuo. Tratto dal mito di Persefone, giovine figlia di Zeus, che venne rapita da Ade, dio degli inferi, che la fece sua.