RUMOR(S)CENA – TESERO (Trento) – Trentino Danza Estate ospita quest’anno, in occasione della ventiduesima edizione che si svolgerà dal 25 al 31 agosto a Tesero in Val di Fiemme, la Compagnia del Balletto di Siena diretta da Marco Batti, con lo spettacolo “The great pas de deux”, che andrà in scena martedì 27 agosto al Teatro Comunale di Tesero in collaborazione con il Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento. Un’occasione imperdibile per assistere ad uno spettacolo che pone al centro della rappresentazione, alcune delle più celebri coreografie tratte dal repertorio del balletto classico, tra cui Bella Addormentata, Schiaccianoci, Raymonda, Don Chisciotte. Marco Batti ha fondato a soli 25 anni a Siena l’Ateneo della Danza, dopo una lunga carriera di danzatore con l’Eglevsky Ballet, diplomandosi come maestro alla JKO, scuola dell’American Ballet e conseguendo il titolo di Maestro ABT NTC. Poi a San Pietroburgo ha studiato all’Accademia Vaganova e in seguito ha approfondito gli stili della scuola italiana, francese, danese e russa alla Royal Balle School di Londra. Nel 2012 ha fondato il Balletto di Siena. Gli abbiamo chiesto di raccontarci della sua carriera, della sua esperienza di direttore di compagnia ma soprattutto di maestro e scopritore di giovani talenti.
Trentino Danza Estate è uno stage di formazione che da 22 anni forma giovani danzatori, molti dei quali sono entrati nel mondo del professionismo. Marco Batti lei è direttore di una giovane compagnia come quella del Balletto di Siena, oltre che di una Accademia nella quale tutti i giorni è a contatto con giovani. Che consigli si sente di dare alle ragazze e ai ragazzi che intendono intraprendere la strada della danza?
Ritengo sia necessario seguire due regole. La prima è quella di andare a vedere il più possibile spettacoli di danza e poi assolutamente quella di studiare con maestri diversi frequentando tanti stage di formazione. Inoltre, qui dirò una cosa che probabilmente non incontrerà l’approvazione di molti ma ovviamente è una mia opinione, ritengo invece che per i più piccoli, intendo i bambini dai dai 6 ai 10 anni, frequentare gli stage di danza sia ancora troppo prematuro. Meglio cominciare dopo i 12 anni. Nel frattempo, a mio parere, invito i genitori a portarli a vedere spettacoli di danza. È molto importante guardare e purtroppo, questo vale per i giovani in generale, manca ancora la cultura di andare a teatro. Vediamo saggi di danza strapieni, con la fila di gente per entrare. Non dico che questo non vada bene, ma deve succedere anche per gli spettacoli delle grandi compagnie, dove spesso purtroppo vediamo platee poco affollate. A noi, per esempio, quest’anno comunque è andata bene, abbiamo presentato “Schiaccianoci” e abbiamo fatto sold out. Sei anni fa invece a Siena, in occasione dell’arrivo del New York City Ballet, si è registrato purtroppo poco pubblico. Gli stessi danzatori spesso non vanno a vedere gli spettacoli perché, è vero, siamo tutti stanchi visto che lavoriamo in sala spesso fino a tarda ora, però non lo capisco, non va bene, bisogna andare ugualmente.
Come è organizzato il lavoro nella vostra compagnia del Balletto di Siena? Avete finanziamenti ministeriali?
Noi abbiamo fortunatamente un teatro che funziona molto bene, il Teatro dei Rinnovati sotto la direzione artistica di Vincenzo Bocciarelli, nel quale abbiamo la residenza onoraria e dove si svolge la stagione teatrale che comprende danza e prosa. Abbiamo anche un’altra splendida realtà, che essendo più piccolo può accogliere solo alcuni spettacoli. Il Balletto di Siena non ha sovvenzioni ministeriali e vive grazie alla vendita dei propri spettacoli. Nonostante questa difficoltà, i ragazzi hanno contratti stabili inquadrati con regolare contratto nazionale. Il motivo che ci porta a non avere fondi dal Ministero dipende soprattutto dal fatto che siamo una delle pochissime compagnie che porta in scena quasi esclusivamente il repertorio classico. Quindi non facciamo “innovazione” e non introduciamo la tecnologia nei nostri spettacoli, siamo veramente in pochissimi a farlo. Non abbiamo nemmeno sponsor ma ogni anno abbiamo un nuovo debutto. In ogni caso per la danza contemporanea abbiamo ospitato sempre anche coreografi esterni come Roberta Ferrara, Kristian Cellini, Emanuela Tagliavia e molti altri. Da giugno di quest’anno, oltre a proseguire con il dipartimento classico, il Balletto di Siena avrà anche un dipartimento di produzione di danza contemporanea denominato “Cosmus Project”. A guidarlo sarà la coreografa Asja Marabotti ex danzatrice della “Kibbuz Dance Company”, che farà una nuova produzione e il prossimo aprile debutterà al Teatro di Siena.
Ci si lamenta che in Italia abbiamo pochissimi compagnie e poi, come nel vostro caso, mancano i sostegni economici per farle andare avanti. È questo il motivo per cui molti giovani professionisti emigrano all’estero?
In effetti, come si suol dire, “nemo profeta in patria”. In qualità di direttore di una compagnia stabile con contratti stabili, alle audizioni di quest’anno mi sono trovato con 163 candidati dei quali molto pochi erano italiani. Questi numeri fanno riflettere. Nel bando di ammissione era precisato che dovevano essere della comunità europea, ma si sono presentati anche dal Messico e dal Perù. Attualmente abbiamo 14 ballerini stabili e poi i cosiddetti aggiunti che hanno un contratto a progetto. Per le tournée ci autofinanziamo da soli, per esempio siamo stati in Giappone, in Spagna e negli Stati Uniti. Se avessimo anche solo qualche sovvenzione per avere i voli, sarebbe anche un grande aiuto.
A Trentino Danza Estate sarete in scena in 27 agosto per la prima volta con “The Great Pas de deux”. Di che spettacolo si tratta, dove l’avete già rappresentato e dove andrete dopo Tesero?
In Trentino siamo già arrivati diverse volte, grazie alla bellissima collaborazione nata con il Centro Servizi Culturali Santa Chiara, abbiamo portato anche l’anno scorso il nostro “Schiaccianoci”. A Tesero arriviamo per la prima volta al Teatro Comunale con “The great pas de deux” nel quale presenteremo vari estratti dai pi più celebri balletti di repertorio, tra cui Don Chisciotte, Rajmonda, Schiaccianoci, con il mio riallestimento. Vi segnalo che nello spettacolo che portiamo a Trentino Danza Estate, all’interno della compagnia ci sono tre primi ballerini che sono Giuseppe Giacalone, Chiara Gagliardo, Filippo Del Sal. Poi avremo tre bravissime soliste, ovvero Matilde Campesi, Elena Badalassi e Eleonora Satta. In scena danzeranno dunque quattro coppie, otto danzatori, quattro femmine e quattro maschi, più due ballerini del corpo di ballo. In Totale una decina di danzatori.
Come si è avvicinato alla danza e quali sono le sue figure di riferimento?
Possiamo dire che sono “nipote d’arte”, perché mia zia è Simona Cieri, direttrice artistica e fondatrice della Compagnia Motus, con la quale ho danzato per dieci anni. Diciamo che il mio è stato un percorso al contrario, nel senso che dal contemporaneo sono passato al classico e mi sono innamorato di questo, anche se dicevano che ero troppo alto ma poi, quando sono arrivato al New York per lavorare presso la compagnia dell’Eglevsky Ballet sotto la direzione del Maestro Alì Pourfarrokh, ed in parallelo studiare alla JKO, ovvero la Scuola dell’America Ballet Theatre, c’erano molti ragazzi e ragazze alti come me e il problema non si è più posto. Volevo comunque fare il maestro e le mie figure di riferimento sono stati Franco De Vita,, una vera e propria istituzione nel panorama della danza mondiale che è stato direttore della Scuola dell’American Ballet Theatre, artefice insieme a Raymond Lukens, altro mio maestro, di un metodo di insegnamento che ha avuto un successo planetario. Fondamentale è stata quindi anche la mia formazione all’Accademia Vaganova di San Pietroburgo.
Dopo il passaggio in Trentino dove andrete con la Compagnia e che progetti ha come coreografo?
Abbiano in programma “Il Carnevale degli Animali” con l’orchestra dal vivo a Siena, poi altri spettacoli a Fiesole all’Anfiteatro Romano. Chiuderemo la stagione estiva il 5 settembre, dopodiché a ottobre cominciamo con il riallestimento a Padova Danza di uno spettacolo con le mie coreografie in stile classico ma basate su brani di musica leggera, tra cui anche celebri canzoni di Mina e Celentano, che si intitola “Thats’amore”, come il famoso brano cantato da Dean Martin.