Procrastinare stanca

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RUMOR(S)CENA – Soffro di procrastinazione molesta quando devo scrivere. Dopo rimandi infiniti e aver completato tutte le faccende inutili che mi sono venute in mente, compreso pulire le scanalature delle mattonelle del ripostiglio, mi lego al tavolo modello Alfieri e comincio. Almeno tento. Il computer, perfettamente funzionante fino a qualche giorno prima, non si accende. Prova riprova, accendi un lume e niente. Black out totale. Siccome è già successo – devo avere un potere fulminante quando non voglio fare qualcosa – tiro fuori quello di riserva, nuovo di pacca. Si accende ma non parte perché Microsoft ha messo un bitlocker. È una roba che può succedere anche se al mio tecnico del cuore non gli è mai capitato in trent’anni e lui ci lavora co’ sti cosi demoniaci. Comunque me lo fa ripartire dopo vari smadonnamenti in cerca delle chiavi di accesso. Passo qualche ora a resettare mail e tutto e infine arriva il momento fatidico. Apro il documento e sempre Microsoft – se c’è un dio li fulminasse a tutti loro – mi dice se voglio comprare l’abbonamento a office perché sembra che non ce l’abbia. Ma come no? E come ho fatto fino all’altro ieri? Non è il momento di procedere con gli acquisti e passo alla versione gratuita su internet che ogni tot mi rimanda gli annunci se lo voglio per un anno, se lo voglio provare o se preferisco un’offerta indecente. Con molta fatica scrivo l’attacco del pezzo ma sono troppo provata per continuare e smetto. Durante la notte i sensi di colpa ululano collettivamente e frasi magnifiche mi appaiono scolpite nella mente. Domattina svaniranno come neve al sole e quindi mi alzo e accendo il computer. Il pezzetto scritto ieri (prudentemente salvato sul desktop) non si apre, quello fra i documenti è monco e riparte la litania del vu’ cumpra’…Decido che alle quattro di notte posso scrivere a mano. L’unica penna disponibile è secca come la cenere di un fuoco spento nel deserto sotto il sole di mezzogiorno. C’è un pennarello rosso. Scribacchio qualche cosa ma poi mi prende il nerbuso e me ne ritorno a letto. Sveglia con gli.occhi sbarrati. Mi addormenterò profondamente mezz’ora prima che suoni la sveglia. Voglio cambiare mestiere, tipo accarezzatrice di gatti o strappante i petali dispari alle margherite mentre con riti di Haiti incenerisco i mandanti di Bill Gates.

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