RUMOR(S)CENA – CINEMA – Vermiglio non è solo un film ma anche manifesto poetico – drammatico, nell’assistere ad una saga famigliare, immersa in paesaggi che emanano loro stessi la tragicità della storia. Realizzato con una delicatezza d’intenti che appare come una fiaba dal triste finale, corredata da quadri visivi che appaiono a tratti simili all’artista olandese Johannes Vermeer. Vermiglio parla al cuore di chi riconosce quanto sia stato difficile vivere in tempo di guerra, dove la povertà, la solitudine, le asperità di un luogo di montagna dove tutto assume caratteristiche che si intrecciano tra la sociologia della vita e le dinamiche esistenziale, e quella ineluttabilità che è tipica di una vita proiettata verso sentimenti di dolore e sconforto.
La gente di quel paese lo sa, l’ha vissuta in epoca di conflitto e povertà. L’immobilismo statico della narrazione potrebbe ingannare lo spettatore, in realtà è una scelta oculata della regista che coglie perfettamente la condizione storica e sociale dell’epoca, poco incline a modificare il suo status quo, tipico di una cultura contadina radicata in un territorio montano. L’azione è dettata da abitudini quotidiane sia rurali, sia famigliari personali molto intime, dove al centro c’è un padre padrone (Tommaso Ragno , attore con un’esperienza artistica anche teatrale, superbamente bravo), nonché maestro elementare dei propri figli con una moglie dedita a partorire una prole che aumenta ogni anno. Figli maschi e femmine assoggettati al volere patriarcale del proprio genitore, irreprensibile e autoritario.
La recitazione dei protagonisti professionisti e quella, soprattutto, dei caratteristi scelti tra la popolazione della Val di Sole, è il punto di forza di tutto il film, a partire dalla sorprendente bravura attoriale del bambino nel ruolo del fratellino minore. Maura Delpero usa il pennello come fosse una ritrattista e intinge sullo schermo colori sobri e la scelta di far recitare nel dialetto locale, per sottolineare anche musicalmente la voce degli interpreti, assume un valore aggiunto alla sua seconda regia (Maternal è la sua prima opera). La storia di Vermiglio scorre scandita con una sua lenta progressione; fino a quando la pace e l’armonia della famiglia e dello stesso paese, viene sconvolta dall’arrivo di due soldati disertori: uno di questi è di origini siciliane.
Un giovane militare che entrerà nelle dinamiche degli abitanti, non senza essere contestato da chi ritiene la diserzione in tempo di guerra, un comportamento da punire severamente. La trama evolve e porta ad un finale poco comprensibile che procura un certo scetticismo sull’efficacia della sceneggiatura che cede ad un sentimentalismo troppo scontato e banale. Un film sicuramente da vedere e apprezzare per la scelta delle location, impreziosito da una fotografia curata nei minimi dettagli, e non ultima sulla bravura di tutto il Cast che Maura fa risaltare egregiamente.
Il Cast
https://www.mymovies.it/film/2024/vermiglio/cast/
Visto al Filmclub Capitol di Bolzano e al Supercinema Vittoria di Trento
in visione in tutte le principali sale cinematografiche d’Italia