RUMOR(S)CENA – FERRARA – Nell’ambito della nuova stagione di concerti del Jazzclub Ferrara, come sempre nella prestigiosa sede del Torrione rinascimentale di S. Giovanni, si è esibito un trio inedito di stelle del jazz d’avanguardia contemporaneo, costituito da Craig Taborn al pianoforte e tastiere elettroniche, Ralph Alessi alla tromba e Ches Smith alla batteria ed effetti elettronici. Craig Taborn è il primo intestatario del trio ma in realtà è un primus inter pares in questa nuova formazione, l’ennesimo trio messo in piedi dal pianista di Minneapolis in oltre 20 anni, tutti con valenze musicali e stilistiche completamente diverse, ma questo in particolare emerge per il fatto che anche gli altri due attori sono a loro volta leader in varie formazioni oltre a comparire nei più interessanti lavori di ricerca musicale degli ultimi anni. Taborn è un personaggio schivo, lontano dai riflettori mediatici.
Ammirato moltissimo dai suoi colleghi pianisti della scena jazz contemporanea, ma ancora non assunto alla notorietà piena, grazie ad una formazione da autodidatta Taborn è un vero innovatore del modo di suonare il pianoforte, grazie ad una sua particolare tecnica di utilizzo del pedale sustain del pianoforte per far risaltare le armoniche superiori di una nota, in modo che quando colpisce un tasto, possa controllare l’interazione tra due note. La sua musica spazia dal post-bop al rock, dalla sperimentazione elettronica a ritmi indiani e sonorità mediorientali, impossibile da inquadrare e catalogare. Colpisce soprattutto la sua estrema ecletticità, per la quale è stato membro di almeno 20 gruppi come sideman, oltre varie sue formazioni, che lo fa passare dal jazz rigoroso dei suoi dischi ECM, a forme più ritmate e funky e alla ricerca nei territori della musica creativa d’avanguardia e contemporanea.
Ralph Alessi è un trombettista dal timbro limpido e scintillante, attivo nella scena avant jazz di New York da oltre 20 anni e impegnato su molti fronti sia come leader che come sideman. Il suo stile deriva da una continua ricerca del suono tra melodie sfuggenti, improvvisazione totale e scrittura rigorosa, come lui stesso spiega: “Per lo più faccio musica in modo intuitivo con un pizzico di cose teoriche e concettuali qua e là”, da cui scaturisce un universo sonoro mutevole e sempre sorprendente. Ches Smith nel corso degli ultimi anni si è rivelato come un musicista completo, che partendo da batteria, vibrafono e percussioni ha elaborato un percorso innovativo sempre teso alla ricerca di nuove modalità sonore, anche espandendosi a suoni e manipolazioni elettroniche, travalicando il ruolo consueto di base ritmica del batterista, tanto da essere leader di diverse formazioni ove estrinseca al meglio la sua creatività.
Inevitabilmente l’unione di queste tre forti e originali personalità ha creato l’occasione per assistere ad un concerto straordinario per qualità e fantasia sonora, portando il pubblico e compiere un viaggio che va al di là del puro suono, grazie a continue variazioni di temi e dove l’improvvisazione resta alla base di tutto. Fin dal primo brano il pianoforte si dilata e si espande, assistito da basi elettroniche in un crescendo ipnotico su cui si inseriscono gli assoli di Ralph Alessi, la cui tromba appare tagliente, una lama di suono sottile e teso sempre in movimento.
Il suono è rarefatto, astratto, interrotto da improvvisi duetti di piano e tromba, sostenuto e circondato da un intricato lavoro percussivo che avvolge il tutto dando profondità.Taborn si ritaglia pochi assoli, secchi, impalpabili, fatti di note spesso staccate e lunghissime, dove la melodia è sfuggente e accennata e spesso duetta con gli effetti elettronici, in una continua ricerca della spazialità sonora. Alessi filtra spesso la sua tromba solo attraverso vari tipi di sordine e grazie ad una tecnica sopraffina riesce a tirare fuori dal suo strumento suoni puramente acustici che sembrano frutto di manipolazioni elettroniche. Nel flusso sonoro che i tre musicisti creano emergono tratti di minimalismo, paesaggi sonori astratti e quasi surrealisti, in cui l’immaginazione dall’ascoltatore si lascia trascinare in un viaggio onirico.
Una musica difficile, che richiede attenzione e dedizione, ma che una volta entrata nella mente apre nuove prospettive musicali. La caratteristica prevalente di questo nuovo trio è l’assoluta complementarietà delle fonti sonore: pianoforte, elettronica, tromba, batteria ed effetti sonori si rincorrono, si intrecciano, si fondono, in un caleidoscopio in continua trasformazione, dove nessuno prevale sull’altro, e l’intesa perfetta tra i tre musicisti ne esalta le qualità creative. In conclusione una serata preziosa e rara per espandere le proprie conoscenze musicali, con grande soddisfazione del pubblico presente.
Visto al Jazzclub di Ferrara al il 5 novembre 2021