FIRENZE – Tutti abbiamo ancora negli occhi Giuseppe Cionfoli, che partecipò negli anni ’80 a due edizioni del Festival di Sanremo. Un religioso che poi rinunciò ai voti e decise di sposarsi, ma anche personaggi televisivi come Suor Germana che cucinava, Don Mazzi che benediceva e commentava le partite di calcio, Suor Paola sfegatata tifosa laziale. Insomma di prelati e canonici impegnati nello show business ne abbiamo visti in svariate vesti in questi anni, in commistioni a tratti discutibili.
Un nuovo fenomeno però si sta affacciando nel mondo musicale e forse va a colmare il vuoto nella domanda della canzone melodica religiosa pop. E’ piccolo, è un francescano e, neanche a farlo apposta, arriva direttamente dall’Umbria, vicino ad Assisi, terra del Santo d’Italia che parlava con gli animali. Si chiama Alessandro, ha trentacinque anni, cresciuto a Castiglione della Valle, e si esibirà il 5 aprile all’interno del Teatro Verdi di Firenze . Insieme a lui la Ensemble Symphony Orchestra, gruppo di strumentisti che negli anni ha accompagnato Bollani ed Allevi, Mario Biondi e Morgan, Bocelli, De Gregori, Cocciante, i Pooh. Insomma, non i primi arrivati.
Alessandro canta per vocazione divina, per missione, spinto dalla Provvidenza. Così dice. E’ piccolo e sembra scomparire dentro il suo saio marrone, la barbetta incolta di qualche giorno, il sorriso aperto. E’ sciolto, incline alla battuta, comunicativo, a suo agio. Non ha i sandali. Il tour italiano si compone di tre date: dopo Firenze anche Milano (7 aprile) e Roma (14 maggio). Ma è già una star internazionale dopo le 35.000 copie vendute con il precedente cd “La Voce di Assisi”.
Molte volte viene nominato ed evocato l’aggettivo “miracoloso”. Dalla sua parte ha le certezze millenarie della Fede, la giustizia che qualcuno ha professato e proclamato come vera. Odifreddi avrebbe qualcosa da chiedere. “Non ho mai cantato musica sacra – spiega sicuro di sé affondando nel divano che lo inghiotte – prima mi sono espresso con arie d’opera ed anche in canti napoletani (come Berlusconi, ndr) e canzoni d’amore”. E’ un tenore.
La sua sede e casa è alla Porziuncola nella chiesa di Santa Maria degli Angeli, proprio a pochi chilometri da Assisi. Non è affatto contrario allo show business: “Con il nostro spettacolo diamo lavoro a molte persone, io non sono contrario né all’economia né al mercato, i soldi non sono il male, considerarli come fossero il demonio è una perversione mentale. Anche Francesco (e non è il Pontefice e neanche Totti, ndr) predica (usa il presente, ndr) una povertà intelligente”. I francescani viaggiano sempre in due. Come i Carabinieri. Lo accompagna Fra Iunan, irlandese che abita a San Damiano, avvocato e madrelingua inglese. Quando si spostano in questa veste artistica dormono e soggiornano presso enti religiosi o conventi presenti nella zona dove si esibiscono. Tra i suoi cantanti preferiti Michael Jackson o il pianista Philip Glass.
Ha verità buone ed incrollabili un po’ per tutti gli argomenti toccati: “Non avrò tempo di vedere Sanremo ma ultimamente non ho trovato gli stimoli giusti per seguirlo. Il mio concetto di musica italiana è un po’ diverso, io cerco più melodia. Adesso non è più il festival della canzone italiana ma un festival della canzone cantata da italiani”. Si dichiara “tecnologico”: “Lo devo ammettere, sono uno smanettone. Uso le email ma anche i social network come facebook, ho uno smartphone e utilizzo Linux. Bisogna però sempre ricordare a noi stessi che questi sono strumenti utili se usati come mezzi di comunicazione e mai come mezzi di conoscenza. Non si può prescindere dall’incontro reale con gli altri; non siamo parole, fotografie ma persone in carne ed ossa”.
Il canto ed i concerti (è prodotto dalla Decca, ha registrato l’album negli studi di Abbey Road a Londra) sono una piccola croce, questa è una missione che continuerà finché Dio vorrà, finché i miei superiori vorranno, finché la gente vorrà. La mia vera passione è l’intaglio ed il restauro del legno”. E’ stata La Divina Provvidenza, “prorompente” la definisce, a chiamarlo. Una Provvidenza che è anche “divertente”. E “Dio è buonumore”. Lo ha detto, più volte, anche Woody Allen.