RUMOR(S)CENA – CASTROVILLARI – C’è tutto un piacere nella danza dato dal ritmo. Lo sapeva Ida Rubinstein quando nel 1928 prestò il suo corpo affusolato alle “manipolazioni” coreografiche di Bronislawa Nijinska e al pulsare ossessivo del Bolèro di Ravel. Ripreso poi da Maurice Ravel per la sua più celebre versionedouble-face, sia per interprete uomo (il magnifico Jorge Donne) che donna (una per tutte: Luciana Savignano), in cui in una mezz’ora di contrazioni pelviche un corpo vibrante si offriva allo sguardo del pubblico. A distanza di un secolo non va molto distante da questo spunto ritmico Beat Forward, in scena per Primavera dei Teatri a Castrovillari il 4 giugno. Igor Urzelai e Moreno Solinas – duo di artisti italo/spagnolo, che lo aveva creato su loro misura – lo hanno riadattato per il collettivo MINE (formato in parte da ex danzatori talentuosi fuoriusciti dal Balletto di Roma). Entra in scena per prima Roberta Racis, un’amazzone dai lunghi capelli corvini e la silhouette asciutta, ed è subito colpo d’anca. Arrogante, sfacciatamente esibito in quel suo stonk stonk, assecondando le pulsazioni implacabili della musica techno.
Igor Moreno Collettivo Mine foto Angelo Maggio
Nella meta-discoteca allestita sul palco, si aggiungono uno alla volta gli altri compagni di beat: Fabio Novembrini in gonnellino, veli e scarponcini, e poi Francesco Saverio Cavaliere in tenuta analoga per chiudere con la seconda amazzone, Silvia Sisto. Un quartetto impudico alla maniera di Michael Clark, in parte punk e con tocchi ironici che si scatenano in un secondo tempo di improvvisazioni. Ci sono allusioni al repertorio classico dai cignetti del Lago alla presa a pesce di iconici pas de deux. Si poga, si balla, ci si scatena in una miscela gender fluid, con un grano di pepe sadomaso tanto per energizzare il tutto. Non si va da nessuna parte, ma nemmeno con i loop di Ravel e Béjart si arrivava chissà dove: è il piacere del ritmo, del corpo libero, dello scatenarsi in libertà in una forma 2.0. I MINE di Beat forward sono un po’ come i Maneskin della danza contemporanea: quando ti salta il tic, ti fai prendere dal beat.
Igor Moreno Collettivo Mine PdT foto Angelo Maggio
Ancora Roberta Racis, danzatrice di spiccata personalità dei MINE, è protagonista di una delle residenze offerte da Primavera dei Teatri a Castrovillari. In Atto Bianco (2 giugno) ripropone uno sguardo laterale sulle eroine dei balletti romantici (l’allusione è, in special modo, a Giselle), destinate a passare presto a miglior vita, o meglio ridotte dalle pene d’amore a tramutarsi in villi, spettri e altri spiriti. Nel riprendere le atmosfere di quel secondo atto (detto bianco per i tutù candidi indossati dalle danzatrici e il loro aspetto fantasmatico), Racis ne fa materia raccontando per gesti e movimenti l’inquietudine di donne irrisolte, lasciate sole a trovare un sentiero perduto. Su un pavimento acceso da un manto di foglie autunnali, Roberta si aggira ondeggiando con i veli bianchi leggeri che le fasciano il corpo. Evoca insieme la fragilità di un’adolescente e le angosciose apparizioni di Samara, la bimba di The Ring. Un Atto Bianco che promette di diventare perturbante e malinconico al punto giusto. Stanza di memorie malinconiche e tormenti lontani.
ATTO BIANCO Roberta Racis PdT foto Angelo Maggio
Visti al Festival Primavera dei Teatri a Castrovillari il 2 e 4 giugno 2023