RUMOR(S)CENA – MILANO – Con “Variazioni di bellezza” il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala ha concluso dal 6 al 9 ottobre al Teatro Arcimboldi lastagione di danza, per immergersi nella preparazione della nuova stagione che partirà a dicembre con la programmazione di balletto 2022/23. Con questo spettacolo proposto al Teatro Arcimboldi e grazie alla collaborazione tra i due teatri che hanno avviato una politica dei prezzi più calmierati, anche quella fascia di pubblico che solitamente non ha la possibilità di assistere agli spettacoli di danza al Piermarini, ha in questo modol’opportunità di poterlo fare all’Arcimboldi, sul cui palcoscenico la Scala era già stata ospitata in passato per ben tre anni.Tutta la compagnia scaligera, in splendida forma, ha avuto l’opportunità di alternarsi nel corso delle serate nei vari ruoli anche nuovi debutti, dimostrando di essere una delle migliori compagnie della scena internazionale grazie alla capacità di questa nuova generazione di ballerini, di misurarsi con grande versatilità e competenza sia con il repertorio classico che con quello contemporaneo, per la grande padronanza tecnica e le capacità espressive sia dei primi ballerini che dei solisti e di tutto il Corpo di Ballo. Del resto, ormai tutte le compagnie devono avere dei danzatori in grado di affrontare i cambiamenti avvenuti nel mondo della danza, dove la tradizione del balletto classico viene a contatto con le innovazioni creative portate dai coreografi di danza contemporanea che non possono rimanere estranei ai grandi temi politici e sociali che il mondo sta affrontando.
Lo si è visto al Teatro Arcimboldi in occasione di queste “Variazione di bellezza” che hanno riunito in quattro serate di rappresentazioni, cinque creazioni che hanno spaziato dal tradizionale balletto di repertorio come “Paquita” di Petipa Minkus, al neoclassico “Verdi Suite” confezionato dal direttore del Corpo di Ballo Manuel Legris su musiche di Verdi, fino ad arrivare alle coreografie più contemporanee di Andràs Lukàcs “Moments to Strawinsky”, “Birds walking on water” di Natalia Horecna e “The labirinth of Solitude” di Patrick de Bana. Il sipario si è aperto su “Movements to Stravinsky”, creato da András Lukács nel 2017 per i suoi colleghi danzatori del Wiener Stattsballett su una scelta di brani da “Pulcinella Suite”, “Les Cinq Doigts”, “Apollon Musagète”, “Suite Italienne.
La creazione era già stata presentata alla Scala anche per ricordare il cinquantesimo anniversario della scomparsa del celebre compositore russo. Un raffinato omaggio alla commedia dell’arte e alla danza barocca, in cui dodici danzatori, dai costumi minimalisti rigorosamente neri con qualche richiamo come le gorgiere ovvero i grandi colletti pieghettati che rievocano Pulcinella e la Commedia dell’Arte, attraversano il palcoscenico insieme o in piccoli gruppi, creando geometrie e interazioni reciproche. Unica eccezione la gonna di tulle bianca indossata dalla prima ballerina Nicoletta Manni nel meraviglioso passo a due danzato insieme a Timofej Andrijanshenko sulla musica di “Apollon Musagete”. Ad accompagnare questa danza quasi monocromatica, l’effetto dato dalla salita e discesa di fondali anch’essi neri o grigi che si alzano e si abbassano durante il balletto, che suggerivano l’idea dell’ obbiettivo di una macchina fotografica che si chiude e si riapre dopo uno scatto.
Secondo balletto in programma “Verdi Suite” creato da Manuel Legris in piena pandemia in occasione di “A Riveder le stelle”, la prima alternativa andata in streaming durante la pandemia. Un omaggio a Carla Fracci che proprio Legris aveva richiamato in Scala, dopo una assenza di quasi vent’anni, per rimontare Giselle pochi mesi prima della sua scomparsa. “Verdi Suite”, che prende vita su alcuni passaggi scritti da Verdi per le danze di alcune sue opere come “I vespri siciliani”, “Jerusalem”, la versione francese de “Il trovatore” ed estratti dal Ballo della Regina (La Peregrina) del “Don Carlos”, è una vera e propria esplosione di leggerezza e gioia nonostante le difficoltà tecniche che gli interpreti principali (Martina Arduino, Virna Toppi, Claudio Coviello, Maria Celeste Losa, Nicola Del Freo, Marco Agostino, Gabriele Corrado) e tutti i danzatori scaligeri riescono a nascondere al meglio un vero e proprio inno alla danza classica. “La danza per la danza, una danza che si libera dalla tecnica. È un’energia che si sprigiona dal palcoscenico” spiega lo stesso Legris.
“Birds Walking on Water” invece è stato creato dalla coreografa Natalia Horecena, sulla figura del personaggio principale: il primo ballerino Mick Zeni da poco andato in pensione e tornato eccezionalmente in scena per queste recite. Con grande sensibilità e delicatezza, soffermandosi sul contrasto tra il coro creato dai personaggi femminili che rappresentano degli uccelli che cercano di spiccare in volo e il personaggio maschile, la coreografa si ispira sia alla storia di Gesù che cammina sulle acque, sia ad un tema attuale come quello del Covid che per un lungo periodo ha portato via a tutti gli esseri umani la libertà di poter “volare liberamente”. C’è dunque un leader che guida il suo stormo, dandogli la possibilità, appunto, di poter tornare a volare.
Visto al Teatro Arcimboldi il 6 ottobre 2022