RUMOR(S)CENA – MILANO – “Ho molto rispetto per l’Opera e per la Prima del 7 dicembre che pochi giorni fa ha inaugurato con il Don Carlo la stagione del Teatro alla Scala, ma trovo che anche la Prima del Balletto, che sarà il 17 dicembre con la nuova Coppelia del coreografo Alexei Ratmansky, debba essere considerata della stessa importanza come quella dell’opera lirica”.
Parole del sovrintendente e direttore artistico del Teatro alla Scala Dominique Meyer che l’altro giorno nel ridotto dei palchi, ha presentato la Stagione di Balletto 2023/2024 che si inaugura con una prima assoluta: una nuova “Coppelia” con la splendida musica di Lèo Delibes , nuova creazione per il corpo di Ballo scaligero di uno degli autori più richiesti del nostro tempo: Alexei Ratmansky. A interpretare il ruolo di Swanilda, “la bambola dagli occhi di smalto”, sarà la nuova ètoile Nicoletta Manni, nominata lo scorso 8 novembre per la prima volta nella storia a scena aperta, alla fine della recita di “Onegin” accanto a Roberto Bolle. Un momento di grazia per la trentaduenne danzatrice salentina, che ballerà nella recita inaugurale del 17 dicembre, ma anche nell’anteprima del 15 e nelle repliche del 9 e dell’11 gennaio.
Accanto a lei nel ruolo di Franz interpretato da Timofej Andrijashenko e Coppelius danzato da Christian Fagetti. Saranno quattro i cast nei ruoli principali per un totale di dieci recite in programma fino al 13 gennaio. Il successo della danza e della nuova giovane étoile italiana sembra essere in questo momento confermata dall’anteprima giovani del 15 dicembre che è già andata esaurita in meno di cinque minuti.
Il Teatro alla Scala però, per celebrare l’arte della danza e darle l’importanza che si merita, in occasione della inaugurazione ha organizzato un altro grande evento. Il 17 dicembre infatti, la facciata principale del Teatro sarà illuminata dalla scenografica presenza di “Big Ballerina”, una installazione di light art realizzata dall’artista di fama internazionale Angelo Bonello, grazie alla partnership tra la Fondazione Teatro alla Scala e A2A.
Alta dieci metri e illuminata da 1.200 luci a led, l’opera rappresenta una ballerina classica, intesa sia come icona di bellezza ed eleganza esteriore, sia come emblema della dura disciplina necessaria per avvicinarsi ad un ideale di perfezione che costa sacrificio.
“Coppelia è un balletto che offre al pubblico un messaggio positivo, è tecnicamente difficile ma nello stesso tempo bilanciato da un umorismo che rende tutto più leggero – spiega Nicoletta Manni – Affronto il ruolo di Swanilda per la prima volta, ma ho già lavorato con Ratmansky sia nel Lago dei Cigni che nella Bella Addormentata. Dunque, mi affido alla sua genialità e nella costruzione del personaggio mi abbandono completamente ai suoi suggerimenti perché sono certa che mi porteranno nella direzione giusta”.
Alla domanda se si sia ispirata a qualche modello di celebre danzatrice per interpretare il ruolo di Swanilda, Nicoletta Manni risponde di aver voluto, proprio per scelta, allontanarsi da qualsiasi idea precedente. “Questa Coppelia di Ratmasky non è una ricostruzione ma è una nuova creazione – precisa ancora l’étoile – in questo senso il balletto è molto contemporaneo sia per le situazioni che vengono rappresentate, come il rapporto tra uomo e donna, che per il carattere “femminista” di Swanilda che risolve quanto accade un po’ alla sua maniera. Dunque, ho seguito tutte le indicazioni del coreografo immedesimandomi completamente in questo nuovo personaggio”.
Sono stati molti i punti di interesse e di ispirazione di Ratmasky per la sua creazione, dalla musica alla danza nel rispetto delle intenzioni del compositore, alla storia e soprattutto ai protagonisti. Sin dall’origine Swanilda è una ragazza moderna, molto diversa dai canoni delle eroine dei balletti romantici. Energica, risoluta ha due uomini con cui si relaziona: il fidanzato Franz, un ragazzo semplice che la ama e Coppelius, personaggio più complesso e pericoloso che vuole usare gli uomini e rubare la loro anima per infonderla nelle sue creazioni.
“Ho trovato tutti i ballerini in grande forma fisica ma soprattutto sono molto creativi – afferma lo stesso Ratmansky – perché si adeguano perfettamente ad una partitura musicale che, pur avendo 150 anni, è ancora moderna per la sua grande energia e per il ritmo. Un altro valore aggiunto è che l’azione si svolge in Galizia che è una regione dell’attuale Ucraina, terra in cui sono cresciuto”.
Collegamento questo che ha ispirato le ricerche di Jerome Kaplan verso motivi di folklore ucraino che affiorano nelle scene e nei costumi, nonché i sentimenti di Ratmansky che ha sentito così importante in questo momento così difficile per questo Paese celebrare la forza, la bellezza e la gioia di vivere. Fondamentale per lo sviluppo della storia è stata la collaborazione con Guillaume Gallienne celebre attore, sceneggiatore e regista teatrale e cinematografico, con cui il coreografo ha lavorato sulla drammaturgia, messa in scena e motivazioni, ponendo l’accento non tanto sulla pantomima, quanto invece su una narrazione attraverso la gestualità con attitudine attoriale.
Rappresentata per la prima volta nel 1870 all’Opera di Parigi, Coppelia ha una lunga storia documentata anche alla Scala dalla fine dell’Ottocento fino al 2009 con l’ultima produzione sul palco scaligero. Con gli interpreti della Prima, il balletto sarà ripreso da Rai Cultura e trasmesso in Italia il 28 dicembre alle ore 21.15 su RAI 5 e su RAI Play, all’estero il 17 dicembre in diretta sulla piattaforma Medici Tv; sui circuiti cinematografici italiani e internazionali in data da definire. Nelle recite del 20 dicembre, 31 dicembre (alle ore 18) e 5 gennaio, a ricoprire i ruoli di Swanilda, Franz e Coppélius saranno Alice Mariani, Nicola Del Freo e Massimo Dalla Mora; Camilla Cerulli, Claudio Coviello e Matteo Gavazzi saranno protagonisti nelle rappresentazioni del 29 dicembre e nella pomeridiana del 13 gennaio; Martina Arduino, Marco Agostino e Massimo Garon della pomeridiana dell’11 gennaio e della serata conclusiva del 13 gennaio. Sul podio salirà Paul Connelly a dirigere l’Orchestra della Scala.