“Che schifo la parola peli!”
“Comunque servono …”
“A cosa?”
“I peli?! Ad essere brutti, ad essere veri!”
GENOVA – Due distinte signore, all’ora del tè, in tailleurini e tacchi alti ed una partita a burraco. Chiacchierano dei figli, degli amori passati, delle delusioni, della chirurgia plastica rinfacciata dall’una e mai dichiarata dall’altra. Si punzecchiano, con garbo ed educazione, e sorseggiano il tè, e giocano la loro partita E’ la vigilia della messa di commemorazione del marito defunto dell’una: anch’esso, in passato, condiviso in silenzio. Fa capolino, ogni tanto, un tenue refrain musicale. Le due amiche si scambiano i ruoli a corrente alternata, scartando al contempo le carte da giuoco ed il profluvio di parole assestati a dovere dall’una, rimasta vedova ed autorizzata ad esprimere il proprio dolore e la straziante solitudine, verso l’altra, ancora maritata, ma comunque sola, che non vuole e non può buttare fuori il proprio dolore: perché non va bene, perché non si addice. Ma a poco a poco, lentamente, in un crescendo di parole e tentativi di andarsene da quel gioco al massacro che si preannuncia, lei a questo giro non ce la fa più. E’ un attimo.
Butta all’aria le carte ed inizia a spogliarsi della parrucca, degli abiti, della bigiotteria, vomitando fuori tutto ciò che per anni si è tenuta dentro a macerare. L’amica la segue, compie gli stessi gesti, con rabbia e furore; e mentre via via sul pavimento si accumulano i loro oggetti di facciata, ecco che le verità, la rabbia e le lacrime le spogliano e rimangono in boxer, a torso nudo: in apparenza uomini che lottano, si spintonano, sudano per poi trovarsi avvinghiati in un abbraccio forte e sensuale. In realtà sono due esseri umani, che si amano come solo due persone che hanno condiviso tutto sanno fare. E’ una resa tenerissima, una catarsi, un macigno che viene sollevato: tutta la verità emerge attraverso le parole ed i gesti. La verità dell’amore che non ha confini di genere. Un testo di drammaturgia nuova, pieno di vitalità, messo in scena da due attori straordinari. Un’emozione che, a teatro, non veniva provata da tempo.
“Non mi lasciare, dormi con me dopo la messa?”
“Sì!”
PELI
testo di Carlotta Corradi, regia Veronica Cruciani, con Alex Cendron e Alessandro Riceci
produzione Quattroquinte in collaborazione con OffRome
LIFE FESTIVAL: PERSONE OLTRE IL GENERE – dal 6 al 14 maggio
Sostenuto da: Comune di Genova, Approdo Arcigay Genova, Teatro dell’Archivolto, Teatro Altrove, Circuito Cinema Genova, Museo Accademia linguistica di Belle Arti, Radio 10 pass
Visto al Teatro della Tosse Sala Dino Campana l’11 maggio 2017
in replica al Teatro Biblioteca Quarticciolo di Roma, 20 e 21 maggio 2017