RUMOR(S)CENA – ROMA – È una festa di corpi in movimento, un’energia serpentina che invade il palcoscenico, la serata che la compagnia di David Parsons offre al teatro Olimpico di Roma. Ed è lo stesso coreografo americano a presenziare il debutto dell’8 novembre scorso, esprimendo il piacere di tornare nel cartellone della Filarmonica dopo due cancellazioni. L’allusione è agli anni di pandemia, ma Parsons va oltre: il suo motto è danzare con entusiasmo. Carnalmente, diremmo. E infatti, avverte, “non siamo Netflix”.
Non siamo nemmeno nella danza del Duemila, perché il verbo del 63enne ex danzatore di Paul Taylor e di Mark Morris (per citare due dei suoi imprinting più significativi) resta quello della solare stagione anni Ottanta della danza americana. Non per caso, uno dei lavori più recenti, The Road del 2021, è un affresco di gruppo sulle canzoni di Yusuf alias Cat Stevens, uno snodarsi di ragazzi e ragazze guizzanti come anguille, colorati e allegri come tardivi figli dei fiori.
Proprio al 1982 risale invece l’immancabile Caught, il signature piece che ha fatto entrare Parsons nella storia della danza. E’ un’invenzione semplice quanto geniale: sospendere in aria i salti del danzatore grazie agli effetti di luce stroboscopica (merito anche del lighting designer Howell Blinkey, che ha fondato la compagnia con Parsons), punteggiato dai battiti minimali di Robert Fripp. Caught “cattura” – come suggerisce il titolo – il volo, suggella l’illusione di un infinito ballon, quel restare sospesi nell’aria dopo un salto che è anche e soprattutto ambito dai ballerini classici. In questo senso, Caught diventa una sorta di anello di congiunzione fra la muscolare e luminosa post-modern dance – quella in scarpe da tennis, per intenderci – e l’eterea grazia della danza classica. Parsons la creò sulle sue misure atletiche e di ottimo fiato, affidandola via via a interpreti che potessero ricalcare questo gioiellino.
La novità di questa tournée è che a interpretarlo è una donna: la bionda e bionica Zoey Anderson. Una farfalla d’acciaio, un corpo pulsante che già nel precedente assolo – Balance of Power, creato per lei nel 2020, in sintonia con le percussioni di Giancarlo De Trizio – dimostra l’assoluta padronanza di ogni segmento muscolare e un aplomb diamantino. Ricorda un po’ la mitica Louise Lecavalier dei La La La Human Steps, e anche questa somiglianza ci riporta a un’epoca d’oro della danza, quando tutto era celebrazione del corpo, dell’energia, del movimento.
E della sensualità, come esprime Finding Center del 2015 che David ha creato per l’altra star della compagnia, la bruna e morbida Elena D’Amario, l’italiana lanciata a New York da “Amici”, dove ha incrociato i suoi passi con quelli della Parsons Dance. Integravano il serrato programma un altro pezzo di repertorio, lo scherzoso The Envelope e una conclusiva coreografia di gruppo, Shining Star.
Una serata piacevole, sorridente, fresca come una folata di vento che annuncia l’autunno ma sa di primavera. In tournée italiana fino al 18 dicembre.
17 novembre San Severo (FG) Teatro Verdi
18 novembre Brindisi Teatro Verdi
19 novembre Teatro Team
25.26.27 novembre Milano Teatro Arcimboldi
29 novembre Genova Politeama Genovese
30 novembre Torino Teatro Colosseo
2 dicembre Como Teatro Sociale
3 dicembre Vicenza Teatro Comunale
4 dicembre Padova Gran Teatro Geox
5 dicembre Trieste Politeama Rossetti
6 dicembre Cremona Teatro Ponchielli
7 dicembre Bologna EuropAuditorium
9 dicembre Ferrara Teatro Comunale
10 dicembre Bergamo Creberg Teatro
13 dicembre Assisi Teatro Lyrick
15 dicembre Legnago Teatro Salieri
16.17.18 dicembre Mestre Teatro Toniolo