FIRENZE – Virgilio Sieni è l’Ambasciatore artistico tout court di Firenze nel mondo. Amato, stimato, osannato, applaudito dalla Biennale di Venezia, dov’è direttore della sezione Danza, a Marsiglia dove quest’estate ha coinvolto centosessanta danzatori e non nelle sue performance in varie location. Stare ad ascoltarlo è un respiro, un soffio poetico, creativo, filosofico al di là del gesto, degli spettacoli, della danza, delle spiegazioni, della politica che sempre sta dietro alle scelte e soprattutto alle possibilità ed alle occasioni.
Sieni ha la sua stabilità e casa a Cango (cango.fi.it) in Oltrarno, quartiere popolare che un tempo, adesso molto meno, era fiorente di artigiani, di botteghe, di mastri, di manovalanza specializzata. Persone e negozi di vicinato, che voleva dire anche solidarietà e comunità, il salutarsi, il vedersi, nessuna grande distribuzione asettica ma un continuo vis a vis che creare relazioni e rapporti. In quest’ottica sono nate esperienze come l’“Oltrarno Atelier Festival” tutto svolto le antiche botteghe artigiane con piccole performance al loro interno, mischiando così un’arte come la danza contemporanea da molti considerata elitaria, con la manualità, la polvere, la fatica, i mestieri ed i saperi che si fanno con polpastrelli e memoria arcaica tramandata da generazioni.
Visitazione
Non solo, Sieni è l’ideatore del Grande Adagio Popolare all’interno dei Cenacoli fiorentini attraverso i movimenti delle “sue” compagnie, nate attorno all’Accademia del Gesto (gratuita, è bene ricordarlo), quella delle bambine, quella di madri e figlie, quella di anziani, quella di migranti, quella di non vedenti. Arte sublimata allo stato puro che tutto ammanta e coinvolge. Sieni ha fatto molto per Firenze. Dicevamo che la casa del coreografo e danzatore sono i Cantieri Goldonetta, detti, con una contrazione da invidiare Cango, che sa di canguro ma anche di Can go, all’inglese, indicando la possibilità di andare, viaggiare, correre. Quello che dovrebbe sempre fare la scena e lo spettacolo dal vivo. In questo meraviglioso spazio di travi e parquet molleggiato, di colonne e affreschi, di vetro e legno in un recupero architettonico (tre sale) ad unico uso della danza, cosa rara, parte la stagione ’13-’14, da fine novembre a marzo, “La democrazia del corpo”.
Si comincia con un “Tenerissimo- Agorà”, dal 29 novembre al 1 dicembre, dove il pubblico sarà libero di creare la sua personalissima drammaturgia muovendosi negli spazi e gustando le varie performance tra “cerbiatte”, artigiani, coppie di ottantenni che danzano, madri e figlie in azione in una piccola cosmologia dell’universo di Sieni: “Ogni adagio è un’azione politica”, dice. Pezzi di quindici minuti l’uno per preparare i quali ci vogliono mesi. “La danza è fessurazione spirituale” e “rivoluzione”.
Tenerissimo- Agorà
Per continuare con il “Pinocchio leggermente diverso”, dal 4 all’8 dicembre, con Giuseppe Comuniello in scena, attore non vedente che tenterà di riportare il burattino collodiano dentro il legno in un percorso che è iniziazione alla vita ma anche, in questo caso, allo spazio ed alla luce. Ed ancora il “Madrigale” con le allieve dai 5 ai 15 anni che Sieni scova, per un percorso parallelo e non certamente in opposizione o in contrasto, nelle tante scuole private di danza.
Pinocchio leggermente diverso
A gennaio il “De anima” con gli Arlecchini in una nuova versione che ha debuttato a Cannes per poi passare alle “Sonate Bach” a febbraio in una piccola retrospettiva sui recenti lavori del coreografo fiorentino. A cavallo tra febbraio e marzo gli “Esercizi di primavera” sono un tornare al corpo, un pezzo dedicato a tutti i popoli in via d’estinzione: “Abbiamo lavorato su centinaia di fotografie scattate da reporter in zone di guerra alle quali abbiamo aggiunto un video di Adriano Sofri girato a Sarajevo”. Qui, a Cango, l’arte non è mai fine a se stessa.
www. cango.fi.it