Recensioni — 14/12/2021 at 18:09

Virgilio Sieni: un Paradiso Terrestre dimenticato e desiderato…

di
Share

RUMOR(S)CENA – GENOVA – Il Paradiso teologico, tomista e teleologico di Dante è luogo accessibile solo a chi si spoglia della sua stessa fisicità, proibito e irraggiungibile con il peso del corpo che da una parte ci costituisce come uomini e donne e dall’altra porta con sé lo stimma del peccato. Solo all’Amore che “muove il cielo e le altre stelle” e a chi lo contempla è concesso. Il Paradiso di Virgilio Sieni è dunque, inevitabilmente, un paradiso, con la p minuscola, che si ferma al confine dell’Empireo, un Paradiso Terrestre dimenticato e insieme desiderato in cima alla montagna dei nostri dolori ma anche dei nostri desideri e piaceri, dell’essenza umana che ci impasta come mota e cemento insieme alla sabbia del tempo.

È una suggestione, la suggestione della Natura da cui emergiamo per vivere ed essere in un mondo che è nel tempo e quindi si sviluppa tra la vita e la morte, da questa nostra vita che è una caduta improvvisa nel mondo e nell’esserci, alla nostra morte che forse è una porta che si apre verso l’altro e l’altrove, divino forse. La coreografia di Virgilio Sieni è dunque un suggerimento che però talora si involve su sé stesso, quasi una domanda che si ripete e non ha però speranza di risposta.

crediti foto di Salvatore Pastore

Tecnicamente raffinata ma drammaturgicamente povera, non coinvolge fino in fondo, quasi avesse smarrito l’empatia che sempre contraddistingue le creazioni di Sieni. Manca forse l’affettività profonda, quell’amore dell’altro che solo può muoverci all’incontro. Rimane fredda, imprigionata nella nebbia umida che scende lenta e tutto avvolge sulla scena, e nella musica tagliente e anch’essa fredda, mentre le piante restano senza fiori, quasi simbolo di una natura che sembra cieca e indifferente alla nostra presenza, al nostro muoverci alla ricerca del senso della propria vita. Restiamo qui, ancora una volta, coloro che sono stati un tempo scacciati, ed il paradiso è un ricordo che man mano si scolora. Molto bravi gli interpreti, capaci di trasfigurare il gesto tecnico in qualcosa che lo supera, tendendo verso di noi, anche se colpisce in questo contesto il cast interamente maschile che, a mio avviso, limita la capacità di dialogo e approfondimento che nella relazione si nasconde.

crediti foto di Renato Esposito

Produzione: Comune di Firenze, Sante 2021 Comitato per le Celebrazioni dei 70 anni, Campania Teatro Festival, con la collaborazione di Fondazione Teatro Amilcare Ponchielli, Cremona.

Regia, coreografia e spazio Virgilio Sieni. Musica Salvatore Sciarrino. Interpreti: Jari Boldrini, Nicola Cisternino, Maurizio Giunti, Andrea Palumbo, Giulio Petrucci. Costumi: Silvia Salvaggio. Luci : Virgilio Sieni e Luisa Giusti.

Visto al teatro Ivo Chiesa – Teatro Nazionale di Genova, il 7 dicembre.

Share

Comments are closed.