Teatro, Va in scena a — 15/05/2012 at 16:38

Le Operette Morali di Leopardi alla maniera di Mario Martone ai Teatri di Vita di Bologna

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Va in scena martedì 15 e mercoledì 16 maggio (ore 21) ai Teatri di Vita di Bologna Le Operette Morali di Giacomo Leopardi per la regia di Mario Martone, prodotto dal Teatro Stabile di Torino. Adattate da Mario Martone, la lettura di uno dei capisaldi della letteratura italiana, le “Operette morali” di Leopardi., sono un testo non teatrale che, alla prova del palcoscenico e della recitazione degli attori, dimostra bene una teatralità intrinseca che permette di farne uno spettacolo di grande profondità, ma anche di incredibile leggerezza (e comicità), che ha vinto il Premio Ubu per la miglior regia, e che torna in scena per questa stagione in una tournée ristretta a soltanto cinque città in tutta Italia, dopo il debutto alla presenza del presidente Giorgio Napolitano e il successo a Parigi al Théâtre de la Ville. In scena recitano Renato Carpentieri, Marco Cavicchioli, Roberto De Francesco, Paolo Graziosi, Giovanni Ludeno, Paolo Musio, Totò Onnis, Franca Penone, Barbara Valmorin. Scene di Mimmo Paladino, costumi di Ursula Patzak, luci di Pasquale Mari, suoni di Hubert Westkemper, dramaturg Ippolita di Majo, aiuto regia Paola Rota, scenografo collaboratore Nicolas Bovey, la musica per il Coro di morti nello studio di Federico Ruysch è di Giorgio Battistelli (Casa Ricordi – Milano), esecuzione Coro del Teatro di San Carlo diretto da Salvatore Caputo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le Operette morali sono una raccolta di 24 componimenti in prosa, dialoghi e novelle. Giacomo Leopardi li scrive tra il 1824 ed il 1832. In essi troviamo l’anima più profonda dell’autore: il rapporto dell’uomo con la storia, con i suoi simili e in particolare con la Natura; il raffronto tra i valori del passato e la situazione statica e decaduta del presente; la potenza delle illusioni e della gloria. I temi affrontati sono fondamentali, primari: la ricerca della felicità e il peso dell’infelicità, la natura matrigna, la vita che è dolore, noia. In questo panorama di atmosfere astratte e glaciali la ragione si distingue come unico strumento per sfuggire alla disperazione.

Le Operette rappresentano una perfetta orchestrazione di toni sulla vita e sulla morte: nella visione leopardiana, l’uomo si muove all’interno di una natura cieca, dalla quale non può ottenere nulla. Sprezzante verso l’idea di progresso, scientifico e spirituale, il poeta irride le conquiste dell’umanità come pure finzioni, chimere di un progresso senza costrutto. Cosa rimane dunque all’uomo?

 

Martone riprende il filo del suo spettacolo del 2004, l’Opera segreta, il trittico la cui ultima parte era dedicata al lungo soggiorno napoletano di Giacomo Leopardi, e torna al poeta recanatese, mettendo in scena le Operette morali (“un testo che – spiega il regista – la drammaturgia contemporanea ci mostra oggi in tutte le sue potenzialità teatrali”), prima di affrontare la vita di Leopardi al cinema, nel suo nuovo film, in preparazione, dopo Noi credevamo.

 

 

 

 

 

 

Bologna a Teatri di Vita (via Emilia Ponente 485; info 051.566330 – www.teatridivita.it), martedì 15 e mercoledì 16 maggio, ore 21.

 

 

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